Table of Contents Table of Contents
Previous Page  22 / 32 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 22 / 32 Next Page
Page Background

EON

EWS

n

.

614

- DICEMBRE 2017

22

chiuso (CCTV), dispositivi DVR

(digital video recorder) e router,

tramite un attacco DDoS (distri-

buted denial of service) su larga

scala, riuscì a bloccare l’acces-

so a noti siti web, tra cui Twit-

ter, Amazon, Reddit, Spotify,

Netflix.

Sul timore per queste minac-

ce sembra però prevalere la

preoccupazione delle azien-

de costruttrici di minimizzare

il time-to-market dei prodotti e

dispositivi IoT, trascurando la

sicurezza; la realtà, ha spiega-

to in una conferenza stampa a

Monaco di Baviera Don Loo-

mis, vice president della busi-

ness unit Micros, Security and

Software della società, è che,

spesso, questi dispositivi IoT

‘intelligenti’ non dispongono di

meccanismi di security. E ciò

per il fatto che, nella maggio-

ranza dei casi, i device embed-

ded non vengono sviluppati

applicando criteri di ‘security by

design’, e perché si ritiene che

aggiungere la caratteristiche di

protezione in un secondo mo-

mento sia costoso, complicato

e dispendioso, anche a livello

di tempo necessario per crea-

re i meccanismi di difesa. Tutte

obiezioni che il chip DS28E38

DeepCover punta a far cadere,

introducendo semplicità d’uso

e la possibilità di rendere sicuri

i device IoT fin dall’inizio, inte-

grando una security basata su

hardware.

Protezione hardware,

approccio preferibile

Analizzando le tecniche di pro-

tezione di dispositivi e prodotti,

continua Loomis, l’approccio

basato su componenti hardwa-

re risulta più solido rispetto alle

strategie di protezione via sof-

tware, perché è più difficile al-

terare un sistema di protezione

a livello fisico, e un circuito inte-

grato sicuro dotato di funzionali-

tà ‘root of trust’ (RoT). Cio nono-

stante, anche adottando circuiti

integrati sicuri, esiste sempre la

possibilità che essi vengano

compromessi da attacchi mirati

a livello di silicio, per sottrarre

le chiavi di cifratura e ottenere

l’accesso ai dati protetti.

Proprio per impedire di rubare

queste chiavi, la soluzione di

sicurezza hardware di nuova

generazione sviluppata da Ma-

xim, attraverso l’integrazione in

DS28E38 della tecnologia PUF

(physical unclonable function)

ChipDNA, ha la capacità di ren-

dere il sistema immune anche

agli attacchi fisici invasivi. In

che modo? La chiave di cifra-

tura principale prodotta dall’au-

tenticatore non è conservata

in una memoria, ma generata

quando serve dal circuito PUF

sfruttando le naturali proprietà

elettriche del semiconduttore

MOSFET. Inoltre, in caso di

attacco fisico invasivo, spiega

Maxim, questo provocherebbe

un’alterazione delle caratteristi-

che elettriche del sensibile cir-

cuito DS28E38, impedendone

la violazione.

Sensori ottici per

monitorare salute,

forma fisica e benessere

Sempre a Monaco, Maxim ha

presentato anche i sensori ot-

tici MAX86140 e MAX86141,

dedicati ad applicazioni medi-

cali e dispositivi indossabili per

la cura della forma fisica e del

benessere. Per applicazioni

analoghe, la società ha reso di-

sponibile anche l’AFE (analog

front end) MAX30001 per elet-

trocardiografi (ECG) e bioimpe-

denziometri (BioZ). I tre nuovi

device, ha spiegato Sui Shieh,

vice president della business

unit Industrial & Healthcare

di Maxim, rappresentano tutti

soluzioni compatte e a basso

consumo per monitorare con

precisione elevata i parametri

fisiologici fondamentali e at-

tuare strategie e programmi di

prevenzione sanitaria.

I sensori ottici MAX86140 e

MAX86141 hanno funzioni di

pulsiossimetro e misuratore di

frequenza cardiaca. Più in det-

taglio, sono utilizzabili per la

misurazione di segnali fotople-

tismografici PPG (PPG, photo-

plethysmography) al polso, al

dito o all’orecchio, per rilevare

la frequenza cardiaca, e la va-

riabilità della stessa, e per la

pulsiossimetria, che misura la

saturazione dell’ossigeno nel

sangue. Tra i vantaggi, dichia-

ra Maxim, i due sensori otti-

ci, comparati a prodotti simili,

consumano meno della metà

dell’energia, e hanno dimen-

sioni inferiori di circa un terzo.

G

IORGIO

F

USARI

O

ggi non prevedere l’integra-

zione di meccanismi di difesa

e protezione in ogni sistema

elettronico o embedded può co-

stare molto caro, e ciò fa della

tutela della cybersecurity un

requisito essenziale nei diversi

progetti, soprattutto nell’era del-

le applicazioni Internet of Things

(IoT). Requisito che

Maxim In-

tegrated Products

sta pun-

tando a rendere più semplice

da soddisfare per gli ingegne-

ri, attraverso l’introduzione sul

mercato dell’autenticatore si-

curo DS28E38 DeepCover con

tecnologia ChipDNA, una so-

luzione studiata per rendere i

vari progetti e dispositivi immuni

anche agli attacchi fisici invasivi.

Sicurezza prioritaria

nell’IoT

La soluzione di Maxim ha l’o-

biettivo di rispondere a esigen-

ze di cybersecurity sempre più

pressanti, perché la complessi-

tà e pericolosità degli attacchi

è cresciuta, producendo danni

e perdite economiche gravi,

basti ricordare quelli causati

quest’anno dal ransomware

Wannacry, con la cifratura dei

dati nei dispositivi degli uten-

ti e la richiesta di riscatti per

lo sblocco degli stessi; o alla

botnet basata sul malware Mi-

rai, che nell’autunno del 2016,

violando telecamere a circuito

Nuove soluzioni per cybersecurity

e

dispositivi ‘wearable’ targati Maxim

A Monaco di Baviera, la società ha

presentato un autenticatore basato

sull’innovativa tecnologia ChipDNA,

oltre a sensori ottici per applicazioni

di prevenzione sanitaria attraverso

l’uso di dispositivi indossabili

L’autenticatore

sicuro DS28E38

DeepCover è

basato sulla tec-

nologia ChipDNA

Un’applicazione

dei sensori ottici

MAX86140/1

e dell’AFE

MAX30001

in dispositivi

indossabili

A

TTUALITÀ