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EON

ews

n

.

580

-

novembre

2014

10

con l’obiettivo di uscire dal bu-

siness dopo un certo numero

di anni, vendendo la propria

partecipazione per realizzare

un guadagno. Oggi molti bu-

siness angel, sebbene ancora

una minoranza, sono portati

a valutare come interessante

un loro impegno diretto nella

gestione della start-up. Si trat-

ta in molti casi di manager di

grande esperienza e disponi-

bilità finanziarie, che per vari

motivi si trovano a doversi

ricollocare. La presenza di

un business angel così coin-

volto facilita il rafforzamento

patrimoniale (con l’impegno

in capitale di altre figure che

si sentono garantite dalla pre-

senza del manager), la pene-

trazione sul mercato e lo svi-

luppo di sinergie commerciali

e industriali.

In Italia le start-up con un og-

getto di interesse per il set-

tore manifatturiero non sono

molte. Prevalgono le innova-

zioni legate all’ICT. Qual è la

vostra esperienza a riguardo?

Di fatto, per lo meno fino al

2000 tutte le imprese

nuove che hanno por-

tato avanti modelli di

business di forte sca-

labilità nascevano nel

mondo ICT.

Negli ultimi anni, in-

vece,

osserviamo

che i business angel

hanno investito anche nell’a-

groalimentare, e nei setto-

ri medtech, biotech e nelle

imprese a carattere sociale.

Quando le proposte arriva-

no da questi settori, c’è una

maggiore probabilità di cre-

scita sostenibile, e l’uscita dal

capitale è più sicura. Per favo-

rire l’incontro tra la domanda

e l’offerta proprio nel nostro

settore manifatturiero, che è il

secondo in Europa, IBAN sta

valutando importanti collabo-

razioni con business advisor

di caratura internazionale,

affinché i business angel no-

stri associati possano mette-

re a fattore comune attività di

scouting e matching rispetto

alle start-up che conoscono,

facendole incontrare con il

portfolio di questi advisor.

Quali plus deve mostrare una

start-up di successo?

La valutazione del mercato è

fatta sulla base di un mix di

fattori, dove il prodotto valido

è uno di questi. La start-up

può essere vincente se ha un

buon team alla propria guida.

Non bisogna mai distrarsi,

mai rallentare, entrare nella

logica di provare e poi cam-

biare rapidamente senza in-

namorarsi della propria idea.

Detto in altre parole, l’idea di

business deve avere una logi-

ca che mi consenta di modifi-

care qualcosa senza perdere

tutto quello che è già stato

fatto.

Intervista ad Andrea Cad-

deo, investment analyst di

ZernikeMeta Ventures

Come si può valutare oggi

l’esperienza delle start-up ita-

liane?

Rispetto a 4-5 anni fa l’am-

biente è molto migliorato. Nel

confronto con mercati come

quelli di Germania

e Francia il venture

capital italiano resta

più arretrato, ma le

condizioni generali

per aprire una nuova

impresa sono molto

migliorate grazie agli

interventi degli ultimi

Governi. Pensiamo ad esem-

pio alle start-up innovative,

alla possibilità di costituire

una società a responsabili-

tà limitata con il capitale di 1

euro. Chi vuole aprire un’im-

presa trova un maggiore so-

stegno economico e anche

dei validi servizi di supporto

all’imprenditorialità. Da due

anni a questa parte lo scena-

rio si sta evolvendo molto in

fretta. Soprattutto nel campo

dell’ICT stanno nascendo nu-

merosi incubatori che suppor-

tano progetti di impresa nella

fase seed (quando l’impresa

si sta costituendo e comincia

a sviluppare un primo prodot-

to) investendo risorse da 30

G

li interventi degli ultimi Go-

verni hanno creato un am-

biente legale e normativo fa-

vorevole alla costituzione di

nuove imprese innovative e

anche al loro finanziamento

da parte di privati. Tuttavia tro-

vare i fondi sufficienti per fare

crescere l’esperienza della

nuova piccola impresa, dopo

le fasi iniziali della cosiddetta

inseminazione, che

avviene con capita-

li in genere limitati

(seed capital), resta

un tema critico.

Su questi e su altri

temi legati alla dif-

fusione dell’innova-

zione generata dalle

start-up nel mondo

industriale/manifat-

turiero italiano, EONews ha

intervistato tre rappresentanti

di diverse figure di investitori:

business angel, fondi di ven-

ture capital, aziende indu-

striali.

Intervista a Luca Cane-

pa, consigliere delegato di

IBAN, Associazione Italian Business Angels Network

Quali cambiamenti sta produ-

cendo il fenomeno delle start-

up nel tessuto industriale ita-

liano?

Inizierei osservando che la

crescita organica di una nuo-

va piccola impresa che atti-

ra l’interesse di una grande

azienda e viene poi acquisi-

ta da questa è un fenomeno

sempre esistito. La novità de-

gli ultimi anni è che sta cre-

scendo l’interesse anche del-

la PMI. In generale le aziende

ormai mature, medie o gran-

di che siano, vedono nelle

start-up innovative una sorta

di outsourcing della ricerca e

sviluppo, che un domani potrà

condurre a sinergie industriali

e a un’eventuale acquisizione;

oppure potrà rappresentare

una diversificazione

della propria attività.

Tra l’altro, la ricerca

svolta da una realtà

aziendale più destrut-

turata, come è tipica-

mente quella di una

start-up, presenta il

vantaggio di essere

più dinamica e crea-

tiva.

Un esempio di supporto in-

dustriale alla crescita delle

start-up è rappresentato dal

programma Working Capital

di Telecom Italia e dall’iniziati-

va AdottUp (vedi riquadro). In

quest’ultimo caso le aziende

italiane vengono indirizzate

ad adottare una start-up e la

loro attenzione e disponibilità,

che sono maggiori rispetto al

passato, vengono sostenute

e incoraggiate dalla presenza

di istituzioni note e affidabili

nonché dai servizi offerti.

Come intervengono oggi i bu-

siness angel?

Il modus operandi dei busi-

ness angel sta cambiando.

Un tempo la nostra logica di

intervento era sovrapponibile

a quella del venture capital

ma con un impegno di capi-

tali molto inferiore. Pertanto il

business angel entrava in una

start-up che sviluppava un’i-

dea promettente e replicabile

su diversi tipi di prodotti (e/o

settori ndr) investendo il pro-

prio capitale o quello di altri,

R

eport

Start-up e

industria

Il fenomeno delle start-up

in Italia è in evoluzione.

L’esperienza degli incubatori e

degli acceleratori di impresa

si è consolidata e la qualità

delle proposte che vengono

sottoposte alle varie start-up

competition è molto migliorata

F

rancesca

P

randi

Luca

canepa

andrea

caddeo