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COMPONENTS

IMAGING SENSING

56

- ELETTRONICA OGGI 449 - OTTOBRE 2015

Standard di comunicazione

Esiste un gran numero di protocolli di comunicazione in lizza

tra di loro che vengono utilizzati nelle varie applicazioni IoT. Nel

caso di collegamenti realizzati mediante cavi, le comunicazioni

sfruttano protocolli ormai consolidati, come USB ed Ethernet.

Nel caso delle comunicazioni wireless, lo scenario si presen-

ta più complesso in cui a protocolli già affermati come Wi-Fi,

Wi-Fi Direct, Bluetooth BLE (Bluetooth Low Energy), ZigBee e

Z-Wave si affiancano protocolli emergenti come Thread (un nuo-

vo standard, basato a sua volta sul protocol-

lo 802.15.4, che aziende come Google e Nest

stanno ora promuovendo) e 6LoWPan (acroni-

mo di “IPv6 over Low power Wireless Personal

Area Networks”, ancora una volta basato sul

protocollo 802.15.4).

Una delle maggiori sfide da affrontare nel

mondo IoT è l’interoperabilità, cioè la capacità

che devono avere dispositivi realizzati da pro-

duttori differenti di scambiare dati e comuni-

care. Inmolti casi si tratta di dispositivi che, tradizionalmente, non

hanno mai comunicato fra loro. Oltre a un controllo centralizzato,

per ottenere l’interoperabilità è necessario scrivere particolari

applicativi che permettano a tali disposizioni di espletare compiti

che singolarmente non sarebbero in grado di eseguire. Quest’an-

no sono almento quattro i tentativi in corso per portare un po’ di

ordine nel mondo IoT. L’alleanza AllSeen (

AllSeen Alliance

) è un

consorzio che si propone di realizzare e incoraggiare l’adozione

su ampia scala di prodotti, sistemi e servizi che supportino Inter-

net of Everything attraverso una piattaforma di sviluppo aperta e

universale, sostenuta da un ampio ecosistema e da una qualifica-

ta community on-line. Nata inizialmente come parte del sistema

AllJoyn, la piattaforma di AllSeen Alliance si sta ora espandendo

grazie al contributo di altre aziende che ne diventano membri. Il

consorzio è, infatti, sostenuto da numerosi colossi del mondo in-

dustriale come: Qualcomm, Microsoft, Sony e LG, con un numero

di membri che oggi sfiora il centinaio.

Il Consorzio OIC

( Open Internet Consortium )

, a sua volta, pro-

porrà una specifica aperta che ciascuno potrà implementare e

che sarà di facile utilizzo per gli sviluppatori. Comprenderà la

protezione della proprietà intellettuale e del relativo marchio per

i dispositivi che verranno certificati (attraverso appositi test di

conformità), insieme all’interoperabilità a livello di servizio. È sos-

tenuto da società quali: Cisco, Intel, MediaTek e Samsung. Conta

all’incirca 40 membri.

Il Consorzio IIC

( Industrial Internet Consortium

), infine, è

stato fondato nel marzo del 2014 con lo scopo di riunire le

aziende e le tecnologie necessarie per accelerare la crescita

di Internet in ambito industriale attraverso l’identificazione,

la raccolta e la promozione di quelle che vengono ritenute

le migliori procedure. Fra gli aderenti al consorzio vi sono

aziende innovative di piccole e grandi dimensioni, aziende

specializzate in particolari mercati verticali, ricercatori, uni-

versità e governi. Tra i suoi membri, che superano attual-

mente le 100 unità, si possono annoverare nomi quali Cisco

AT&T, Intel, GE e IBM. Grazie alla sempre più ampia diffusione

di dispositivi che utilizzano la visione, l’imager in tecnologia

CMOS è diventato il sensore fondamentale dell’era moderna.

Le telecamere sono in grado di seguire i movimenti del corpo

umano, individuare oggetti, riconoscere volti, leggere testi dis-

tanti, ricostruire una scena in 3D e persino

rilevare i battiti cardiaci.

In molti casi i progettisti che vogliono aggi-

ungere l’acquisizione di immagini alla loro

applicazione per IoT hanno poca o nessuna

esperienza in questo campo. Anche i proget-

tisti di sistemi di immagini più esperti dov-

ranno comunque spesso rispettare scadenze

stringenti e, di conseguenza, non saranno in

grado di dedicare il tempo e le risorse nec-

essarie per sviluppare da zero un sistema di trattamento delle

immagini. Una soluzione standard pronta all’uso potrebbe rap-

presentare una valida alternativa.

Un progetto di riferimento “ad hoc”

Il progetto di riferimento IoTVDK, realizzato dalla divisione Im-

age Sensor Group di ON Semiconductor, offre ai progettisti una

soluzione per il trattamento delle immagini davvero completa e

IoT-ready. Alimentato da una connessione micro-USB, oppure da

una pila agli ioni di litio a cella singola, il sistema progettato è in

grado di effettuare una trasmissione video in rete alla massima

risoluzione alla velocità di 30 fotogrammi al secondo sfruttando

le sue interfacce di comunicazione wireless ed Ethernet. Inoltre,

IoTVDK supporta il trasferimento dei dati via Bluetooth (BLE 4.0),

oltre a essere corredato di interfacce di programmazione API per

applicazioni legate alle piattaforme mobili.

Il nucleo centrale di questo progetto di riferimento, che contiene

anche un modulo Gainspan per la comunicazione Wi-Fi (che

supporta lo standard 802.11n), è costituito dal sensore di im-

magini AR0230 2MP. L’elaborazione dei dati di immagine viene

svolta dal SoC per media digitali DM368, che integra al suo in-

terno un core ARM9. E’ inoltre previsto il supporto di tutte e tre

le principali piattaforme cloud (AWS, Azure e Google Cloud). Il

sensore a infrarossi passivo PIR (Passive InfraRed) già incorp-

orato consente di trasmettere video in rete in modo intelligente,

attivando la registrazione unicamente quando viene rilevato un

movimento.

Grazie all’elevato livello di funzionalità già integrate, questo pro-

getto di riferimento offre ai progettisti una soluzione per il tratta-

mento delle immagini davvero completa, di facile integrazione e

pronta all’uso.

Una delle maggiori

sfide da affrontare

nel mondo IoT è

l’interoperabilità