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ontinuano a calare le vendite
di PC a livello globale: recenti
ricerche di
Gartner
e
IDC
hanno
rilevato che nel primo trimestre
di quest’anno il numero di unità
vendute è diminuito, rispetto allo
stesso periodo dell’anno scorso,
di quasi il 10%.Si tratta del sesto
calo trimestrale consecutivo
e della prima volta dal 2007
che il numero di unità vendute
scende sotto quota 65 milioni.
E se Atene piange, Sparta
non ride: anche smartphone
e tablet sembrano aver
raggiunto l’apice della propria
parabola ascendente, con un
rallentamento nella vendita dei
primi e un declino post-picco
per i secondi. Emblematici, da
questo punto di vista, sono i
risultati pubblicati da
Apple
lo scorso 26 aprile: in una
quanto mai rara occorrenza,
l’azienda di Cupertino ha dovuto
accusare una contrazione nelle
vendite e nei profitti dell’ultimo
trimestre. Non solo le vendite
di Mac sono calate del 12% tra
1Q15 e 1Q16, ma anche iPad
e iPhone hanno subito una
battuta d’arresto con contrazioni
trimestre su trimestre del 19%
e 16%, rispettivamente. E in
un’azienda in cui due terzi
del fatturato sono legati agli
iPhone, questo si è tradotto
in una riduzione del 22% dei
profitti. I trend generali di questa
tarda era post-PC lasciano
presagire un futuro sempre
più dominato dalle tecnologie
per il Cloud, l’Internet delle
Cose (IoT) e l’ancora acerbo
settore degli indossabili. Si
tratta di segnali incontrovertibili
che il più importate produttore
di microprocessori al mondo,
Intel
, non ha potuto ignorare,
specie dopo l’inerzia con cui
negli ultimi anni aveva affrontato
la nuova rivoluzione digitale.
E così, per rafforzare la sua
posizione in seno al mercato
dei server e ipotecarsi una
posizione dominante in un
futuro sempre più IoT-centrico,
Brian Krzanich e il management
di Santa Clara hanno optato per
un approccio marcatamente
aggressivo. Nel ridisegnare
il profilo dell’azienda, Intel
prevede di tagliare fino a 12 mila
posti di lavoro, sul totale di 107
mila lavoratori impiegati nei suoi
diversi siti sparsi per il mondo.
La manovra di ristrutturazione
prevede inoltre la chiusura o
cessione di diversi siti e linee
di prodotto le cui prestazioni
saranno ritenute inefficienti o
non allineate con i target imposti
dalla nuova strategia imperniata
su centri dati e dispositivi
intelligenti.
L’annuncio è stato dato lo scorso
22 aprile e rappresenta la più
grande mutazione dell’azienda
statunitense da quando nel
2006 aveva chiuso i rapporti con
diecimila dei suoi dipendenti.
Secondo Krzanich, i nuovi tagli
permetteranno all’azienda di
risparmiare 750 milioni di dollari
nel solo 2016 e di innescare
un risparmio annuale di circa
1,4 miliardi di dollari all’anno
a partire da metà 2017. Tutti
soldi necessari affinché Intel
possa continuare a investire
negli impianti produttivi allo
stato dell’arte e nella ricerca
di nuove tecnologie per centri
dati e computer indossabili. È
bene ricordare che oggi Intel
trae il sessanta percento circa
del suo fatturato dalle vendite
di microprocessori per sistemi
desktop e laptop, e gli attuali
bilanci positivi – l’ultimo dei quali
ha visto il fatturato crescere
del 5% a quota 58 miliardi di
dollari – non rappresentano
una certezza futura di buona
salute, se visti alla luce dei trend
negativi che caratterizzano
questi segmenti. Abbandonati
gli indugi che avevano
caratterizzato l’erapre-Krzanich,
il colosso di Santa Clara aveva
già spostato il proprio focus
su Cloud e IoT: il segmento
dei processori per data center
è in crescita, come dimostra
l’incremento del 10% rispetto
all’anno precedente dell’ultimo
fatturato trimestrale (4 miliardi di
dollari); dal canto suo, sebbene
abbia generato un fatturato
trimestrale
relativamente
trascurabile di ‘soli’ 651 milioni
di dollari, la divisione che si
occupa di IoT ha fatto registrare
un’espansione di ben il 22%.
Nelle parole di Krzanich, Intel
“sta evolvendo da un’azienda
orientata ai PC in un’azienda
che alimenta il Cloud e miliardi
di piccoli dispositivi intelligenti
interconnessi”. E a quanto pare
questa sarà un’operazione
tutt’altro che indolore.
EON
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n
.
597
-
maggio
2016
3
M
assimo
G
iussani
T
erza
P
agina
Il reiterato declino del mercato PC e il nuovo
orientamento verso Cloud, IoT e indossabili han-
no portato Intel a una profonda riorganizzazione
Intel:
in cerca
di nuove direzioni
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