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- ELETTRONICA OGGI 454 - MAGGIO 2016

Spesso è opportuno minimizzare il traffico dei dati

provenienti dalla periferia verso il controllore cen-

trale, ragion per cui parte della potenza di elabora-

zione viene trasferita verso questi punti terminali.

Ciò consente di effettuare l’elaborazione locale di

alcune funzioni all’interno di questi nodi, eliminan-

do in tal modo il traffico intermedio dei dati. Nel

momento in cui i nodi terminali sono più autono-

mi, solamente ri-

chieste di task o

aggiornamenti cri-

tici richiedono il

coinvolgimento del

controllore princi-

pale. Ad esempio,

i dati provenienti

dai sensori devo-

no spesso essere

elaborati per ve-

rificare se si man-

tengono all’interno

dell’intervallo con-

sentito. Se al con-

trollore

centrale

fosse inviata ogni

misura, si gene-

rerebbe maggior

traffico per cui al

controllore sareb-

be richiesta una

potenza di elabo-

razione aggiuntiva.

Nel momento in

cui il sensore è in

grado di eseguire

un’elaborazione

locale, trasferendo

quindi al controllo-

re solamente le let-

ture dei dati che si

trovano al di fuori dei limiti (o si apprestano a oltre-

passarli), il controllore stesso può beneficiare di ri-

sparmi significativi in termini di ampiezza di banda

richiesta per il trasferimento dei dati e di potenza di

elaborazione. Nel caso di algoritmi di rilevamento

complessi, potrebbero essere necessario abbinare

ed elaborare molteplici flussi di dati per verificare

se il controllore centrale debba intraprendere una

determinata azione. Per esempio, informazioni di

visualizzazione abbinate a misure di velocità e di-

stanza possono mostrare che un oggetto si trova nel

senso del movimento effettivo. Nel caso si abbinas-

sero queste letture, utilizzando un controllore loca-

le decentralizzato in grado di accedere a numerosi

sensori chiave, è possibile inviare un avvertimento

al controllore centrale e prendere una decisione

sulle modalità di reazione.

Spesso queste funzioni complesse richiedono fun-

zionalità avanzate di elaborazione del segnale, ora

disponibili anche in MCU di costo relativamente

contenuto. Ad esempio, all’interno della famiglia di

MCU MSP430 di Texas Instruments,

anche molti dei

dispositivi di fascia bassa integrano una funzione

MAC (Multiple-And-Accumulate) implementata in

hardware. Tale funzionalità semplifica l’esecuzione

di semplici algoritmi DSP (Digital Signal Processing)

spesso richiesti quando si abbinano le letture pro-

venienti da diversi sensori (sensor fusion) per con-

sentire un funzionamento “intelligente” e autonomo.

Parecchie MCU integrano funzionalità DSP ad alte

prestazioni, spesso utilizzate per lo svolgimento di

compiti più complessi come accade ad esempio

nei sistemi di visualizzazione. Un semplice MAC è

sufficiente per un’ampia gamma di compiti di basso

livello e può contribuire a migliorare in modo sen-

sibile l’efficienza energetica rispetto a implementa-

zioni che utilizzano dispositivi più complessi.

Comando

Una volta che il controllore principale ha accesso

a tutte le informazioni comunicate dai sensori e dai

controllori intermedi, deve prendere decisioni sul

prossimo compito da svolgere. Se, ad esempio, un

robot autonomo è alla ricerca di sopravvissuti se-

polti sotto le macerie dopo un terremoto e i sensori

a infrarossi dei quali è dotato rilevano del calore,

il controllore deve decidere cosa fare. Le opzioni

sono molteplici. È necessario condurre ulteriori

analisi? Sarebbe prima opportuno eseguire rilievi

ambientali per verificare l’integrità strutturale? È

meglio avvicinarsi ulteriormente per sincerarsi che

la fonte di calore si riferisca effettivamente a una

persona? O ancora è opportuno interpellare un

operatore umano prima di intraprendere la prossi-

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CONTROLLO DISTRIBUITI:

DELLE “3C”