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XI

DC/DC CONVERTER

POWER 11 - GIUGNO/LUGLIO 2016

vate correnti e tensioni, che comportano forti perdite

di conduzione e commutazione. L’alta tensione sul rad-

drizzatore impedisce anche l’utilizzo di diodi Schottky

efficienti.

La topologia boost che prevede la moltiplicazione me-

diante pompa di carica assicura elevato rapporto di bo-

ost con un duty cycle migliore e minore sollecitazione di

tensione sul commutatore principale e sui raddrizzatori.

Tuttavia, ogni stadio di moltiplicazione a pompa di cari-

ca richiede l’aggiunta di due diodi in serie, che contri-

buiscono alle perdite a causa della caduta di tensione

diretta. Inoltre, poiché la pompa di carica non utilizza

un induttore come sorgente di corrente per limitare la

corrente di picco nei condensatori della pompa, questi

ultimi devono essere caratterizzati da alti valori di capa-

cità per evitare correnti di picco elevate e cadute cicliche

significative. Le alte correnti di picco possono anche au-

mentare il valore medio (rms) della corrente di

commutazione, con un impatto negativo sulle

forme d’onda di controllo di modo comune. Di

conseguenza, i moltiplicatori a pompa di carica

sono particolarmente idonei per applicazioni in

cui la corrente di uscita non supera i 50-100 mA.

La topologia tramite induttore di boost con pre-

sa intermedia può anch’essa garantire tensioni

di uscita elevate con un duty cycle migliore e

minore sollecitazione di tensione sul commuta-

tore principale. Tuttavia, la sollecitazione di ten-

sione sul raddrizzatore di uscita è significativa

ed è necessario tener contro degli effetti dell’in-

duttanza di dispersione del trasformatore. Quest’ultima

provoca picchi di tensione e oscillazioni che a loro vol-

ta generano interferenze EMI e contribuiscono ad au-

mentare la sollecitazione di tensione sul MOSFET e il

raddrizzatore di uscita. Sebbene tali effetti possano es-

sere controllati con appositivi dispositivi di soppressione

(snubber), vi è uno spreco di energia e sono richieste

componenti aggiuntivi e quindi un maggior spazio sulla

scheda.

Una topologia migliorata

La nota applicativa AN-1126 di ADI propone una nuo-

va topologia di convertitore grazie alla quale è possibile

superare molti degli inconvenienti delle topologie tradi-

zionali per erogare rilevanti quantità di energia in pre-

senza di elevati rapporti di boost. Essa, inoltre, permette

di ridurre in modo significativo la sollecitazione di ten-

sione esercitata sui commutatori e sui raddrizzatori prin-

cipali, senza introdurre un aumento apprezzabile delle

sollecitazioni di corrente. Di conseguenza, è possibile

utilizzare MOSFET e raddrizzatori Schottky con presta-

zioni meno spinte durante il funzionamento con cicli di

lavoro moderati per semplificare sia il funzionamento in

modalità di conduzione continua (CCM – Continuous

Conduction Mode) sia il controllo PWM (Pulse Width

Modulation). Inoltre, è possibile evitare i picchi di ten-

sione e le oscillazioni associati all’induttanza di disper-

sione del trasformatore.

Sempre secondo la nota applicativa di ADI, il convertito-

re SEPIC con boost a moltiplicazione (Fig. 2) è in grado

di conseguire tutti gli obiettivi sopra indicati, riducendo

la sollecitazione di tensione e corrente sul commutatore

principale e sui raddrizzatori, nonché l’oscillazione della

tensione picco-picco sul nodo di commutazione per atte-

nuare in modo significativo le perdite di commutazione,

le interferenze EMI e il rumore (principalmente perché

viene fatto uso degli avvolgimenti dell’induttore come

sorgente di corrente, evitando in tal modo i picchi carat-

teristici delle pompe di carica). La possibilità di operare

con un duty cycle moderato consente il funzionamento

in modalità CCM con un semplice controllo in “current

mode”. Tutto ciò permette di trovare il miglior compro-

messo in termini di costi e prestazioni nella fase di scelta

dei componenti.

Nemmeno questa tipologia di convertitore è esente da

svantaggi. Oltre a un aumento del numero di raddriz-

zatori in serie – che contribuiscono a incrementare la

caduta di tensione diretta totale del raddrizzatore con

conseguente incremento delle perdite – cresce la com-

plessità circuitale e il numero di componenti richiesto.

Oltretutto, l’adozione di questa tecnica non è consigliata

in presenza di alti valori di tensioni di ingresso e usci-

ta. Ciò è imputabile alla presenza di un gran numero di

stadi che aggiungono più diodi e avvolgimenti in serie

senza ridurre il picco imposto sia ad essi sia al MOSFET,

con conseguente aumento dei costi e delle perdite totali

sul circuito.

Utilizzando il controllore step-up in modalità corrente

a frequenza fissa

ADP1621

in configurazione SEPIC con

boost a moltiplicazione, i progettisti di ADI hanno realiz-

zato e collaudato un convertitore boost a 12V c.c. in in-

gresso e 200V c.c. in uscita con una corrente di uscita di

250 mA (Fig. 3). Questo progetto prevede raddrizzatori

Fig. 2 – Convertitore SEPIC di tipo boost a moltiplicazione a due

stadi [1]