Table of Contents Table of Contents
Previous Page  3 / 32 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 3 / 32 Next Page
Page Background

L

e cifre della connettività del

futuro sono oggetto di proie-

zioni che, specie quando rife-

rite all’ormai incombente fine

decennio, sembrano incar-

nare la definizione stessa di

‘hype’. Secondo alcuni anali-

sti, entro il 2020 ci saranno 50

miliardi di dispositivi connessi

in rete, che scambieranno una

mole di dati mille volte quella

attuale. Per la maggior parte

si tratterà di nodi dell’Internet

delle Cose: sensori, disposi-

tivi indossabili, etichette in-

telligenti, mezzi di trasporto,

apparecchi

elettromedicali,

elettrodomestici e gadget di

ogni tipo.

A rendere possibile questa

cornucopia tecnologica sa-

ranno le reti mobili di quinta

generazione, il cosiddetto 5G,

ma non tutti sembrano essere

così ottimisti riguardo alle sca-

denze.

Per cominciare, una prima

bozza delle specifiche dello

standard 5G è stata pubbli-

cata dall’

International Te-

lecommunication

Union

solo lo scorso 22 febbraio.

Il documento

“ITU-R SG05

Contribution 40”

, reperibile

all’indirizzo www.itu.int/md/ R15-SG05-C-0040/en , de-

l’utente di 100 Mbps in down-

load e 50 Mbps in upload. Lo

standard prevede infine un

uso intensivo della banda a

disposizione con un’efficienza

di 30 bps per Hz in downlink e

15 bps per Hz in uplink.

Per realizzare tutto questo

serve innanzitutto banda: una

finestra di almeno 100 MHz,

che può allargarsi fino a 1

GHz per frequenze superiori

ai 6 GHz. Sì, perché i bloc-

chi di frequenza utilizzabili

dal 5G sono essenzialmente

tre: quello al di sotto del Ghz,

dove è possibile liberare lo

spettro dei 700 MHz, attual-

mente in uso alle emittenti

televisive del digitale terre-

stre; quello compreso tra 1 e

6 GHz (3,4-3,8 GHz allocabili)

che potrà essere usato per

le applicazioni critiche come

quelle di telemedicina e di

guida autonoma; e quello al

di sopra dei 6 Ghz che andrà

condiviso con le comunicazio-

ni satellitari.

Tutto ciò si traduce in costi

enormi per la realizzazione

dell’infrastruttura 5G: da un

lato bisogna liberare e licen-

ziare le frequenze utilizzate

da altri attori, dall’altro è ne-

cessario aggiornare e infoltire

il parco antenne per garantire

una sufficiente illuminazione

al di là degli inevitabili ostacoli

naturali e artificiali.

Con gli operatori di rete che

devono ancora rientrare delle

spese dell’ancora incompleto

dispiegamento delle reti 4G

(lanciato nel 2003 e arrivato

a un miliardo di connessioni

solo nel 2016, per una co-

pertura mondiale di appena il

34% secondo GSMA), qual-

che titubanza a investire in

un’infrastruttura non ancora

definitivamente delineata è

comprensibile.

La situazione italiana, poi,

è complicata dal fatto che

le emittenti televisive hanno

spinto affinché il governo si

prenda tutto il tempo consen-

tito dalla UE per la migrazio-

ne dello spettro dei 700 MHz,

facendo così slittare la data

designata di introduzione al

2022.

E se non c’è dubbio il

de-

ployment

delle reti di quinta

generazione sia inevitabile, la

domanda da porsi è: quanto

costeranno all’Italia due anni

di ritardo rispetto agli altri Pa-

esi europei?

EON

EWS

n

.

606

-

MARZO

2017

3

T

ERZA

P

AGINA

Il 5G si avvicina, tra perplessità

su come finanziare le infrastrutture

di rete e attriti per l’assegnamento

delle frequenze

M

ASSIMO

G

IUSSANI

Aspettando il 5G

scrive i requisiti

minimi

delle

tecnologie di interfacciamento

radio IMT-2020 che saranno

impiegate dalle reti 5G. Stan-

do a queste linee guida, ogni

stazione fissa 5G dovrà essere

in grado di supportare un mi-

nimo di un milione di nodi per

chilometro quadrato, con una

latenza massima per utente di

appena 4 ms (che scende ad-

dirittura a 1 ms per applicazio-

ni ad alta affidabilità URLLC).

Si tratta di numeri pensati per

rendere possibile la connes-

sione capillare della molti-

tudine di dispositivi dell’IoT,

con un’attenzione particolare

ad applicazioni critiche come

quelle – tanto spesso pubbli-

cizzate – di telemedicina, con-

trollo remoto di macchinari e

guida autonoma. Per quanto

riguarda la velocità, ogni sta-

zione fissa della rete 5G do-

vrà essere in grado di gestire

un minimo di 20 Gbps

downlink e 10 Gbps uplink, va-

lori che una volta distribuiti tra

tutti i nodi di una cella si tradu-

cono in velocità per