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TECH-FOCUS

ENERGY HARVESTING

40

- ELETTRONICA OGGI 469 - APRILE 2018

Lucio Pellizzari

Le ultime novità cambiano il concetto di batteria e arrivano a

escluderla grazie a dispositivi di harvesting sempre più efficaci

nel raccogliere l’energia solo quando serve e quanto basta

ENERGIACON

OSENZALEBATTERIE

evoluzione tecnologica

delle batterie è oggi alle

prese con la tentazione

di preferire materiali elastici,

flessibili e persino liquidi che

consentano di realizzarle con

ogni forma plastica e perciò

geometricamente adattabili nei

moderni prodotti elettronici.

In questa scelta si nasconde

lo svantaggio che si tratta di

materiali volatili che perciò si

deteriorano proprio perché

immagazzinano energia e per-

tanto dopo molti cicli di cari-

ca e scarica peggiorano nelle

prestazioni. Al contrario, se si

scelgono materiali più solidi e ingombranti si

possono realizzare celle energetiche robuste

che durano più tempo e sopportano meglio le

condizioni ambientali soprattutto in termini di

temperatura e umidità. C’è poi chi spinge per

incorporare in ogni batteria anche il circuito di

ricarica perché così la protegge meglio dalle

sovracorrenti e dalle sovratensioni sia durante

i cicli di scarica e ricarica sia nell’uso in tutto il

suo ciclo vitale. L’altro lato dell’evoluzione delle

batterie è costituito dal farne a meno. Nei milio-

ni di dispositivi IoT che stan-

no gradualmente invadendo la

nostra vita la batteria sta diven-

tando un optional grazie allo

sviluppo di nuove tecnologie

di energy harvesting capaci di

catturare l’energia ambientale

solo quando serve in modo tale

che possa essere utilizzata al

momento giusto, senza sprechi.

Nel report “Battery Elimination

in Electronics and Electrical

Engineering 2018-2028” gli

analisti irlandesi di Research

and Markets stimano sulle cen-

tinaia di miliardi il numero delle

batterie di cui faranno a meno

le applicazioni IoT nel prossimo decennio. Il

motivo è che i consumi dei circuiti elettronici

sono ormai così bassi che per soddisfarne tutte

le necessità energetiche basta un buon “recupe-

ratore” di energia locale eventualmente accom-

pagnato da un buffer di energia locale.

Gli ioni di litio preferiscono il vetro

e il sodio

John Goodenough, professore alla Cockrell

School of Engineering della The University of

Texas di Austin e pioniere nello sviluppo delle

batterie ricaricabili agli ioni di litio, ha speri-

mentato un’innovazione che può triplicarne la

capienza di energia e la durata di vita. Nelle

attuali celle c’è un elettrolita liquido che serve a

trasportare gli ioni di litio dall’anodo negativo al

catodo positivo, vantaggioso nello stato liquido

perché velocizza tale fase ma rischioso perché

risente di un fenomeno chimico inevitabile:

L’

Fig.1–All’UniversitàdelTexasdiAustin

l’esimio professor John Goodenough è

riuscito a usare il vetro come elettrolita

nelle celle agli ioni di litio e il sodio

come catodo, triplicandone capienza,

durata e robustezza

Fig. 2 – I twistron realizzati all’Università del Texas di Dallas

consentono di raccogliere l’energia meccanica e termica

dispersa nei liquidi e convertirla in alimentazione