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EON

EWS

n

.

606

-

MARZO

2017

20

N

el mercato del lavoro italia-

no c’è una sensibile penuria

di knowhow specialistico. Da

una parte c’è una massiccia

ricerca di personale qualifica-

to e dall’altra sembra però non

esserci un’adeguata risposta.

A parlarne recentemente uno

studio pubblicato dall’

Osser-

vatorio Startupper’s Voice

,

effettuato su un panel di circa

200 startup italiane: il dato più

interessante della ricerca sot-

tolineava che il 40% delle star-

tup aveva avviato un processo

di ricerca di personale qualifi-

cato senza riuscire a raggiun-

gere dei risultati soddisfacenti.

Di più: solamente il 15% degli

intervistati aveva dichiarato di

aver individuato le competen-

ze ricercate nei candidati se-

lezionati, mentre l’11% aveva

di fatto rinunciato alla ricerca

del personale. A confermare,

sul campo, gli esiti dello studio

anche la

Adami & Associati

,

società di head hunting di Mi-

lano, specializzata in ricerca di

personale qualificato per Pmi

e multinazionali.

Un ostacolo

alla crescita

Le difficoltà riscontrate dalle

startup nella ricerca di perso-

nale qualificato costituiscono

un vero e proprio ostacolo alla

loro crescita. Che cosa do-

vrebbe ricercare una startup

nei propri potenziali collabo-

ratori al momento della sele-

zione del personale? “Il mio

consiglio principale è quello di

guardare alle competenze tec-

niche, ma non solo. Un occhio

di riguardo deve essere dedi-

cato anche alle cosiddette soft

skills, proprio per l’ambiente

particolare in cui solitamente

le startup si trovano ad ope-

rare” racconta Carola Adami

founder e Ceo di Adami & As-

sociati. “Per riuscire a portare

sul mercato una nuova azien-

da è infatti necessario un alto

livello di coesione all’interno

del gruppo di lavoro, il quale

sarà per forza di cose sotto-

posto a continue e stressanti

pressioni: le startup si trova-

no infatti spesso schiacciate

da pianificazioni rigidissime e

particolarmente serrate, oltre

che dalle frenetiche startup

competition. Da questo punto

di vista, dunque, la ricerca di

personale qualificato per que-

ste neonate aziende non può

fermarsi al puro soddisfaci-

mento dei requisiti tecnici, ma

deve andare oltre, puntando

a una ulteriore compatibilità

di tipo relazionale. Tutto sta,

dunque, nel cercare fin da su-

bito di formare team perfetto

attraverso un’oculata strategia

di ricerca e di selezione del

personale” continua Adami.

Un aiuto per le startup:

le aziende Accelerator

Risulta dunque ovvio come

quello del recruiting sia un pro-

cesso chiave per il successo

di una startup; il suo vantag-

gio competitivo sta infatti gran

parte proprio nella ricerca di

personale qualificato e nella

sua individuazione. Eppure, in

molti casi, paradossalmente,

le startup non dedicano la ne-

cessaria attenzione al proces-

so di selezione del personale.

Il percorso verso il successo

delle startup italiane si pre-

senta quindi irto di ostacoli. E

proprio per aiutare la loro cre-

scita stanno nascendo anche

in Italia le cosiddette Accelera-

tor, ovvero aziende che met-

tono a disposizione delle star-

tup più promettenti le proprie

tecnologie e le proprie risorse,

in modo da garantire loro un

accesso veloce e duraturo sul

mercato. Anche questo tipo di

aziende, però, rischiano di in-

correre in uno degli stessi pro-

blemi tipici delle startup che

vorrebbero aiutare, ovvero la

difficoltosa ricerca di persona-

le qualificato. Se infatti è vero

che alle startup occorrono

figure professionali particolar-

mente competenti e innovati-

ve, lo stesso si può dire delle

Accelerator, le quali presenta-

no un modo di fare business

totalmente nuovo per il nostro

scenario nazionale. Una figu-

ra centrale in queste aziende

è per esempio quella dei Bu-

siness Development Team,

a metà strada tra il ruolo di

direttore commerciale e quel-

lo di recruiter. I loro compiti

principali sono infatti quello

di scovare nel mare magnum

del mercato le startup più pro-

mettenti da accogliere sotto le

ali protettrici dell’acceleratore,

oltre a quello di impostare nel

migliore dei modi la strategia

di vendita di ogni singolo pro-

dotto o servizio.

I manager a supporto

delle startup

Il problema del recruiting

all’interno delle startup, dun-

que, può essere in parte ri-

solto – nei casi più fortunati

– dalle attenzioni e dai finan-

ziamenti di un efficace Acce-

leratore d’impresa. La nascita

di questo nuovo attore com-

porta però ovviamente anche

la ricerca parallela di nuove

figure professionali altamen-

te qualificate, indispensabili

per dare il giusto appoggio

alle startup nascenti. Si parla

dunque per lo più di manager

caratterizzati da competen-

ze trasversali di tipo tecnico,

capaci di resistere allo stress

della gestione di più progetti

nel medesimo tempo. Le fi-

gure maggiormente ricercate

dalle Accelerator sono quindi

gli ingegneri hardware, re-

sponsabili della realizzazio-

ne di sistemi elettronici e in

grado di coordinare un team

di hardware engineering; gli

ingegneri software, capaci

di implementare applicazio-

ni avanzate su piattaforme

tecnologicamente innovati-

ve; infine, i digital marketing

manager, responsabili delle

strategie di marketing digitale

e di media relations, per assi-

curare un crescente numero

di clienti alle startup coinvolte

nell’acceleratore.

Le startup cercano personale

qualificato

(ma non lo trovano)

Cercano personale qualificato, ma non lo

trovano. È questo il più grande ostacolo alla

crescita delle startup. Oggi arrivano in aiuto

anche in Italia le cosiddette Accelerator.

Vediamo di che cosa si tratta

L

AURA

G

ALLI

CAROLA

ADAMI

founder

e Ceo di Adami

& Associati

A

TTUALITÀ