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4G

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- ELETTRONICA OGGI 444 - APRILE 2015

menti multimediali. Con questo approccio la voce viene

trasformata in flussi di dati adattati ai pacchetti delle

reti LTE ma anche compatibili con le attuali tecniche di

trasferimento voce sulle reti 2G e

3G

, in modo tale da con-

sentire l’uso di entrambe le tecnologie nei percorsi di rete

multipli. In quest’ultimo caso, tuttavia, vanno implemen-

tati opportuni sistemi di adattamento, perché i pacchetti

VoLTE possono teoricamente trasportare circa tre volte la

voce trasportata dalle reti 3G Umts e circa sei volte quella

delle reti 2G GSM. L’approccio CSFB è diverso perché

prescrive che, ogni qualvolta si inizia una conversazione

vocale, la rete cambia immediatamente e automaticamen-

te dalla commutazione di pacchetto alla commutazione di

circuito attraverso un meccanismo denominato SRVCC,

o Single Radio Voice Call Continuity, che non utilizza gli

ISM che perciò non sarebbero più da installare. Questo è

effettivamente un vantaggio che consente ai provider di

implementare i servizi CSFB semplicemente modificando

i Mobile Switching Center (MSC) già installati con costi

inferiori rispetto all’approccio VoLTE ma con un sensibile

svantaggio per gli utenti, perché ora occorre più tempo

alle stazioni per cambiare la propria configurazione dalla

commutazione di pacchetto alla commutazione di circuito

e perciò per telefonare bisogna attendere un po’ di più.

L’approccio SVLTE ne è un’evoluzione adattata alle reti

Cdma2000 e prescrive che sulla rete viaggino insieme

e in parallelo sia i pacchetti dati LTE sia i segnali voce

Cdma2000 senza bisogno né degli ISM né di alcun’altra

modifica alle stazioni, ma con lo svantaggio di richiedere

doppie infrastrutture di rete per entrambi i protocolli.

Problematiche di codifica del segnale voce

Un approccio alternativo che prescinde da queste tre tec-

nologie è costituito dai servizi Over-The-Top (OTT) come

Skype,WhatsApp e Google Talk che consentono effettiva-

mente di introdurre le comunicazioni voce su protocollo

LTE usando solamente i suoi pacchetti e senza bisogno di

alcun accorgimento ma con lo svantaggio di degradare

sensibilmente la qualità del segnale vocale e impedire ai

provider di introdurre servizi di qualità aggiuntivi. Il con-

sorzio GSMA ha introdotto delle procedure comuni per

una gestione compatibile dei servizi OTT e le ha raccolte

nella libreria dei Rich Communication Services, RCS, cui

i provider possono fare riferimento per implementare le

comunicazioni voce OTT sulle reti LTE, ma solo a patto che

siano installati gli IMS. Dunque, l’approccio VoLTE basato

sugli IMS può essere avvantaggiato perché permette di im-

plementare i servizi OTT insieme a opportuni servizi cor-

relati, che consentono ai provider di ricavare dei profitti

considerando che la voce è stata, è tuttora e rimarrà anco-

ra, una delle più importanti fonti di guadagno sul Web. Su

questo approccio sono già cominciate le prime sperimen-

tazioni di servizi innovativi di comunicazione voce e dati

sulle reti LTE come, per esempio, gli Access Point per le

Web Real-Time Communications,

WebRTC

, basate su API in

linguaggio JavaScript oppure iVoLGA ossia gliVoice-over-

LTE Generic Access basati sulle reti GAN, Generic Access

Network, dove i protocolli potrebbero essere ‘open’, ossia

adattabili alle infrastrutture di rete in modo tale da con-

sentire la massima flessibilità di implementazione e utiliz-

zo dei serviziVoLTE.

Fig. 2 – Il Fraunhofer Institute

propone per i segnali voce VoLTE

l’ultima versione della codifica

Advanced Audio Coding – Enhanced

Low Delay, AAC-ELD