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- ELETTRONICA OGGI 452 - MARZO 2016

a livello dei singoli core e ciò complica sia la pro-

gettazione software sia la messa a punto hardware.

A tal proposito va, tuttavia, considerato che ancor

oggi permane la consuetudine di proteggere alcu-

ni algoritmi considerati strategici da parte di taluni

costruttori che li farciscono di personalizzazioni

non condivisibili agli altri costruttori malgrado ciò

non sia mai gradito ai progettisti perché costituisce

un ostacolo all’evoluzione di tutte le tecnologie e in

particolar modo del MultiProcessing che richiede

la massima circolazione delle idee fra gli addetti ai

lavori. Far lavorare insieme più core implica l’even-

tualità di attivare simultaneamente più sottopro-

grammi per farli eseguire con tempistiche che sui

vari core possono essere molto simili oppure del

tutto diverse e ciò comporta dei rischi di conflitto

nell’utilizzo delle risorse comuni perché qualunque

meccanismo di arbitraggio si utilizzi rimane sempre

la possibilità che una o più task risultino più rapide

rispetto ad altre eseguite più lentamente oppure

che l’attività di una task interferisca con quella di

un’altra per esempio cambiando lo stato di un bus

oppure occupando una parte di memoria già utiliz-

zata e perciò creando condizioni d’instabilità che

possono propagarsi fino a degradare le prestazioni

del processore. L’unica cosa da fare per risolvere

le probabilità di conflitto fra le task è complicare

ulteriormente sia la progettazione degli algoritmi in

parallelo sia la loro verifica funzionale in hardware

e ciò significa innalzare di conseguenza i tempi e i

costi del ciclo di sviluppo.

SoC All-in-one

Qualcomm Technologies

ha ampliato il concetto

di processore eterogeneo realizzando il System-

on-Chip SnapDragon 820 che definisce “all-in-one”

perché capace di essere generico e specializzato

al tempo stesso e svolgere le mansioni di CPU, DSP

e GPU nonché comandare una videocamera e un

display. Queste caratteristiche sono ottime per gli

smartphone di nuova generazione dov’è impensa-

bile installare tre o quattro processori mentre l’820

consente di garantire tutte le prestazioni necessarie

minimizzando i consumi e la dissipazione termica.

A differenza dei processori SnapDragon 810 e 808

che usavano una CPU ARM Cortex A57 nell’820

è stata ripresa l’architettura custom Krait a 32 bit

concepita due anni fa per l’805 e riprogettata ex-no-

vo per trasformarla in un’architettura a 64 bit quad-

core denominata Kryo e fabbricata in geometria di

riga da 14 nm con

i nuovi transistor

FinFET. Grazie a

ciò il clock è di

2,2 GHz e assicura

prestazioni circa

doppie e consumi

più che dimezzati

rispetto al prece-

dente SnapDragon

810. A bordo c’è il

Symphony System

Manager che co-

manda le tempo-

rizzazioni per l’in-

tero SoC e quindi anche per il DSP Hexagon 680, la

GPU Adreno 530, la camera ISP Spectra e il Display

Engine. Anche questi moduli sono di progettazione

Qualcomm che ha voluto così realizzare un SoC in-

teramente custom dove Symphony può decidere

quali e quante risorse assegnare ai core in modo di-

namico e, per esempio, aumentare il clock alla cam-

era e alla GPU quando l’utente usa lo smartphone

per filmare. Lo stesso DSP Hexagon è configurato in

modo da mantenere always-on solo l’audio e il dis-

play mentre per le altre task è il Symphony a decid-

ere. In questo DSP sono state introdotte le Hexagon

Vector eXtension HVX che consentono di eseguire

istruzioni SIMD (Single-Instruction Multiple-Data)

su fino a 1024 bit in parallelo su quattro ALU per un

totale di 4096 bit elaborati in ogni ciclo. Un’altra no-

vità introdotta è il software Qualcomm Zeroth detto

anche Cognitive Computing Platform perché valuta

le abitudini dell’utente imparando a memorizzare

le configurazioni più frequenti del SoC in modo da

migliorare l’intelligenza dell’apparecchio e renderlo

più efficace nell’adattarsi alle nuove configurazioni.

Core adattativi

Microchip Technology

ha recentemente rilasciato

la nuova famiglia dei microcontrollori PIC32MZ EF

che sfruttano la virtualizzazione hardware propos-

ta da

Imagination Tecnologies

nei suoi ultimi MIPS

M5150 a 32 bit. Ricordiamo che Imagination pos-

siede oggi l’architettura “Microprocessor without

Interlocked Pipeline Stages” più nota con l’originale

etichetta MIPS Technologies e caratterizzata da un

parallelismo a livello delle istruzioni che consente

di scomporre gli algoritmi in più flussi di elabora-

zione (nei MIPS erano le pipeline) che ne acceler-

TECH-FOCUS

NEW COMPUTING

Fig. 2 – I microcontrollori Microchip PIC32MZ EF sfruttano la

virtualizzazione hardware dei core Imagination Technologies

M5150 per partizionare l’esecuzione degli algoritmi e offrire 3,28

di CoreMark/MHz