EON
ews
n.
572
-
febbraio
2014
4
si prepara a cambiare
pelle. Il gruppo statunitense
sta infatti puntando deciso
sul software e sui servizi. Al
punto da meditare la cessio-
ne del business di produzio-
ne dei semiconduttori che ad
oggi rappresenta circa il 2%
del suo fatturato. Secondo in-
discrezioni di stampa, la so-
cietà avrebbe già ingaggiato
la banca d’affari Goldman
Sachs per sondare il terreno.
Naturalmente tutto ruoterà
attorno al prezzo perché Ibm
non ha certo intenzione di
cedere a sconto la propria
divisione, ma di valorizzare
al massimo il proprio asset in
modo da raccogliere capitali
freschi da utilizzare i futuri
investimenti. ”Non commen-
tiamo indiscrezioni di mer-
cato” hanno prontamente
sottolineato dalla casa sta-
tunitense che vuole evitare
troppo clamore in vista di
una valutazione complessiva
del business dei chip. Tanto
più che, secondo l’agenzia
di stampa Bloomberg, Ibm
punterebbe a restare il rife-
rimento sul fronte del design
e della proprietà intellettuale
esternalizzando solo il pro-
cesso produttivo. Un proget-
to che di sicuro non promette
bene per la joint venture re-
alizzata con Globalfoundries
nello stato di New York pro-
prio sulla produzione con-
giunta di chip. “È evidente
che il gruppo è alla ricerca
di nuove linee di business
più remunerative – ha spie-
gato un esperto di una nota
banca americana – E, del re-
sto l’eventuale cessione dei
chip si innesta perfettamente
nella strategia portata avanti
finora dal management che
lo scorso mese ha ceduto
alla cinese Lenovo il settore
dei low-end server incassan-
do 2,3 miliardi di dollari”. La
stessa
a cui aveva
venduto il ramo PC nel 2005.
La produzione sembra ormai
non far parte delle attività
strategiche di Ibm. Almeno
per quanto concerne l’har-
dware.
Perché sul software invece
è tutta un’altra musica come
testimonia l’intenzione del
gruppo di diventare un gi-
gante globale del cloud. Un
segmento su cui il manage-
ment Ibm sta puntando in
maniera decisa come testi-
moniano 1,2 miliardi di dolla-
ri di investimenti per rafforza-
re il proprio posizionamento
internazionale nel settore.
“L’amministratore delegato di
Ibm, Ginni Rometty è asso-
lutamente convinto del fatto
che il futuro sia nel software
e nei servizi – conclude il
banchiere americano – Ed è
proprio con questi due seg-
menti di business che i verti-
ci del gruppo sperano di po-
ter rivitalizzare le vendite e
realizzare il target dei 20 dol-
lari per azione entro la fine
del prossimo anno”. Di sicuro
la dismissione dei chip, qua-
lora dovesse essere portata
a termine, rappresenterà un
altro passo importante nel
cambiamento di Big Blue.
D
opo avere raggiunto l’accor-
do con la cinese
per
la vendita di una delle divisioni
che producono server (quelli
di fascia bassa) e dei relativi
servizi di manutenzione,
starebbe seriamente valutan-
do l’ipotesi di fare un passo
indietro dal business dei semi-
conduttori. Un business che,
in termini strettamente nume-
rici e con riferimento alle atti-
vità che vengono offerte al di
fuori del gruppo, è residuale
e non gode neppure di ottima
salute: il giro d’affari del quar-
to trimestre del 2013 ha infatti
rappresentato soltanto l’1,4%
dei 27,7 miliardi di dollari di
fatturato complessivo e ha su-
bito un calo del 33% rispetto
allo stesso periodo del 2012.
La notizia che il gruppo gui-
dato da Virginia Rometty sta-
rebbe meditando di disimpe-
gnarsi dal business dei chip è
stata riportata nelle settimane
scorse dal prestigioso quo-
tidiano finanziario londinese
Financial Times, secondo cui,
il gruppo statunitense avrebbe
già nominato la banca d’affari
Goldman Sachs per individua-
re potenziali acquirenti ma an-
che possibili partner per una
joint-venture proprio nel set-
tore dei semiconduttori. Una
soluzione, quest’ultima, che
consentirebbe a Big Blue di
non uscire completamente da
un’attività che ha il più alto con-
tenuto tecnologico all’interno
del gruppo, e che è essenziale
per la realizzazione del siste-
ma di intelligenza artificiale,
denominato Watson, e dei ser-
ver di fascia alta. In particolare,
la divisione microelettronica di
Ibm, accanto a disegnare pro-
cessori basati sull’architettura
Power e utilizzati sui sistemi
di proprietà del gruppo, offre
servizi di design e di fonderia
all’esterno. E proprio, secondo
alcuni organi di stampa, il co-
losso statunitense dell’hi-tech
potrebbe mantenere al proprio
interno le attività di progetta-
zione dei chip e vendere sol-
tanto le attività manifatturiere.
In considerazione dell’assolu-
ta incertezza sul perimetro di
attività che verrà ceduto, non
è ancora circolata alcuna cifra
sul possibile incasso derivante
da questa cessione.
Quello che è chiaro nella stra-
tegia di Ibm è che continuerà
anche nel corso del 2014 il
processo di trasformazione
finalizzato alla creazione di
valore per gli azionisti. Tradot-
to significa, che i vertici di Big
Blue cercheranno d’intrapren-
dere tutte quelle azioni, tra cui
la focalizzazione degli investi-
menti sulle aree a maggiore
crescita, la vendita delle attivi-
tà meno profittevoli e il taglio di
quindicimila posti di lavoro a li-
vello mondiale, volte a genera-
re più profitti e a riconquistare
la fiducia di Wall Street. Basti
pensare che dai massimi del
15 marzo dell’anno scorso, le
quotazioni del titolo hanno la-
sciato sul terreno quasi il 20%
del loro valore e sui trentuno
analisti rilevati dalla piattafor-
ma Bloomberg soltanto otto
suggeriscono di comprare le
azioni Ibm mentre 21 preferi-
scono non sbilanciarsi in con-
sigli d’acquisto e due racco-
mandano di vendere.
H
i
-
tech
&
finanza
Ibm medita l’addio
al
business dei chip
Ibm punta tutto
sul cloud
Il gruppo statunitense
sta valutando la
cessione della
divisione chip. Il
management avrebbe
dato già mandato
alla banca Goldman
Sachs. Obiettivo:
portare a casa il più
possibile per finanziare
gli investimenti nel
software
E
lena
K
irienko
F
ederico
F
ilocca
Dopo la cessione dei server
di fascia bassa, Big Blue
potrebbe vendere la divisione
microelettronica oppure
potrebbe trovare un partner per
una joint-venture. I vertici del
gruppo sperano di riconquistare
la fiducia di Wall Street che
nell’ultimo anno ha penalizzato
il titolo