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D
istribuzione
EON
ews
n
.
597
-
maggio
2016
rappresenta la più grande in-
novazione fino ad oggi.
Si potrebbe dire che l’infra-
struttura componibile rappre-
senta un’architettura di data
center con la velocità e la
semplicità di una iper-conver-
gente ma abbastanza flessi-
bile per sostenere qualsiasi
carico di lavoro (virtualizza-
to, fisico, containerizzato).
Si tratta di una architettura
unificata comprendente pool
disaggregati di elaborazione,
storage e struttura di rete,
tutti controllati da un singolo
layer di gestione. Tutte le ri-
sorse sono software defined,
indipendentemente da dove
si trovano gli switch o quale
sia lo chassis che ospita le
CPU e i dischi, ed è possibile
comporre e ricomporre que-
ste risorse in base alle singo-
le esigenze. Si tratta di pool
di risorse fluidi, che possono
essere forniti in
modo indipen-
dente e riallocati
a volontà per so-
stenere qualsiasi
carico di lavoro.
Questa modali-
tà viene spesso
denominata “in-
frastructure as
code.” Immagi-
nate di poter or-
ganizzare l’infra-
struttura di data
center come se
fossero rack di
processori, rack
di storage, rack di infrastrut-
tura di rete (Ethernet, Fibre
Channel, iSCSI, FCoE) che
possono essere gestiti in
maniera flessibile e utilizzati
come pura capacità in base
alle esigenze dei carichi di la-
voro, a prescindere dal fatto
che tali carichi di lavoro siano
virtualizzati o fisici.
Qual è dunque il vantaggio
e perché ora?
L’infrastrut-
tura componibile promette
di aumentare notevolmen-
te l’efficienza a l’agilità dei
data center. Le organizza-
zioni IT sono sempre più
sotto pressione per consen-
tire la crescita del business,
dato che l’IT è sempre più
visto come un reale driver
di business, piuttosto che
un mero centro di costo; il
compito che viene loro as-
segnato è diventare molto
più veloci nel fornire capaci-
tà on-demand e supportare
nuove idee, progetti e appli-
cazioni. Allo stesso tempo,
deve mantenere le applica-
zioni aziendali tradizionali,
assicurando
prestazioni,
disponibilità e sicurezza per
le applicazioni di base su
cui gira il business. L’infra-
struttura componibile con-
sente di soddisfare entram-
be le sfide con la creazione
di una singola architettura
di data center in grado di
supportare i requisiti delle
applicazioni aziendali tradi-
zionali, fornendo al contem-
po la velocità e la flessibilità
per supportare
le richieste di
nuovi progetti
e applicazioni
in una modalità
agile e on-de-
mand.
Quindi aspet-
tiamoci
nei
prossimi mesi
molto interes-
se intorno alle
i n f ras t r u t t u r e
componibili, ab-
biamo appena
iniziato. Alcuni
dei player chia-
ve dell’infrastruttura sono
già al lavoro sulla prossima
fase di innovazione compo-
nibile (si pensa di separare
il complesso processore/
memoria per consentire
pool fluidi di memoria che
possono essere forniti in
modo indipendente dal pro-
cessore).
C
osì, quando si pensa-
va di aver finalmente sotto
controllo infrastrutture con-
vergenti, piattaforme con-
vergenti e iper-convergenti
improvvisamente si inizia
a parlare di infrastrutture
componibili. Mentre molti
di noi avevano appena fini-
to di capire come inserirsi
nelle conversazioni più rile-
vanti su questo tipo di infra-
strutture e i relativi campi di
applicazione,
Cisco
e altri
lanciavano le proprie archi-
tetture componibili. Il ritmo
del cambiamento nel no-
stro settore non è mai stato
così veloce, così credo sia
opportuno provare a fare
un po’ di chiarezza con una
panoramica generale sulle
infrastrutture componibili e
perché sono importanti.
Penso che la maggior par-
te di noi abbiano familiarità
con l’infrastruttura conver-
gente: in sostanza, si riferi-
sce a uno stack integrato di
elaborazione, storage e net-
working con un layer di ge-
stione unificata. Gli esempi
includono soluzioni di alcuni
dei nostri vendor distribuiti
in Emea come Cisco Flex-
Pod, HPE Converged Sy-
stems, NetApp, VCE Vblock
e molti altri. Possono essere
integrate direttamente dal
produttore o assemblate
dal VAR o distributore (vedi
Avnet) prima della distri-
buzione. È molto più di un
semplice esercizio di ‘confe-
zionamento’, perché i siste-
mi convergenti accelerano e
semplificano la progettazio-
ne, l’approvvigionamento, la
distribuzione e la gestione
delle infrastrutture dei data
center. Stiamo parlando na-
turalmente di grandi sistemi:
server blade, fabric switch e
storage array. Questi sono
progettati per fornire la po-
tenza e la scalabilità neces-
sari per eseguire qualsiasi
carico di lavoro, virtualizzato
o fisico che sia.
Successivamente, circa 2
anni fa, abbiamo visto emer-
gere i sistemi iper-conver-
genti: sono sistemi a nodo
singolo che possono esse-
re raggruppati insieme per
creare pool di calcolo e di
storage. Si tratta di sistemi
software defined per com-
binare processori e dischi
all’interno di ogni nodo nei
cluster di calcolo e di stora-
ge. Sono progettati per ot-
tenere velocità e semplicità
di utilizzo, per essere imple-
mentati e ampliati in pochi
minuti, semplicemente ag-
giungendo un altro nodo al
cluster. Essendo hypervisor-
dipendente, sono infrastrut-
ture che sopportano solo i
carichi di lavoro che posso-
no essere virtualizzati.
L’innovazione
che aspettavamo
Ora, cos’è l’infrastruttura
componibile?
L’infrastruttu-
ra componibile rappresenta
l’innovazione più significativa
che abbiamo visto nello spa-
zio convergente, certamente
da quando sono entrate in
scena le iper-convergenti, e
Di che cosa si tratta? E perché è così importante la ‘composable infrastructure’?
Lo illustra Andrea Massari, country manager di Avnet TS Italia
Infrastruttura
componibile
A
cura
della
redazione
ANDREA MASSARI,
Country manager
di Avnet TS Italia