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ano l’esecuzione a patto di potersi permettere mag-

gior complessità circuitale. Su questo concetto che

risale al 1981 i ricercatori inglesi si sono dedicati

per realizzare ciò che definiscono la virtualizzazione

hardware che riesce, in pratica, a creare più ambi-

enti di elaborazione dove eseguire separatamente

fino a sette porzioni autoconsistenti degli algoritmi

in modo tale da consentire di partizionare un algo-

ritmo in più flussi da processare in parallelo. Parte

fondamentale del core M5150 è l’Hypervisor/Secure

Monitor che si occupa di attribuire ai “guests” la cor-

retta porzione di algoritmi ed assegnare a ciascu-

no alcune risorse esclusive ed altre in condivisione

con gli altri ambienti. Ciò consente di gestire task

complesse che possono persino derivare da diversi

sistemi operativi e garantire consumi massimi infe-

riori a 0,1 mW/MHz. La serie PIC32MZ EF si com-

pone di 48 microcontrollori che integrano nello st-

esso SoC una CPU Imagination M5150, un DSP e una

Floating Point Unit e grazie alla virtualizzazione delle

task che avviene su cinque flussi di elaborazione

riescono a garantire prestazioni certificate in 330

DMIPS (Dhrystone Million Instruction Per Second)

a 200 MHz e 3,28 CoreMark/MHz. A bordo incorpo-

rano un ADC con risoluzione di 12 bit e velocità di

18 MSps, fino a 2 MByte di memoria Flash e fino a

512 kByte di RAM, oltre a un Crypto Engine e ad al-

cune interfacce fra cui USB, Ethernet e CAN. I nuovi

PIC32MZ EF sono anche piuttosto robusti e tollerano

tutti le temperature da -40 a + 85 °C ma ci sono an-

che versioni con escursione operativa da -40 a +105

°C e persino da -40 a +125 °C.

PSoC misti

Cypress Semiconductor

ha inventato il concetto dei

PSoC, o Programmable System-on-Chip, che con-

siste nell’integrare sullo stesso silicio un array di

moduli a segnali misti che possono essere config-

urati con una fase iniziale di programmazione per

diventare unità analogiche e digitali con funzionalità

specifiche. In pratica, nei PSoC Cypress c’è un core

principale per lo più costituito da un ARM Cortex e

poi c’è un array di blocchi detti Programmable Uni-

versal Digital Block oppure Programmable Analog

Block con i quali si possono decidere al momento

della messa a punto le prestazioni da offrire in fun-

zione delle esigenze applicative. I blocchi digitali

possono essere unità logiche del tutto simili a quelle

delle logiche programmabili oppure dei Digital Com-

munication Block contenenti I/O seriali o interfacce

specifiche mentre i blocchi analogici sono in pratica

degli amplificatori operazionali che possono trasfor-

marsi in convertitori ADC ma possono anche ospi-

tare componenti con funzionalità specifiche come i

sensori. Negli ultimi PSoC 4 L-Series la CPU è ARM

Cortex-M0 a 32 bit con clock di 48 MHz e con una

dotazione base di 256 kByte di memoria Flash e 32

kByte di RAM. La configurazione può variare molto

fra i componenti della famiglia ma comprende fra i

moduli analogici quattro amplificatori operazionali,

due comparatori, un ADC SAR con risoluzione di 12

bit e velocità di 1 MSps, quattro iDAC (due da 7 bit

e due da 8 bit) e un multiplexer analogico configu-

rabile da 1 a 55 canali, mentre fra i blocchi digitali

troviamo quattro Universal Digital Block che sono

altrettante logiche CPLD, otto Time/Counter/PWM

da 16 bit e quattro Serial Communication Blocks

configurabili come interfacce I2C, SPI o Uart. Infine,

c’è un modulo specifico con la tecnologia capaciti-

va CapSense per il riconoscimento tattile e ci sono

anche due controlli CAN 2.0, un’interfaccia USB 2.0,

una Bluetooth LE e fino a 98 GPIO, il tutto in package

Tqfp da 48 o 64 pin, Qfn da 68 pin o µBGA da 124 pin.

TECH-FOCUS

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- ELETTRONICA OGGI 452 - MARZO 2016

NEW COMPUTING

Fig.3–SchemaablocchidelPSoC4200-LcheCypressSemiconductor

ha aggiunto alla famiglia dei suoi sistemi sul silicio nei quali si pos-

sono configurar e in variomodo i moduli sia analogici sia digitali