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components

ENERGY HARVESTING

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- ELETTRONICA OGGI 444 - APRILE 2015

L

a possibilità di alimentare un circui-

to elettronico senza l’uso di sorgen-

ti di corrente esterne né di batterie

rappresenta un ottimo traguardo che mol-

ti costruttori stanno perseguendo. Grazie

al fatto che oggi i componenti elettronici

di produzione più recente permettono di

operare a bassa tensione e si acconten-

tano di correnti di lavoro estremamente

contenute, è possibile proporre ai propri

clienti soluzioni decisamente innovative,

che non richiedono

né un

’alimentazione

esterna né alcuna batteria, circostanza

impensabile fino a pochi anni fa.

È

pos-

sibile infatti ricavare la poca energia ne-

cessaria da una fonte ambientale o insita

nell’applicazione stessa: energia lumino-

sa, vibrazioni oppure calore. Quest’ultimo

è presente frequentemente in moltissime

applicazioni industriali nonché nell’automobilistica, e viene

normalmente disperso nell’ambiente. Un vero peccato.

È

in-

fatti possibile sfruttare proprio il calore generato da tubature,

serbatoi nonché motori termici o elettrici per convertirlo in

energia elettrica, con cui alimentare i circuiti di elaborazione

del segnale, di controllo dei sensori o di comunicazione dati.

È sufficiente infatti disporre di pochi volt (anche solo da 1 a

3V) e di pochi milliampere o addirittura poche decine di mi-

croampere.

I generatori termoelettrici

Anche se non molte società costruiscono generatori termoe-

lettrici (detti brevemente TEG, da Thermo-Electric Generator),

tuttavia i modelli oggi disponibili possono essere sfruttati pro-

ficuamente in molti casi reali. Gli elementi termoelettrici sono

infatti noti da molti anni, anche se sono stati utilizzati soprat-

tutto per il raffreddamento dei dispositivi elettronici, sfruttan-

do l’effetto Peltier.

Utilizzando le celle Peltier è infatti possibile far scorrere una

corrente attraverso un array di giunzioni bimetalliche fino ad

attuare un trasferimento di calore da un “lato caldo” a un “lato

freddo”, potendo così essere sfruttate sia per raffreddare sia

per riscaldare. Per ottenere maggiori efficienze, le celle Peltier

possono venir realizzate connettendo assieme un elevato nu-

mero di elementi, che oggi possono essere costituite anche da

elementi a semiconduttore (Fig. 1). L’aspetto di una classica

cella di Peltier è quello di figura 2.

Solo abbastanza recentemente, però, e sicuramente sulla

spinta delle nuove esigenze dell’energy harvesting, si è co-

minciato a sfruttare l’effetto Peltier inverso, denominato “ef-

fetto Seebeck”, che può essere considerato – per così dire – il

“reciproco” del precedente. Infatti, applicando una differenza

di temperatura tra le due facce di una cella di Peltier (ovvero

riscaldando o viceversa raffreddando una sola delle due fac-

ce) si ottiene una differenza di potenziale fra i due conduttori

di alimentazione, utilizzabile per generare corrente e quindi

alimentare un circuito elettrico.

In tal modo è possibile ottenere una fonte di energia da qua-

Generatori termoelettrici

per l’energy harvesting

Paolo De Vittor

Fra le varie tecnologie oggi utilizzabili per l’energy harvesting, quella della

generazione termoelettrica – sebbene per ora poco utilizzata – consente di risolvere

facilmente più di un problema applicativo

Fig. 1 – Utilizzando le celle Peltier è infatti possibile far scorrere una corrente attraverso un

array di giunzioni bimetalliche o di elementi a semiconduttore fino ad attuare un trasferimento

di calore da un “lato caldo” a un “lato freddo”