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CONTACTLESS
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- ELETTRONICA OGGI 446 - GIUGNO 2015
Connessioni senza contatto
L
e saldature sono solo uno dei problemi che affliggono
i cablaggi e le connessioni, perché creano sempre
problemi di prestazioni nei trasferimenti dei segnali,
nonché problematiche varie a livello delle linee produtti-
ve. L’ideale sarebbe che non ce ne fosse bisogno, grazie
a opportuni zoccoli capaci di bloccare solidamente i chip
come promuove la Solderless Assembly For Electronics
(SAFE), che reputa un tale approccio importantissimo per
conseguire una riduzione significativa dei costi nelle linee
di assemblaggio dei prodotti elettronici. Ancor meglio se
non ci fosse alcun contatto fra i connettori ed è già da un
po’ che si sente parlare dei connettori senza contatto o
“contactless”. Nei laboratori fioriscono le ricerche sulla pos-
sibilità di trasferire sia le informazioni, ovvero le sequenze
di simboli, sia i segnali elettrici per il comando macchine
senza bisogno di connettere nulla, almeno finché si tratta
di apparecchi o dispositivi a basso consumo e a distanza
ravvicinata. Al momento si trovano due soluzioni sul mer-
cato ugualmente interessanti quanto versatili a livello appli-
cativo. La prima è più orientata ai terminali mobili mentre
la seconda è ibrida e più adatta alle applicazioni industriali.
Connettività “baciata”
Keyssaè stata fondata nel 2009 da tre ricercatori dell’U-
niversità della California di Los Angeles (UCLA) nella
vicina Campbell per sviluppare la loro innovativa quanto
interessante idea di poter trasferire qualsiasi tipo di dati
senza bisogno di attaccare cavi né di abilitare connes-
sioni wireless, il tutto a costi competitivi per il mercato
consumer. In circa sei anni di attività i fondatori di Keyssa
hanno conseguito oltre un centinaio di brevetti sulla tec-
nologia di connessione wireless, che hanno battezzato
“Kiss Connectivity”, perché per attivare il trasferimento dati
emula l’atto del baciarsi fra due terminali che devono sem-
plicemente appoggiarsi le loro antenne brevettate. Secondo
Frank Chang, Ira Deyhimy e Gary McCormack, il loro lavoro
è servito per reinventare del tutto i connettori e risolvere
un’infinità di problematiche di connessione sia wireline sia
wireless abbattendone i costi. Invero, oltre a far sparire una
molteplicità di connettori e cablaggi, si possono eliminare
in un sol colpo anche un bel po’ di interfacce, porte I/O e
front-end che possono ora confluire in un’unica soluzione
omnicomprensiva.
In pratica, la Kiss Connectivity consiste in coppie di
antenne point-to-point di tipo Extremely High Frequency
(EHF), ossia a 60 GHz, che devono però trovarsi a distanza
estremamente ravvicinata, ossia praticamente a contatto,
per potersi scambiare 6 Gbit di simboli al secondo che
corrispondono in media a 1 GByte in circa due secondi. In
effetti, il contatto fra le due antenne occorre ma in questo
contatto non servono più i connettori, né i cablaggi, né
alcun tipo di software d’interfaccia ed è perciò fortemente
concorrenziale con le altre tecnologie dove sono maggiori
sia gli ingombri sia i rischi di malfunzionamento.
Queste antenne sono facilmente integrabili negli smartpho-
ne, nei tablet, nella strumentazione portatile, nei computer,
nei televisori e nelle apparecchiature da laboratorio, dove
possono consentire il trasferimento istantaneo di grandi
quantità di dati raccolti sui terminali mobili agli apparati
Lucio Pellizzari
Due nuove idee permettono di realizzare connessioni
che fanno a meno dei contatti e dei relativi costi di
fabbricazione e manutenzione pur offrendo velocità
e affidabilità comparabili con gli attuali cablaggi e
un’ineguagliabile semplicità d’utilizzo
Fig. 1 – La tecnologia Kiss Connectivity consente di trasferire 6 Gbit al
secondo e circa 1 GByte in due secondi fra due antenne a contatto senza
connettori, né cablaggi