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XIV

Power

POWER 9 - OTTOBRE 2015

Forse non tutti sanno che ogni aumento di 10 °C della

temperatura ambiente contribuisce a dimezzare la durata

di ogni singolo componente

[1]

. Oppure che l’utilizzo di ali-

mentatori non funzionanti in modo corretto può portare

a guasti prematuri se non addirittura bruciare alcuni dei

componenti presenti in un sistema. In ogni caso, è oramai

assodato che per le applicazioni di tipo “power intensive” è

indispensabile l’utilizzo di alimentatori efficienti e affidabi-

li. A questo punto è necessario scegliere la topologia – sin-

crona o asincrona – più adatta per la particolare applicazio-

ne considerata. Nel corso dell’articolo saranno esaminati

vantaggi e svantaggi di entrambe le topologie.

Differenti opzioni di progetto

Qualsiasi sistema hardware richiede una sorgente di ener-

gia, e il livello di tensione fornito da quest’ultima è soli-

tamente maggiore rispetto a quello richiesto dall’applica-

zione. Si faccia l’ipotesi che la sorgente di energia renda

disponibile una tensione di 9V e che questo valore debba

essere ridotto a 5V per far funzionare il sistema. Di segui-

to sono elencate alcune possibili opzioni per espletare tale

operazione:

1.

Un semplice partitore di tensione con un dispositivo di

regolazione base, come ad esempio un diodo Zener. Il dio-

do Zener ed il suo resistore limitatore di corrente fanno

diminuire la tensione da 9V a 5V: la riduzione di 4V del

valore della tensione è ascrivibile alla caduta di tensione ai

capi del resistore limitatore di corrente del diodo Zener.

Un comportamento di questo tipo produce calore e dissi-

pazione di energia.

2.

Un regolatore lineare (LDO) a 5V. Anche in questo caso

da una tensione di 9V si ottiene una tensione di 5V grazie

alla caduta di tensione di 4V ai capi dell’LDO. Se il circuito

assorbe una corrente di 1A, il regolatore LDO dissipa una

potenza pari a 4W. In altre parole una potenza di 4W viene

dissipata sotto forma di calore.

3.

Un convertitore DC-DC. In questo caso il convertitore

utilizza una modulazione PWM (Pulse Width Modulation)

sul condensatore e sull’induttore di uscita. Il commutato-

re assorbe una corrente di valore estremamente basso, per

cui la dissipazione di potenza risulta molto contenuta. In

definitiva si tratta dell’opzione di progetto sicuramente più

efficiente.

Benché la tensione di ingresso di un convertitore DC-DC

possa assumere qualsiasi valore, di solito si utilizzano i va-

lori standard di 6V, 9V, 12V, 24V e 48V. I trasformatori di

potenza convertono verso il basso (step-down) la tensione

di 120 VAC fino ai livelli di tensione standard, poi mediante

successive operazioni di raddrizzamento, filtraggio e rego-

lazione si ottengono le tensioni DC richieste dalle applica-

zioni commerciali o industriali. Nel caso del sistema telefo-

Meng He

Executive Business manager

Maxim Integrated

Convertitore DC-DC:

sincrono o asincrono?

Una scelta oculata della topologia del convertitore DC-DC da utilizzare in fase di progetto

permette di incrementare sensibilmente le prestazioni di un sistema

Fig. 1 – Un convertitore DC-DC asincrono (a sinistra) utilizza un diodo Schottky esterno per regolare la tensio-

ne. Un convertitore DC-DC sincrono (a destra) integra un MOSFET al posto del diodo Schottky