EON
EWS
n
.
601
-
OTTOBRE
2016
4
G
randi manovre nell’industria
dei semiconduttori dove aggre-
gazioni e fusioni sono all’ordine
del giorno. L’obiettivo è di miglio-
rare redditività e competitività,
realizzando economie di scala
ed entrando in nuovi settori di
mercato. Per gli esperti è pro-
babile che il 2016 si riveli un
anno da record per le nozze
fra big del settore superando
l’anno precedente quando, se-
condo i dati
Dealogic
, l’attività
di Merger & Acquisition (M&A)
del comparto ha totalizzato 145
miliardi di dollari con una cre-
scita di ben 46 miliardi rispetto
all’esercizio precedente.
Molto dipenderà naturalmente
da come si chiuderanno alcune
partite in corso. Fra queste, par-
ticolarmente rilevante è quella
di
Qualcomm
, che sarebbe in
discussione per l’acquisto dell’
olandese
NXP
per una cifra vi-
cina ai 30 miliardi di dollari. Con
il mercato dei cellulari ormai
maturo, la strategia del gruppo
punta a diversificare, potenzian-
do segmenti in crescita come
automotive, datacenter e Inter-
net degli oggetti (IoT). E ha indi-
viduato una buona occasione in
NXP, che ha acquisito lo scorso
anno
Freescale
per 11,8 miliar-
di di dollari ed è adesso il più
grande fornitore di single chip
nell’industria automotive. Per
NXP il business elettronico delle
quattro ruote rappresenta ormai
quasi il 40% del suo fatturato.
Un successo decisamente in-
teressante per Qualcomm che,
faticando a ritagliarsi uno spazio
con le sue sole forze, punta ad
un’operazione strategica per
entrare in questo promettente
settore in forte crescita. I produt-
tori di auto puntano infatti sem-
pre di più sui sistemi elettronici
per il divertimento, la sicurezza
e l’assistenza alla navigazione,
fino alla guida totalmente auto-
noma che per il
Boston Con-
sulting Group
potrebbe valere
42 miliardi di dollari nel 2015 per
il mercato dell’auto.
Per gli analisti, chi si ferma è
perduto. Anche perché il fer-
mento nel M&A ha rafforzato
già alcuni giganti e competitor
dell’industria. È il caso del colos-
so giapponese
Softbank
che
ha appena conquistato
ARM
holding
, azienda britannica le-
ader nel comparto del design
di microchip per smartphone e
tablet, con un’offerta da più di
30 miliardi di dollari, rafforzan-
do così la sua presenza nel
mercato dell’Internet of Things
(IoT). Intanto dall’altro lato
dell’Oceano già a luglio,
Ana-
log Devices
, gruppo
specializzato in chip per
il trattamento dei segna-
li, aveva acquistato
Li-
near Technology Corp
per 13 miliardi. “L’im-
pressione è che il risiko
nel settore continui – ha
spiegato un banchiere
londinese – di certo as-
sisteremo a nuovi movi-
menti che faranno bene
anche all’andamento dei
titoli in Borsa”.
È
ufficiale,
BlackBerry
, l’azien-
da canadese che ha pratica-
mente inventato lo smartpho-
ne – e ci ha reso un po’ tutti
dipendenti da questo oggetto
nelle nostre mani – ha smesso
di produrre i suoi telefoni, i pri-
mi che alla fine degli anni 90 ci
hanno permesso di leggere le
mail direttamente dal cellulare.
La società ha di fatto gettato
la spugna e ammesso la scon-
fitta in una battaglia – persa
già da tempo – contro Apple e
Samsung.
La produzione dei telefoni va
a partner esteri e la società si
focalizza sul business del sof-
tware, più redditizio e in rapi-
da crescita. Si formalizza e si
completa la fase intrapresa dal
Ceo John Chen, in carica da
circa tre anni, iniziata dando la
produzione di alcuni modelli in
outsourcing, nello specifico a
Foxconn Technology Group. Va
comunque detto che i disposi-
tivi BlackBerry non spariranno
dalla circolazione. BlackBerry
ha infatti stipulato un accordo
di licenza con una società in-
donesiana che continuerà a
produrre e distribuire i disposi-
tivi del brand, ma sembrerebbe
vi siano altre offerte in cantiere
con produttori cinesi e indiani.
Blackberry continuerà a proget-
tare applicazioni per smartpho-
ne e una versione sicura del
sistema operativo Android.
“Il mercato ha parlato e io ho
semplicemente ascoltato”, ha
affermato il Ceo John Chen. “Bi-
sogna evolversi verso settori in
cui siamo forti, e la nostra forza
è in realtà il software, i servizi
enterprise e tutto l’ambito della
sicurezza”.
Blackberry ha completato un
percorso già iniziato, dando
l’intera attività produttiva ad
altri, pur tenendo i ricavi degli
accordi di licenza. Questa de-
cisione, dunque, non è proprio
una novità anche se ha un for-
te significato. L’ultimo telefono
di BlackBerry, il DTEK50, era
già quasi completamente in
outsourcing, e la mossa è un
grande passo simbolico per una
società che aveva un valore di
mercato di 80 miliardi di dolla-
ri e oggi ne vale 4,3 miliardi di
dollari.
BlackBerry
non produrrà
più i suoi telefoni
Chip,
M&A col vento
in poppa nel 2016
È la fine di un’era.
Blackberry abbandona la
produzione di smartphone
e diventa un’azienda
interamente dedicata
a software e sicurezza.
I dispositivi saranno
prodotti da partner esteri
Competitività e
redditività alla
base della crescita
delle aggregazioni
nel comparto dei
semiconduttori
A
NTONELLA
P
ELLEGRINI
F
EDERICO
F
ILOCCA
Fonte:
Reuters
La caduta di un simbolo
Era il 1999, quando uscì il BlackBerry 850,
dotato di una tastiera funzionale con la pos-
sibilità di leggere e rispondere alle E-mail,
in pratica inaugurando l’era moderna dello
smartphone. Oltre a ciò, un sistema opera-
tivo proprietario garantiva una sicurezza as-
soluta dei dati trasmessi, diventando così lo
strumento di lavoro per manager e dirigenti,
ma anche per i capi di stato, tra questi il
presidente Barack Obama, che fu un grande
estimatore del BlackBerry. Nel 2007, però, vi
fu il debutto dell’iPhone con sua interfaccia
touch e delle app. In un primo momento mol-
ti utilizzatori dichiararono che non avrebbero
mai e poi mai rinunciato alla famosa tastie-
rina Qwerty, ma il richiamo delle app e dei
cellulari con sistema operativo Android o iOS
ha avuto la meglio.
H
I
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FINANZA