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- ELETTRONICA OGGI 452 - MARZO 2016

Ogni ciclo di carica, inoltre, provoca un’espansio-

ne volumetrica degli elettrodi che a sua volta pro-

duce sollecitazioni della struttura e causa danneg-

giamenti microscopici, diminuendo la capacità di

immagazzinamento degli ioni. Senza dimenticare

che una carica eccessiva può “forzare” un numero

così grande di ioni nell’elettrodo da produrre la di-

sintegrazione del materiale.

Mentre le prime versioni di batterie a ioni di litio

utilizzavano un elettrolita liquido per separare gli

elettrodi, i modelli successivi hanno fatto ricorso a

separatore poroso imbevuto in un gel elettrolitico,

consentendo la realizzazione di batterie più sottili.

Ulteriori sviluppi hanno portato all’implementazio-

ne di batterie ai polimeri di litio (Li-Po) che utilizza-

no come elemento separatore un polimero solido.

Uno svantaggio di queste batterie è rappresentato

dal fatto che gli ioni viaggiano più lentamente at-

traverso un polimento solido rispetto a un elettro-

lita liquido, per cui il processo di carica richiede

più tempo.

Mouser Electronics

propone una vasta

gamma di batterie a ioni di litio realizzate da pro-

duttori leader come Panasonic.

…e la loro evoluzione

La ricerca nel campo delle batterie a ioni di litio

procede senza soste e gli studiosi stanno focaliz-

zando i loro sforzi sul miglioramento di caratteri-

stiche quali densità di energia, tasso di auto-sca-

rica, prestazioni durante la carica a impulsi, tempo

di carica, tolleranza alla scarica profonda, oltre

che sull’incremento della sicurezza del dispositivo.

Gli sviluppi si sono concentrati su due aree:

ricerca di materiali alternativi per gli elettrodi

e l’elettrolita – con l’obiettivo di integrare un

numero maggiore di ioni di litio negli elettro-

di, facilitare la mobilità degli ioni e favorire il

passaggio degli ioni attraverso l’elettrolita – e

aumento della sicurezza.

Per quanto riguarda i materiali per gli elet-

trodi positivi, sono in fase di commercializ-

zazione le batterie al litio-nickel-manganese-

cobalto (LiNi

x

Mn

y

Co

z

O

2

), caratterizzate da

una densità di energia maggiore del 20% cir-

ca rispetto a quelle con elettrodi in diossido

di cobalto (LiCoO

2

), e batterie al litio-nickel-

cobalto-alluminio (LiNi

x

Co

y

Al

z

O

2

) contraddi-

stinte da una densità di energia superiore del

35% rispetto a quelle LiCoO

2

. Per quanto riguarda

i materiali per gli elettrodi negativi, i materiali più

promettenti sono il titanato di litio (Li

4

Ti

5

O1

2

) che a

fronte una densità di energia relativamente bassa

garantisce un numero maggiore di cicli di ricarica,

carbonio duro (maggiore capacità di immagazzi-

namento), stagno/cobalto, silicio/carbone o silicio

puro (maggiore densità di energia).

Per quanto concerne la mobilità degli ioni, sono

numerose le iniziative in atto. L’università dell’Illi-

nois di Chicago (UIC) ha messo a punto un mo-

dello che prevede la sostituzione degli elettrodi

positivi e negativi di una batteria tradizionale con

strutture in nickel poroso tri-dimensionale. Queste

strutture vengono placcate con diossido manga-

nese del litio (LiMnO

2

) e una lega di nickel stagno

(NiSm) per formare gli elettrodi positivo e negativo.

Secondo i ricercatori una batteria realizzata con

questa tecnologia potrebbe avere una dimensione

30 volte inferiore rispetto a un dispositivo tradizio-

nale (a parità di capacità) ed essere caricata a una

velocità 1000 volte superiore.

Un altro filone di ricerca è focalizzato sull’uso di

nano materiali per migliorare la mobilità degli ioni

di litio tra gli elettrodi e gli elettroliti. Gli scienziati

dell’università sudcoreana di Pohang hanno rea-

lizzato una batteria prototipo a partire da molecole

a “forma di zucca” organizzati in una struttura ad

alveare che può essere impiegato come elettrolita

solido. Le ricerche condotte presso il MIT nel cam-

po dei nanomateriali hanno portato allo sviluppo

di elettrodi formati da nanopalline grazie alle quali

MOUSER ELECTRONICS

NEL FUTURO

MOBILE

Fig. 2 – In una batteria Li-S il processo di riduzione genera poten-

ziali della cella compresi tra 1,7 e 2,5V