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EMBEDDED
50 • NOVEMBRE • 2013
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IN TEMPO REALE
ANDROID
a società di analisi ComScore ha recente-
mente confermato che il sistema operativo
Android detiene più del 50% del mercato sta-
tunitense dei telefonini intelligenti (smartpho-
ne) e ha registrato una diffusione ancora più
forte in Europa, dove la quota di mercato degli smartphone
nelle cinque maggiori economie del continente ha ormai
superato la soglia del 65% (con uno sbalorditivo 87% in
Spagna), secondo i dati appena pubblicati da Kantar. I tablet
PC basati sulla tecnologia Android stanno anche guada-
gnando terreno sugli iPad di Apple in termini di popolarità
globale. A fronte di questa diffusione in continua crescita,
c’è tutt’ora una forte pressione per ampliare ulteriormente
le funzionalità che può offrire agli utilizzatori finali.
Per aiutare i produttori di dispositivi a creare accessori che
possano funzionare con le piattaforme Android, Google ha
presentato nella tarda primavera del 2011 il programma
“Android Open Accessory”. Si tratta di un metodo che
utilizza la tradizionale tecnologia di interconnessione USB
con un processo aggiuntivo di enumerazione, attraverso il
quale la connessione USB (sia essa un dispositivo USB o
una porta USB OTG) permette a una piattaforma Android
(tablet PC, smartphone, e così via) di funzionare, di fatto,
come una periferica/slave invece di dover assumere il ruolo
di nodo ospite (host). In questo modo, quando la piattafor-
ma Android viene messa in modalità “accessorio”, la perife-
rica a cui è connessa funge da host USB, alimentando il bus
ed eseguendo il processo di enumerazione. Le conseguenza
che ne derivano sono molte:
1. Si elimina la necessità che la piattaforma Android alimen-
ti l’hardware a cui è collegata (cosa che altrimenti potrebbe
ridurne significativamente il tempo di funzionamento),
ma può, al contrario, “spillare” potenza dal sistema a cui è
connessa.
2. Semplifica la complessità del sistema, in quanto non vi
è la necessità di supportare lo stack di un USB host, che
controlla il bus USB. Ciò significa che, quando si sviluppa
un’applicazione, non vi è alcuna necessità di andare a orga-
nizzare gerarchicamente l’insieme degli host e dei driver
nella piattaforma Android, e si può ridurre, così, la capacità
di memoria richiesta per il collegamento USB, semplifican-
do al contempo l’architettura software del sistema.
Un hardware che rispetta il protocollo Android Open
Accessory è in grado di rilevare una qualsiasi connessione a
un piattaforma Android. Determinerà poi se la stessa piatta-
forma è in grado di supportare la modalità accessorio attra-
verso i descrittori di periferica. Se lo è, il dispositivo control-
lerà se la piattaforma si trova già in modalità “accessorio”
e in caso contrario tenterà di avviare la suddetta modalità.
L’hardware, a questo punto, è in grado di avviare un trasfe-
rimento dati, fornendo al contempo 500 mA di corrente di
ricarica alla piattaforma Android – cosa che può avere un
impatto positivo sul profilo di alimentazione del sistema, sia
attraverso la ricarica della batteria, sia utilizzando la sor-
gente di alimentazione per soddisfare le esigenze operative.
Possibili applicazioni per “Android Open Accessory”
Sono numerose le aree applicative in cui ci si aspetta che l’i-
niziativa Android Open Accessory susciti grande interesse.
Nel settore sanitario potrebbe fornire benefici in termini di
una mobilità più spinta, una maggiore facilità di utilizzo e
un migliore utilizzo complessivo del tempo. Medici o altri
operatori sanitari potranno estrarre dati (quali la frequenza
cardiaca, il livello di glucosio nel sangue, la temperatura
L
Nuove possibilità
per le applicazioni
Android tramite
la connettività USB
A fronte di una fortissima diffusione di Android vi è la necessità di ampliare ulteriormente le funzionalità
che può offrire agli utilizzatori finali
Dave Sroka
FTDI Chip
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