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XVIII

LIGHTING 13 - MARZO 2017

Lighting

anche se in questo caso il prodotto è stato concepi-

to esplicitamente per l’applicazione in questione.

In un sensore di triangolazione, il modulo emette

la luce focalizzandola su un oggetto. La luce viene

poi riflessa dall’oggetto al sensore. Per determina-

re la posizione corretta dell’oggetto, i fotodiodi

della matrice devono rispondere tutti allo stesso

modo. La tolleranza massima tra i fotodiodi può

attestarsi all’1% o inferiore, in base alla precisione

posizionale necessaria. La sorgente luminosa uti-

lizzata è mostrata in figura 4.

Come si evince dalla figura, la sorgente luminosa

è costituita da una matrice di LED a montaggio su-

perficiale per illuminare una vasta area durante i

test. Sono presenti 3 sensori LTV per garantire la

ridondanza (ossia che, in caso di danneggiamento

di un sensore, questo possa essere rilevato con faci-

lità a partire dalle misurazioni degli altri due). Du-

rante lo sviluppo, i LED iniziali sono stati sostituiti

con modelli più adatti. In questo caso si è optato

per la sostituzione in quanto il LED originale forniva

l’illuminamento richiesto solo quando alimentato con

la corrente massima. In questo modo il calore generato

risulta eccessivo; anche i sensori sono stati cambiati, dato

che quelli iniziali erano andati in saturazione, vanifican-

do il controllo accurato della sorgente.

Una volta risolti tutti i problemi iniziali con la sorgente

luminosa è iniziata la raccolta dati da un dispositivo rea-

le. I dati sono mostrati nella figura 5.

Il grafico mostra che nella matrice vi è una caduta pari

al 3% nella tensione di uscita (compresa nell’intervallo

delle prestazioni attese). I pixel confinanti presentano

un disallineamento massimo dello 0,3%, un valore ben

entro le specifiche.

Durante la produzione, in genere si testano due DUT

in parallelo. La sorgente luminosa illumina contempora-

neamente entrambi i DUT. In questo caso è necessario

garantire che i risultati ottenuti in entrambi i siti siano

confrontabili. Eventuali problemi con la sorgente lumi-

nosa, come le macchie luminose o scure, darebbero ori-

gine a un problema di correlazione. Il grafico di figura 6

riporta i risultati ottenuti con un fotodiodo nella matri-

ce, misurati su 9 dispositivi diversi. Ciascun dispositivo è

stato testato 50 volte.

Come si evince con chiarezza dal grafico, la correlazione

tra i due siti è eccellente, mentre la correlazione tra i siti

per tutti i fotodiodi della matrice ha dato risultati altret-

tanto buoni.

Disporre di una sola scheda di interfaccia per DUT (DIB)

per il test non è sufficiente per la produzione a regime.

Di conseguenza, è necessario fabbricare più schede, che

richiederanno più sorgenti luminose. Per garantire una

buona correlazione tra le schede, la sorgente luminosa

deve essere calibrata prima di essere immessa nel ciclo

produttivo. Il processo prevede l’uso di campioni con

una risposta nota alla luce. La corrente erogata alla nuo-

va sorgente luminosa sarà quindi regolata per fornire la

potenza richiesta. Una volta nota la corrente, la tensione

proveniente dai sensori di luce posti nella sorgente lumi-

nosa è registrata e utilizzata per controllare la sorgente

in tutti i cicli successivi.

Il grafico di figura 7 riporta 10 dispositivi sottoposti a 10

cicli ciascuno. In totale sono stati eseguiti quattro cicli

produttivi, dei quali due sono stati condotti sulla prima

scheda di produzione e due sulla nuova scheda. Il risulta-

to mostra un’ottima correlazione tra le due schede.

In definitiva, la progettazione di una sorgente luminosa

per testare i sensori di luce impone di prendere in consi-

derazione un certo numero di fattori. La soluzione deve

risultare facilmente adattabile senza ricorrere a costosi

software per progettare la fonte. Ove possibile, durante

la progettazione è opportuno usare un LED con ingom-

bri standard. In alcune applicazioni, potrebbe essere

necessario prendere in considerazione l’alloggiamento

della sorgente in un cilindro portamatrice. Questo per-

mette di montare distanziatori sui supporti a vite e di

aggiungere dei diffusori con molta facilità.

Inoltre, è necessario controllare l’uscita della sorgente

luminosa durante l’uso. Per conseguire tale obiettivo, è

possibile prevedere nel progetto un sensore di retroazio-

ne idoneo. Il valore della corrente dovrebbe essere man-

tenuto il più basso possibile per ridurre la quantità di

calore generato dalla fonte. Qualora il calore generato

risulti eccessivo, sarà necessaria prevedere una gestione

termica adeguata per evitare danni al LED oppure gene-

rare una variazione della lunghezza d’onda dominante.

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