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alizzazione di soluzioni
inefficienti, ingombranti e
costose, per cui è meglio
adottare un approccio che
preveda una sorta di livel-
lamento del picco di carico.
In un contesto di questo
tipo entrano in scena i “su-
percapacitors”.
L’utilizzo di una tradiziona-
le batteria al litio o alcalina,
anche se può rappresentare
una soluzione, evidenzia al-
cune limitazioni. Nei confron-
ti delle batterie, un “superca-
pacitors” può vantare una
densità di potenza molto più
elevata, fino a 100.000 volte
superiore rispetto, ad esem-
pio, a una batteria a botto-
ne Li-MnO
2
(litio/diossido di
manganese).
Come si evince dalla figura
1, i “supercapacitors” sono
caratterizzati da una densi-
tà di potenza (e una durata)
maggiore rispetto alle bat-
terie; in termini di densità di
potenza, un “supercapaci-
tors” può vantare prestazio-
ni superiori di un ordine di
grandezza rispetto a quelle
delle migliori batterie attual-
mente disponibili.
I “supercapacitors” sono
disponibili in diversi fattori
di forma per varie applica-
zioni: si va dai dispositivi a
bottone a quelli cilindrici per
arrivare ai “supercapaci-
tors” laminati a seconda dei
valori nominali della corren-
te di picco (Fig. 2). I com-
ponenti le famiglie DMT e
DMF di
Murata
sono un ti-
pico esempio di condensa-
tori utilizzati in applicazioni
di livellamento del carico.
Le prestazioni dei “super-
capacitors” sono frutto del
tipo di struttura con la quale
sono realizzati. A differen-
za dei condensatori tradi-
zionali, essi non hanno un
dielettrico ma un doppio
strato elettrico (EDL – Ele-
trical Double Layer). Esso
è formato da un’interfaccia
di polvere di carbone atti-
vo (active carbon) e da un
elettrolita. L’immagazzina-
mento della carica non av-
viene attraverso un proces-
so chimico ma è dovuto al
movimento fisico degli ioni
attraverso i pori negli strati
di carbone. I pori mettono a
disposizione una superficie
molto ampia per l’accumulo
della carica, permettendo di
menti dati RF ad alta velocità e
progetti RF multibanda, tra cui:
dimensioni ridotte, alta affidabi-
lità, basso rumore e group de-
lay estremamente ridotto. I no-
tevoli progressi dei CV MLCC
continuano inoltre a fornire ai
progettisti valori di capacità
sempre più elevati in package
sempre più piccoli e un’affida-
bilità sempre maggiore. Questi
dispositivi attualmente stanno
impattando in un modo estre-
mamente positivo sui driver
LED, alimentatori e elettronica
di consumo portatile. Allo stes-
so modo, gli MLCC ad alta ten-
sione si stanno evolvendo per
supportare le esigenze dei se-
miconduttori compound da 3-5
µm e degli smart meter. Questi
dispositivi vengono utilizzati in
un’ampia gamma di applicazio-
ni finali, tra cui drive elettrici ad
alta efficienza, remote power
conversion e transient integra-
tion. Gli MLCC BME (Base Me-
tal Electrode) per applicazioni
spaziali forniscono un supporto
critico per la crescente com-
mercializzazione dello spazio,
così come per l’industria spa-
ziale tradizionale. Gli MLCC
BME offrono soluzioni high-CV
per applicazioni spaziali e, in
quanto tali, consentono riduzio-
ni estremamente interessanti di
dimensioni e di peso per l’har-
dware finale. La tecnologia
BME è incredibilmente promet-
tente per nuovi progetti di con-
versione di potenza nello spa-
zio e per quelli general logic.
Inoltre, i condensatori DC-link
si stanno evolvendo in packa-
ge piccoli e a bassa induttan-
za che permettono importanti
miglioramenti nell’efficienza e
nell’affidabilità della conversio-
ne di energia dei veicoli elet-
trici. Contemporaneamente, le
applicazioni di conversione di
potenza stanno ampliando l’u-
so di questi dispositivi, creando
un solido aumento del volume
della domanda e spingendo
l’insieme delle tecnologie sia
dal punto di vista elettrico sia
da quello fisico.
P
er poter sfruttare appieno
i vantaggi di IoT, prestazio-
ni e funzionalità di questi
dispositivi “intelligenti” sono
velocemente aumentate.
L’incremento di funziona-
lità comporta un aumento
della complessità, accom-
pagnata da una maggiore
dissipazione di potenza. I
progettisti, dal canto loro,
hanno messo in atto ogni
accorgimento per minimiz-
zare la potenza dissipata
adottando modalità di fun-
zionamento di tipo dina-
mico, che prevedono ad
esempio la possibilità di
porre il dispositivo in una
modalità di “sleep” (quindi
a basso consumo) quando
le richieste di elaborazione
sono ridotte; vi sono tuttavia
alcune applicazioni, come
le comunicazioni wireless
oppure il lampeggiamento
di un LED, che richiedono
una potenza di tipo “burst”
(potenza impulsiva, ovvero
una potenza di valore ele-
vato per un tempo ridotto).
Non solo i circuiti a bassis-
simo consumo (micro-po-
wer), ma anche numerosi
dispositivi – dai motori di
piccole dimensioni ai conta-
tori “intelligenti” (smart me-
ter) agli amplificatori audio
– richiedono la possibilità di
fornire una potenza di picco
per brevi istanti; l’aggiunta
di tale funzionalità, ovvia-
mente non deve avere un
impatto sui costi e/o sulle
dimensioni.
Dimensionare la batteria
in funzione di questi pic-
chi di carico porta alla re-
KUNIO
NOMURA
,
product
manager
capacitors di
Murata
segue da pag.27
Il ruolo dei “supercapacitors”
nel
progetto dei futuri sistemi energetici
Nel volgere di pochi anni, dispositivi che non integravano a bordo nessun
componente o circuito elettronico – e ovviamente non prevedevano alcun
tipo di capacità di elaborazione delle informazioni – sono divenuti sempre
più “intelligenti” entrando a far parte dell’universo IoT (Internet of Things)
K
UNIO
N
OMURA
Confronto tra
la densità di
potenza dei
“supercapaci-
tors” di Mura-
ta e quella di
varie tipologie
di batterie
P
AROLA
ALLE
AZIENDE
CAPACITORS