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Q
uando si parla di Open
Source viene spontaneo pen-
sare al codice sorgente di
un’applicazione software. In
questo ambito, il progetto
è senza dubbio l’inizia-
tiva che ha riscosso maggior
successo e che ha saputo di-
mostrare i vantaggi di una
progettazione condivisa lette-
ralmente su scala planetaria.
Quello che era un poco più di
un esercizio nelle mani di un
manipolo di appassionati e vi-
sionari è evoluto in una suite di
prodotti professionali che oggi
gestiscono un’ampia fetta del
Web ed è alla base dello stesso
sistema operativo
. Una
simile transizione è pronostica-
bile anche per l’hardware Open
Source, grazie soprattutto allo
stimolo fornito dalla disponibilità
di smartphone che si prestano
ad operare come veri e propri
hub personali per la raccolta e
la presentazione dei dati pro-
venienti dagli eterogenei dispo-
sitivi di una nascente IoT (In-
ternet of Things). Tra i precur-
sori delle soluzioni aperte nel
settore ICT si possono citare
l’iniziativa
proposta nel 2006 con
il supporto del Programma di
Sviluppo delle Nazioni Unite, e
lo smartphone aperto Neo Fre-
erunner, lanciato nel 2008 dal
progetto
.
Ma è sta-
to con la diffusione di
,
il sistema aperto a microcon-
trollore sviluppato nel 2005 a
Ivrea da Massimo Banzi e col-
laboratori, che l’hardware Open
Source si è messo sulla stra-
da della diffusione globale. La
chiave del successo è da ricer-
carsi, oltre che nell’apertura del
sistema, nel connubio tra basso
costo, flessibilità ed estrema fa-
cilità di programmazione. Co-
munità di ‘makers’ hanno ini-
ziato a condividere le proprie
applicazioni e nuove schede di
interfaccia (gli ‘shield’) hanno
visto la luce. Come per il sof-
tware Open Source, non è sta-
to più necessario reinventare
la ruota e le migliori soluzioni
sono andate via via perfezio-
nandosi grazie a una forma di
collaborazione collettiva – non
necessariamente coordina-
ta. Altre soluzioni più o meno
aperte hanno saputo intercet-
tare la domanda di sistemi di
elaborazione a basso, bassis-
simo costo, anche in forma di
completi computer con tanto di
interfaccia video. Il
Pi
, Single Board Computer con
processore ARM messo a pun-
to da un’associazione senza
scopo di lucro britannica, è pas-
sato da ausilio didattico per ra-
gazzi in età scolare a fenome-
no del momento, a cavallo tra
elettronica e informatica, per i
fautori del faidatè di tutte le età.
Ancora più interessante per gli
sviluppatori industriali è l’offerta
di OlinuXino, l’SBC completa-
mente aperto (basato sull’eco-
nomico chip iMX233) di
che offre prestazioni di grado
industriale e non impone limita-
zioni sul suo utilizzo commer-
ciale. La disponibilità di sistemi
Open Source basati su MCU o
CPU general-purpose permette
a chiunque abbia una buona
idea di realizzare, ma soprat-
tutto di commercializzare, pro-
dotti innovativi incorporandovi
sistemi la cui complessità rea-
lizzativa risulterebbe proibitiva
anche per una piccola o media
azienda. Si aprono così nuove
opportunità tanto per i produt-
tori, quanto per gli utilizzatori
di hardware Open Source. La
libera circolazione delle speci-
fiche, che in linea di principio
consentirebbe a chiunque di
copiare e modificare il prodotto
per fare concorrenza, non è ne-
cessariamente un ostacolo alla
prosperità del produttore di har-
dware Open Source. Secondo
Alicia Gibbs, direttore esecutivo
di
, le comuni-
tà di makers e utilizzatori che si
coagulano attorno a un prodot-
to Oshw contribuiscono infatti
a difenderlo dall’obsolescenza.
C’è il movimento Oshw dietro
il successo del progetto
Re-
, una stampante 3D Open
Source che è addirittura in gra-
do di stampare i propri compo-
nenti, di fatto autoreplicandosi.
In altri casi, la scelta di una
soluzione Oshw è dettata da
esigenze di opportunità eco-
nomica e di ricerca, come nel
caso dell’elettrocardiografo
sviluppato e commercializzato
da
, o del-
la piattaforma di acquisizione
e misura per strumentazione
Open Source
.
Ma c’è da aspettarsi che il ve-
ro e proprio boom per l’Oshw
arrivi dalla nascente Internet
delle Cose, con la sua fame di
connettività intelligente con co-
sti, ingombri e consumi ridotti
ai minimi termini. Se ne sono
accorti i grandi attori, come si
può intuire ad esempio dall’of-
ferta delle piattaforme Edison e
Galileo da parte di
e dei kit
BeagleBoard e LaunchPad da
parte di
.
La bella notizia per gli imprendi-
tori di più piccolo calibro è che
pare se ne siano accorti anche
gli investitori.
EON
ews
n.
572
-
febbraio
2014
3
M
assimo
G
iussani
T
erza
P
agina
La filosofia Open Source applicata all’hardware
sta creando nuove opportunità di crescita per i
produttori di apparecchiature elettroniche
Hardware:
un futuro Open Source
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