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COMPONENTS

IMAGE SENSORS

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- ELETTRONICA OGGI 467 - GENNAIO/FEBBRAIO 2018

il costo del sistema di visione. Nell’approccio neuro-

morfico concepito da Benosman e Posch ogni pixel è

protagonista perché diventa parte attiva del processo

di acquisizione dato che può meritarsi una velocità di

campionamento più alta quando si accorge che il se-

gnale luminoso da lui catturato cambia rapidamente

intensità o colore o, al contrario, si può addormentare

quando il suo contenuto permane immutato. In altre pa-

role, nelle aree dell’immagine dove

ci sono oggetti in movimento i se-

gnali luminosi ricevuti cambiano

continuamente e i pixel che se ne

accorgono decidono di acquisire

più immagini per ogni ciclo del

processo di visione mentre nelle

aree statiche dove i segnali lumi-

nosi non cambiano i pixel posso-

no rallentare l’acquisizione fino a

fermarla, rimanendo in attesa di

ricominciare ad acquisire quando

l’immagine torna a cambiare. È in

realtà lo stesso che fa il nostro cer-

vello perché riceve dagli occhi im-

magini ampie e dense di particolari

ma focalizza la nostra attenzione sulle zone dove ci inte-

ressa guardare. Di conseguenza, abbiamo la sensazione

che l’immagine sia più nitida nei punti dove guardiamo

con più attenzione e non siamo ugualmente ricettivi sul-

le parti dell’immagine che non c’interessano. È proprio

studiando questo meccanismo neuronale che Beno-

sman e Posch hanno realizzato i loro chip che mostrano

un’efficienza straordinariamente superiore agli attuali

sistemi di visione. Li hanno pensati soprattutto per le

automobili a guida autonoma e per i droni, ma le loro ri-

cerche sono servite per fondare insieme ad altri scien-

ziati francesi più esperti nelle applicazioni medicali la

Pixium Vision allo scopo di produrre a Parigi occhiali

capaci di correggere le anomalie della vista e dare a

chi ne ha bisogno una “visione bionica”. In pratica, su

due camere Smart Bioinspired Neuromorphic montate

negli occhiali viene implementata la medesima tecnica

di cattura delle immagini focalizzata sull’attenzione agli

oggetti in movimento. I segnali catturati dai due senso-

ri di visione IRIS (dal nome della membrana oculare e

della divinità greca dell’arcobaleno) sono quindi elabo-

rati dal Bionic Vision Restoration System e inviati a un

impianto epi-retinico di 150 elettrodi che stimolano di

conseguenza altrettanti nervi della retina permettendo

al cervello di ricevere quanto basta per far recuperare

un po’ di vista a chi ha problemi di distrofia retinica o al-

tri inconvenienti simili. In alternativa, la società propone

anche l’invio wireless dei segnali catturati all’impianto

sub-retinico PRIMA che è più efficace nella stimolazio-

ne della retina ma anche più delicato da installare e ge-

stire. Alla nuova versione dei sensori IRIS II è stato as-

segnato il marchio CE ed è stata aggiunta la possibilità

di espianto per eventuale aggiornamento e reimpianto.

Grazie a ciò, gli occhiali bionici Pixium Vision sono oggi

in produzione e in commercio, ovviamente previa pre-

scrizione medica.

Chip di visione

Il chip brevettato da Chronocam si

chiama “Asynchronous Time-ba-

sed Image Sensor”, ATIS, ed è for-

nito insieme al software che serve

per l’elaborazione delle immagini.

L’attuale versione 1.1 è montata in

package Qvga da 304x240 contatti

che misura 9,9x8,2 mm e si può ali-

mentare a 3,3V e a 1,8V nelle parti

analogiche e digitali con un consu-

mo massimo inferiore a 10 mW. La

velocità di acquisizione garantita è

di 100 kfps con un range dinamico

superiore a 140 dB e una compres-

sione dinamica che può variare da 10x fino a 1000x in

funzione della necessità di minore o maggiore risolu-

zione che viene richiesta a ogni immagine da parte dei

pixel. Oltre che alle automobili e ai droni può servire per

realizzare sistemi di riconoscimento gestuale, robot con

capacità di visione, videogiochi ancor più coinvolgenti

o sistemi di sorveglianza più intelligenti.

Fig. 3 – Gli occhiali bionici di Pixium Vision sfruttano la tecnologia

concepita da Benosman e Posch per restituire un po’ di vista a chi ha

problemi a livello della retina

Fig. 4 – Il chip ATIS di Chronocam misura 9,9x8,2

mm, consuma meno di 10 mW per acquisire 100

kfps con range dinamico di 140 dB e compressione

variabile da 10x a 1000x