COMPONENTS
GAS SENSORS
56
- ELETTRONICA OGGI 462 - MAGGIO 2017
L
e storie abbastanza “inquietanti” apparse di re-
cente sui media hanno destato l’attenzione dell’o-
pinione pubblica sulla qualità dell’aria. Lo scan-
dalo Volkswagen sui test per le emissioni ha scatenato
un’indignazione senza precedenti in merito all’effetto
delle emissioni di scarico dei veicoli, che sono poten-
zialmente nocive per la salute degli abitanti delle città.
La consapevolezza della qualità dell’aria che respiria-
mo, sia all’aperto sia al chiuso, è in costante crescita.
L’uomo inala in media circa 15 kg d’aria al giorno, per
l’80% in ambienti chiusi. E mentre la qualità dell’aria
esterna è monitorata regolarmente dalle autorità, la
responsabilità per la qualità dell’aria interna (Indoor
Air Quality o IAQ) spetta a chi occupa un edificio o lo
gestisce, anche se a volte non se ne occupa nessuno.
Così è nata una nuova generazione di sensori compat-
ti, a montaggio superficiale e a basso consumo per i
COV (Composti Organici Volatili), che offre la possibili-
tà di monitorare la IAQ in locale e in maniera distribuita
mediante dispositivi piccoli e accessibili, consentendo
così una gestione più reattiva delle apparecchiature
per il filtraggio e il ricambio dell’aria negli edifici.
Questo articolo illustra il funzionamento di questi nuovi
sensori COV e le differenze tra questi e i sensori assoluti
per il rilevamento dei singoli gas. Inoltre, mostra come
sia possibile fornire dati che consentano una risposta
più efficiente ed efficace alle variazioni della qualità
dell’aria interna da parte delle apparecchiature dedicate.
Gli attuali sistemi di monitoraggio della IAQ
Oggi, gli operatori professionali degli edifici commer-
ciali fanno affidamento perlopiù su uno o due tipi di
dati di qualità dell’aria per controllare il funzionamen-
to dei sistemi di ventilazione e filtraggio. Più comune-
mente, usano le misurazioni assolute di un singolo gas,
in genere l’anidride carbonica (CO
2
). Possono anche
utilizzare le valutazioni soggettive degli occupanti sul-
la qualità dell’aria.
Dato che gli esseri umani espirano la CO
2
, è normale
che la concentrazione di CO
2
in una stanza occupata
aumenti in funzione del tempo e delle persone occupa-
no una stanza; maggiore sarà quindi la concentrazione
di CO
2
in assenza di adeguata ventilazione.
Un’eccessiva concentrazione di CO
2
nell’aria inter-
na è associata a sensazioni di sonnolenza, perdita di
concentrazione, compromissione della capacità deci-
sionale e percezione di “aria viziata”. I sistemi per la
gestione degli edifici commerciali dotati di sensori di
CO
2
attualmente disponibili regolano il funzionamento
delle apparecchiature di filtraggio e/o ventilazione, ba-
sandosi sui livelli misurati di CO
2
. L’obiettivo è mante-
nere l’aria interna fresca e confortevole, riducendo al
minimo lo scambio termico, dato che la perdita di aria
condizionata calda o fredda comporta uno spreco di
denaro e di energia.
La concentrazione di CO
2
è una misura indiretta ra-
gionevolmente affidabile sulla densità di occupazione
umana di un dato spazio. Dal momento che le perso-
ne sono responsabili della produzione sia dei COV,
sia della CO
2
, ossia di quelle che scientificamente (e
con molto tatto) sono definite “bio-emissioni”, i gestori
degli edifici in genere danno per scontato che le ap-
parecchiature per il trattamento dell’aria configurate
per regolare la concentrazione di CO
2
siano altrettanto
in grado di affrontare le concentrazioni dei vari tipi di
COV presenti nell’aria interna.
Nuovi sensori MOX
compatti per il monitoraggio
dell’aria interna
Norwood Brown
Staff Field application engineer
ams – USA
Una nuova generazione di sensori compatti,
a montaggio superficiale e a basso consumo
per i COV (Composti Organici Volatili) offre
la possibilità di monitorare la qualità dell’aria
interna (IAQ) in locale e in maniera distribuita
mediante dispositivi piccoli e accessibili