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EON
ews
n.
562
-
marzo
2013
11
sodo per vincere questa sfi-
da. Sono partite iniziative di
coordinamento fra i cluster di
ricerca, ad esempio quelli di
Dresda, Grenoble, Eindho-
ven/Lovanio, con l’intenzione
di espandersi ad altre aree.
Un altro aspetto è il posizio-
namento dell’industria euro-
pea che non sempre è alli-
neata con gli sforzi dei nostri
grandi centri di ricerca.
Gli sviluppi della nanoelet-
tronica potrebbero avere
effetti positivi sull’industria
europea dei semiconduttori?
Imec
Si deve considerare che l’in-
dustria dei semiconduttori
opera a livello globale (non
ha un carattere continentale
o nazionale) e che l’Europa
è un’area di marcata focaliz-
zazione sulla R&D e sull’in-
novazione. Sono questi i
punti di forza europei, che
insieme alla conoscenza e
all’expertise nei materiali
e nell’equipment vengono
proposti globalmente a tutte
le aziende produttrici leader
sulla scena internazionale.
Micron
Purtroppo esistono aspet-
tative non giustificate sulla
correlazione tra ricerca e
produzione industriale, so-
prattutto nel caso di industrie
ad alto valore tecnologico
che richiedono pesanti inve-
stimenti negli impianti ma-
nifatturieri. I risultati della
ricerca, soprattutto quella di
base sono facilmente espor-
tabili, mentre le grandi unità
produttive sono condizionate
dalla disponibilità non solo
di competenze tecniche e
di infrastrutture ma anche
di finanziamenti a condizio-
ni favorevoli. Ad esempio
possiamo citare il fatto che il
Belgio ha con Imec uno dei
centri di ricerca più avanza-
ti al mondo nel campo della
nanoelettronica. Questo ha
fatto si che tutte le maggiori
industrie mondiali del settore
come Intel, Samsung, Micron,
Hynix, ASML, abbiano stabi-
lito rapporti di collaborazione
e abbiano inviato lì i propri
ricercatori. Però non una sola
di queste industrie ha aperto
un’unità produttiva in Belgio.
Un esempio diverso è il polo
tecnologico di Grenoble, dove
investimenti bilanciati alla ri-
cerca e alle infrastrutture in-
dustriali del governo francese
hanno permesso di realizzare
una linea di sviluppo e produ-
zione nel campo della nanoe-
lettronica di livello mondiale.
Riaprire unità produttive in
Europa è qualcosa che tutti
i maggiori produttori europei
desidererebbero fare, ma di-
pende essenzialmente dalla
capacità dell’Europa di darsi
una politica degli investimenti
industriali solida e credibile.
Anche la nascita e la crescita
di nuove industrie dei senso-
ri capaci di diventare leader
mondiali può avvenire solo là
dove esistono condizioni favo-
revoli di politica industriale.
Quali novità attendersi dalle
applicazioni delle tecnologie
nanoelettroniche nel medio
periodo?
Imec
Grazie alle continue evo-
luzioni un po’ tutti i device
progrediranno nella direzio-
ne del “fully connected”, con
come i MEMS o i sensori di
immagine ed è ben posizio-
nata globalmente nell’elet-
tronica automotive, inclusi
i controller di memoria non
volatile embedded e nel bu-
siness degli IC secure.
A livello di enti di ricerca
pubblici, abbiamo due grandi
laboratori che sono in prima
linea in molte aree di ricerca;
sono IMEC in Belgio e
in Francia.
IMEC, ad esempio, è rico-
nosciuto a livello mondiale
nella ricerca avanzata sui
device (FinFET, III-V) e sul-
le attrezzature, compresa la
litografia (EUV). LETI aveva
avviato lo FD-SOI ed è molto
avanzato anche sui MEMS,
sull’integrazione 3D e sulla
fotonica del silicio.
Quali sono le maggiori sfide
che deve affrontare la ricer-
ca nanoelettronica europea
per giocare d’anticipo rispet-
to ad altre aree mondiali?
Micron
Il contesto dove si opera è
sicuramente la più grande
sfida. I finanziamenti pubbli-
ci alla ricerca europei sono
mediamente molto più ge-
nerosi che altrove, ma sono
dispersi e non correlati alle
esigenze industriali, se non
per la buona volontà dei sin-
goli ricercatori. Dal punto di
vista industriale, invece, si
è assistito a un progressivo
abbandono delle tecnologie
più avanzate, a causa dei
costi troppo elevati e della
mancanza di una politica di
supporto all’industria, come
avviene ad esempio negli
USA, in Corea, a Taiwan o
a Singapore. Solo la Francia
ha continuato a sostenere in
modo coerente le tecnolo-
gie avanzate e non per caso
STMicroelectronics è l’unica
industria europea a essere
attiva nella nanoelettronica
avanzata. Altre società pre-
senti in Europa sono di ma-
trice americana, come Intel,
Global Foundries e Micron.
STMicroelectronics
Una grande sfida per l’Eu-
ropa è la frammentazione:
manca una visione unificata
e sebbene la collaborazione
oltre confine sia possibile,
di fatto è difficile metterla in
pratica. I più importanti clu-
ster della ricerca nanotecno-
logica europei ne sono con-
sapevoli e stanno lavorando
R
eport
Economia europea e nanoelettronica,
spingere sulla ricerca
La nanoelettronica è un tema di estrema rilevanza per il futuro dell’economia
europea. Percorrere la via delle dimensioni nano porterà a una svolta nelle
produzioni e nei processi di fabbricazione industriale che verosimilmente
segnerà una nuova epoca
continua a pag.12
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