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LIGHTING 10 - GENNAIO - FEBBRAIO 2016

XVI

Lighting

banda di emissione più stretta che può essere sintoniz-

zata finemente e consente una maggior flessibilità di

configurazione e implementazione applicativa. Al CES

d’inizio anno si sono visti i primi televisori QDLCD che

appaiono con un rapporto qualità/costo migliore di

quello degli OLED e hanno perciò le carte in regola per

sfidarli in competitività sul mercato.

In pratica, i punti quantici sono dei convertitori fotonici

che ricevono la luce dei LED bianchi di retroillumina-

zione ed emettono per fluorescenza una luce con banda

molto stretta in un qualsiasi colore dello spettro visibile.

Strutturalmente sono delle “palline” di semicondutto-

re con diametro di una manciata di nanometri inserite

all’interno di un altro semiconduttore che ha un gap fra

le bande di conduzione e valenza molto maggiore.

Attorno a ogni pallina si forma un pozzo di potenziale in

grado di separare elettricamente i portatori di carica del

semiconduttore interno da quelli del semiconduttore

circostante e questo spiega la denominazione di “punti

quantici”.

Inoltre, le dimensioni del volume che ospita ogni punto

quantico determinano anche la sua lunghezza d’onda di

risonanza e i livelli energetici di assorbimento ed emis-

sione.

In pratica, i volumi con diametro compreso all’incirca

fra 2 e 10 nm, corrispondono allo spettro visibile e, pre-

cisamente, le palline più grandi con diametro tra 8 e 10

nm risuonano a energia più alta ed emettono sul rosso,

mentre le più piccole tra i 2 e 4 nm emettono sul blu. I

diametri dei nano-volumi si possono scegliere nella fase

di fotolitografia ma bisogna an-

che tener presente che al loro

interno c’è sempre un numero

discreto di modi risonanti cia-

scuno con la propria probabili-

tà di occupazione da parte dei

fotoni. Di conseguenza si può

decidere quale modo far pre-

valere sugli altri e, in definitiva,

scegliere finemente la lunghez-

za d’onda di emissione e avere

a disposizione un’ampia gamma

di gradazioni del colore.

Ciò significa che i pannelli di

punti quantici offrono una resa

cromatica notevolmente supe-

riore rispetto a qualsiasi altra

tecnologia basata sui diodi laser.

Per la loro fabbricazione bastano gli stessi impianti che

si usano per i chip e i MEMS senza alcun investimento

aggiuntivo e inoltre, rispetto agli altri tipi di LED i QD

sono molto più facilmente integrabili sullo stesso die di

silicio al fianco di qualsiasi altro componente di control-

lo, misura o connessione e ciò consente di realizzare si-

stemi multifunzione ancor più completi e versatili. Sono

già disponibili in commercio sia QD-LED, Quantum

Dots LED, sia QDP, Quantum Dots Photodetectors, e

sono in fase di sviluppo Quantum Dot per la fotocatalisi

tipicamente utilizzata nei pannelli solari e anche QD per

sensori nanometrici da installare nei nanosistemi dia-

gnostici con infinite applicazioni in medicina e biologia.

Essendo intrinsecamente molto robusti, i QD sono ideali

per realizzare schermi di visualizzazione a elevate pre-

stazioni per tutte le applicazioni industriali, automotive,

medicali, consumer e aerospaziali.

ìFig. 5 – I QD-LED hanno un’emissione finemente

controllabile che può offrire una resa cromatica

nelle immagini notevolmente migliore rispetto

agli OLED

Fig. 4 – Yole Développement prevede fino al 2020 una continua crescita

soprattutto in volume per i LED a fosfori PFS che si avvantaggeranno dei

nuovi sistemi di conversione fotonica a punti quantici