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ENERGY HARVESTING

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- ELETTRONICA OGGI 447 - luglio/agosto 2015

l’altra, ottenute grazie all’estrema

risoluzione, nell’ordine dei µm, of-

ferta dai tool di disegno delle mo-

derne tecniche di fotolitografia. In

questo modo si formano delle bar-

rette orizzontali o verticali di sili-

cio, che vengono separate fra loro

man mano che si sovrappongono

con un particolare ossido, che vie-

ne poi facilmente rimosso lascian-

do la struttura di silicio variamente

articolata e libera di manifestare le

proprietà elettriche e meccaniche

per cui è progettata.

Con questo procedimento si pos-

sono realizzare due barrette piatte

di silicio che si fronteggiano con la

prima, che viene interamente anco-

rata al substrato di ossido di silicio

e a uno dei due elettrodi latera-

li, mentre la seconda è rialzata di

qualche µm e ha un’estremità libe-

ra di vibrare su e giù, mentre l’altra

si appoggia a un supporto verticale

che la ancora al secondo elettrodo

laterale. In pratica, l’energia cineti-

ca dei movimenti farà cambiare la

capacità correlata e produrrà fra i

due elettrodi una tensione propor-

zionale all’energia introdotta, alla

massa delle due barrette, alla loro

distanza e alle proprietà dielettri-

che del condensatore equivalente

che formano.

Oggi si possono anche fare più

strati sovrapposti di barrette mo-

bili in modo tale da aumentare la

massa oscillante e aumentare la

carica elettrica tempovariante ot-

tenibile in risonanza alle vibrazioni

più comuni, tipicamente comprese

fra 50 e 100 Hz. La carica poi di-

venta tensione ai morsetti esterni

attraverso un opportuno circuito di

condizionamento e stabilizzazione,

che occorre anche caratterizzare

in modo tale da cercare di soddi-

sfare il più possibile le esigenze di

polarizzazione dell’applicazione da

alimentare.

Università in fermento

I Vibration Energy Harvester

(VEH) sfruttano un principio re-

lativamente semplice, che ha tut-

te le carte in regola per essere

competitivo, e il progetto europeo

NEHSTech (Nonlinear Energy Har- vesting Solutions for Micro- and Nano- Technologies)

è stato av-

viato all’

Esiee

di Parigi in seno al

Cordis

(Community Research and

Development Information Service)

proprio per cercare di aumentare

le dimensioni di questi preziosi di-

spositivi dai µm ai mm e persino

ai cm, in modo da ottenere densità

di energia confrontabili con quelle

delle attuali pile agli ioni di litio. Il

prototipo presentato dall’Esiee mi-

sura 10x10 mm

2

e usa una sfera di

tungsteno con massa di circa 4 mg

chiusa fra due molle a serpentina

che ne consentono il movimento

elastico con vibrazione di risonan-

za a 92 Hz, tale da permettere di ot-

tenere in uscita da 0,25 a 0,45 µW.

In una configurazione più evoluta

lo stesso prototipo ha dimostrato

di poter ricavare oltre 1,5 Vrms e

Fig. 2 – Schema semplificato di un EVEH che sfrutta

come elemento attivo un magnete capace di indurre

corrente su una spirale che produce in uscita una ten-

sione tempovariante

Fig. 3 – Il prototipo di VEH realizzato all’Esiee misura 10x10 mm

2

e consente di ottenere circa 0,45

µW, ma i test dimostrano si può arrivare fino a 100 µW con opportuni accorgimenti