EON
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n
.
589
-
settembre
2015
4
H
i
-
tech
&
finanza
I
chip giocano un ruolo es-
senziale nel cuore dei sistemi
di illuminazione LED, che si
stanno imponendo rapida-
mente in tutti i settori grazie
alla loro affidabilità, versatilità
ed efficienza. Sono loro che
permettono infatti di gestire
la resa cromatica, l’intensità
e l’efficienza luminosa. Per
questo motivo, si prospetta
una crescita annuale a due
cifre fino almeno al 2019. È
questa la previsione della so-
cietà di ricerche di mercato
Infiniti Research, che preve-
de un incremento del 12,89%
CAGR in termini di fatturato e
del 30,20% per unità di chip
Led nel periodo compreso
fra il 2014 e il 2019. Queste
stime di crescita, a livello glo-
bale, sono la conclusione di
uno studio che ha analizza-
to i 5 player principali
( Cree , Epistar,
Nichia , OSRAM Opto Semiconductorse
Philips Lu- mileds Lighting Company) ol-
tre che numerosi altri produt-
tori di secondo piano sparsi in
tutto il mondo. La produzione
di chip per LED avviene però
principalmente in APAC (Asia/
Pacifico) e si concentra in par-
ticolare in quattro paesi: Giap-
pone, Taiwan, Cina e Corea
del Sud.
Secondo gli esperti della so-
cietà di ricerche, la crescita
del segmento dei chip per
LED sarà trainata dalle scel-
te sempre più ecocompatibili
dei governi e altri enti pubbli-
ci in numerose nazioni oltre
che dalla flessione del prezzo
medio di vendita dei LED che
ne ha favorito la diffusione. Da
un lato, infatti, gli enti pubbli-
ci in numerosi Paesi vedono
aumentare la pressione per
una maggiore atten-
zione all’ambiente e
per la riduzione dei
costi operativi dell’il-
luminazione pub-
blica. La tecnologia
LED, grazie a un
facile smaltimento
e ai consumi elettrici più ridotti
rispetto alle tecnologie con-
correnti, risponde a tutte e due
le esigenze e risulta dunque
favorita dalle più recenti legi-
slazioni in materia di efficien-
za energetica. Inoltre l’elevata
affidabilità e l’ottima durata di
vita media garantiscono mino-
ri costi di manutenzione. Sul
fronte dei componenti invece,
forti investimenti da parte dei
produttori in Ricerca e Svilup-
po (R&D) e un miglioramento
dei processi industriali hanno
permesso una riduzione del
costo di produzione dei LED
per kilo lumen, con conse-
guente diminuzione dell’A-
SP (Average Selling Price, il
prezzo medio di vendita). Le
prospettive sembrano dunque
molto positive e l’unica vera
minaccia sembra venire dalla
tecnologia dei pannelli OLED
(Organic LED) che, oltre
all’efficienza energetica, offre
anche caratteristiche interes-
santi di flessibilità e trasparen-
za ma il cui costo rimarrà alto
finché non verranno sfruttate
appieno più ampie economie
di scala.
La Cina
fa ballare
i titoli tecnologici
Crescita a due cifre
per i
chip per LED
La forte crescita
dei sistemi di
illuminazione a
LED si riflette sulle
previsioni di vendita
dei chip che li
gestiscono
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a decisione di
People’s Bank of Chinadi svalutare lo yuan sul
dollaro statunitense, insieme ad
altre misure prese sul fronte dei
prestiti bancari, per arginare i ri-
petuti crolli della Borsa di Shang-
hai ha condizionato pesante-
mente l’andamento dei mercati
azionari internazionali nella se-
conda metà di agosto. Alla base
dell’ondata di vendite che ha tra-
volto il listino cinese i timori degli
investitori per un possibile brusco
rallentamento della (finora impe-
tuosa) crescita dell’economia
del Dragone. Ricordiamo che la
Cina è il primo Paese esportato-
re al mondo ed è la terza econo-
mia del pianeta con il 13,3% del
Prodotto Interno Lordo globale
(rilevazioni della Word Bank di
fine 2014), alle spalle dell’inte-
ra Unione europea (23,7%) e
degli Stati Uniti (22,3%). Senza
dimenticare che Pechino è uno
dei principali mercati mondia-
li dell’Information Technology,
sempre dietro gli Stati Uniti, ma
leggermente davanti al Giappo-
ne. L’eventuale frenata dell’eco-
nomia cinese rappresenterebbe,
quindi, un fattore negativo per
tutte le altre economie mondiali
che tanto dipendono dalle espor-
tazioni verso Pechino. Basti pen-
sare che nel primo semestre del
2015
Appleha generato nel solo
Paese asiatico ben 30,05 mi-
liardi di dollari, pari al 27,9% del
suo fatturato totale e in crescita
dell’87,1% rispetto allo stesso
periodo del 2014. Dai grandi
numeri in gioco, si comprende
quindi la reazione schizofrenica
delle Borse mondiali, e dei titoli
del settore tecnologico, alle noti-
zie provenienti dalla Cina. L’indi-
ce principale delle azioni hi-tech
quotate a Wall Street, il Nasdaq
Composite, ha aperto la seduta
dello scorso lunedì 24 agosto
in calo del 7,53% rispetto alla
chiusura del venerdì preceden-
te, con Apple che in apertura è
addirittura crollata del 13,01 per
cento. I titoli del colosso di Cu-
pertino hanno poi parzialmente
recuperato le perdite evidenziate
all’avvio delle contrattazioni, tra-
scinando con sé tutta Wall Stre-
et, sulla scia della mail che l’am-
ministratore delegato di Apple,
Tim Cook, ha inviato all’analista
Jim Cramer dell’emittente televi-
siva statunitense CNBC. Mail in
cui il successore di Steve Jobs
alla guida della Mela spiegava
di avere visto una “forte crescita”
in Cina negli ultimi due mesi, evi-
denziano l’accelerazione delle
attivazioni di iPhone e parlato di
aumento record per l’App Store
cinese.
Le rassicurazioni di Cook, con
Apple che dall’alto dei suoi quasi
650 miliardi di dollari di capitaliz-
zazione è la società che vale di
più al mondo, e le misure messe
in campo dalla Banca centrale
cinese hanno consentito alle
Borse mondiali di recuperare
rapidamente il terreno perduto.
La delicatezza del periodo che
sta attraversando l’economia del
Dragone potrebbe ancora farsi
sentire sui mercati azionari inter-
nazionali, e sui titoli tecnologici in
particolare.Siprepara, quindi, un
autunno da vivere sulle monta-
gne russe per gli investitori, non
solo cinesi.
Le azioni del settore
hi-tech sono state
prima travolte
da un’ondata di
vendite, per poi
essere rapidamente
ricomprate anche
sulla scia delle
rassicurazioni del
numero uno di Apple
sull’andamento del
business nel Paese
asiatico negli ultimi
due mesi
Foto:
People’s Bank
of China
Foto:
istl.com