COVERSTORY
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- ELETTRONICA OGGI 468 - MARZO 2018
automatico. Se il dispositivo
viene spostato in un’altra po-
sizione, esso eseguirà la pro-
cedura di “handoff”, (ovvero si
“aggancerà” automaticamente
a una nuova cella o a un nuovo
canale) a condizione che esis-
ta una rete compatibile. Quin-
di l’utente non deve effettuare
nessuna operazione di assegnazione (provi-
sioning), predisposizione di router, impostazi-
one di password e non esistono praticamente
problemi relativi alla connettività. In poche
parole, funziona. Per quanto riguarda le appli-
cazioni IoT, questa estrema semplicità di colle-
gamento in rete rappresenta un vero e proprio
punto di svolta. Invece di dover ricorrere a
specialisti di rete per pianificare quanti router
sono necessari per supportare un determina-
to numero di dispositivi, configurarli e quindi
effettuare il provisioning dei dispositivi client,
la tecnologia cellulare, grazie alla sua natura
“plug-and-play”, consente agli utenti finali di
aggiungere la connettività IoT senza dover dis-
porre di uno staff di specialisti di connettività
in rete. La scalabilità è un altro tratto distintivo
della connettività cellulare. Nel caso vengano
aggiunti dispositivi alla rete, non è necessario
acquistare e configurare ulteriori router. A pat-
to che ci sia la copertura di rete, per effettuare
l’ampliamento è sufficiente aggiungere altri
dispositivi.
Tecnologia cellulare per l’IoT
Nonostante tutti i vantaggi fin qui menzionati, la
connettività di tipo cellulare a cui l’utente è abit-
uato non rappresenta la soluzione ideale per la
maggior parte delle applicazi-
oni IoT. Chiunque abbia acqui-
stato un “power pack” (alimenta-
tore) per il proprio smartphone
ha potuto sperimentare che la
connettività in modalità LTE può
scaricare una batteria in tem-
pi rapidi. Per risolvere questo
problema 3GPP, l’Ente preposto
alla standardizzazione a livello mondiale delle
tecnologie mobili e che si occupa del supporto
e dell’evoluzione di LTE, ha introdotto LTE CAT
1 e LTE-M. Queste nuove categorie di LTE sono
caratterizzate da consumi molto bassi, ottenu-
ti grazie alla riduzione dell’ampiezza di banda
e della complessità del protocollo. In grado di
garantire una migliore penetrazione del seg-
nale e una diminuzione del costo dei moduli,
queste due categorie mantengono molte delle
caratteristiche legate alla semplicità di utilizzo
che rendono la connettività cellulare così pro-
mettente per il mercato IoT.
LTE Cat 1 –
Si tratta di un protocollo cellulare
semplificato caratterizzato da velocità di picco
inferiori, pari a 10 Mbps (in downlink) e 5 Mbps
(in uplink). In questo modo è possibile garan-
tire consumi molto bassi: il modulo XBee LTE
Cat 1 di Digi, ad esempio, assorbe solamente
10 µA in modalità deep sleep e poche centina-
ia di mA quando è attivo (in funzione delle re-
ali condizioni operative). Poiché il protocollo è
meno complesso, il costo delle radio è inferio-
re. Il protocollo LTE Cat 1 dispone dell’ampiez-
za di banda necessaria per supportare video e
voce a fronte di costi dell’hardware e consumi
inferiori rispetto a quelli richiesti dalle cate-
gorie superiori di LTE. Cartellonistica digitale
Sotto certi aspetti,
i telefoni mobili
condividono molte
caratteristiche con i
dispositivi IoT