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volume dei dati semi-strut-

turati e destrutturati utilizzati

appare comunque in crescita

rispetto al 2013 (+31%) a una

velocità maggiore rispetto a

quelli strutturati (+21%). Il vero

tallone di Achille del nostro

Paese è, però, la mancanza

di adeguate competenze e

modelli di governance: solo il

17% delle imprese si è dotata

di un Chief data officer e ap-

pena il 13% di un Data scien-

tist. La funzione marketing è

la principale fruitrice di solu-

zioni Big Data Analytics; que-

sto avviene nell’87% dei casi,

in particolare per l’esplo-

sione dei dati web e social,

che permettono di estrarre

insight dai consumatori e di

tradurli successivamente in

azioni operative. L’analisi su

73 Chief marketing officer e

responsabili Web e Digital di

medie e grandi aziende rivela

che gli investimenti previsti in

marketing analytics in Italia

rappresentano ancora solo

il 2% del budget marketing

2014 (negli Stati Uniti media

il 5%), ma sono destinati a più

che raddoppiare nei prossimi

2 anni (4,7%). Le motivazioni

che spingono le organizza-

zioni a intraprendere inizia-

tive di marketing analytics

sono soprattutto il migliora-

mento delle azioni per l’ac-

quisizione di nuovi clienti

(per il 65%) e una migliore

gestione della relazione con

i clienti attuali e la loro fide-

lizzazione (85%). “Di fronte

all’aumento delle fonti infor-

mative, i Big Data Analytics

stanno cambiando il modo di

raccogliere, analizzare e in-

tegrare i dati – ha affermato

Carlo Vercellis, responsabile

scientifico dell’Osservatorio

Big Data Analytics & Busi-

ness Intelligence. I sistemi

di Big Data Analytics & Bu-

siness Intelligence possono

svolgere un importante ruolo

per migliorare la competitivi-

tà delle imprese, attraverso

il miglioramento dei processi

decisionali, diventando uno

strumento di evoluzione del-

lo stesso modello di impre-

sa. Le aziende italiane, però,

N

ei settori orientati all’innova-

zione nessuno si chiama fuori.

Tutti comprendono molto intui-

tivamente che nel web, e oltre

al web, un’enormità di oggetti

ha la capacità di rilevare dati

e comunicarli. Tutti capiscono

che organizzare in modo logi-

co e sicuro queste rilevazioni

ne consentirebbe una loro

lettura in chiave analitica, tra-

sformandole in informazioni

potenzialmente molto utili per

vari fini: il business, la previ-

sione di eventi, la sicurezza e

così via.

Superato questo pri-

mo approccio intuitivo,

che fa intravedere le

innovazioni possibili,

comincia la ricerca su

come realizzare sistemi

di raccolta e di analisi

dei dati che ottengano

i risultati desiderati (le

informazioni che effet-

tivamente servono al

fine), in modo sicuro

(garanzie di privacy,

protezioni dal cattivo

uso, attacchi informati-

ci e così via), affidabile

(senza interruzioni, du-

rata nel tempo …) e a costi so-

stenibili in considerazione dei

benefici che ne derivano.

Le scienze e le professionalità

che sono coinvolte per affron-

tare questi affascinanti temi

sono numerose, spaziando

dai livelli tecnologici a quel-

li fisici, matematico-statistici,

umanistici, sociologici.

Big Data in Italia

A dicembre 2014 la

School of Management del Politecnico di Milano

ha presentato l’edi-

zione aggiornata del suo Os-

servatorio Big Data Analytics

& Business Intelligence. Il

mercato Big Data Analytics

in Italia, anche nel 2014, si è

confermato in forte espansio-

ne, con un trend di crescita

del +25% in termini di budget

stanziato.

“Una crescita sostenuta, a dire

il vero, più che da un utilizzo

maturo di questi strumenti,

dalla disponibilità di

tecnologie di storage

a basso costo, dalla

crescente mole di

dati generati dal web

e dalla diffusione di

un numero sempre

maggiore di dispo-

sitivi mobile che per-

mettono di utilizzare

app, fare pagamenti

e interagire con di-

spositivi intelligenti.

Sebbene l’83% del-

la spesa nazionale

sia dedicata ancora

a soluzioni di Per-

formance Management & Ba-

sic Analytics e solo il 17% ad

Advanced Analytics, queste

ultime crescono in modo mag-

giore (+34%) rispetto alle pri-

me (+23%). L’ambito Big Data

Analytics rappresenta, inoltre,

la principale priorità di investi-

mento per il 2015, indicata dal

56% dei CIO. I passi avanti da

compiere sono ancora molti,

in particolare nell’utilizzo dei

dati destrutturati, se si consi-

dera che nell’84% dei casi si

utilizzano dati interni aziendali

e solo nel 16% fonti esterne

come web e social media. Il

R

eport

Big Data

e

Internet delle Cose

IoT e Big Data rappresentano il nuovo tema

d’obbligo in tutti i convegni del mondo dell’informatica

e dell’elettronica applicata. Su di esso riflettono

le società di consulenza, le banche, i grandi gruppi del

retail, il mondo dei trasporti,

per citare solo alcuni esempi

F

rancesca

P

randi

10

EON

ews

n

.

585

-

aprile

2015

Carlo

Vercellis

responsabile

scientifico

dell’Osservatorio

Big Data Analytics

& Business

Intelligence del

Politecnico di

Milano

Fonte University

of Michigan,

Mobility

Transformation

Center