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- ELETTRONICA OGGI 444 - APRILE 2015

presentano di fatto un esem-

pio dell’indispensabilità di

questi elementi. Fra le mol-

te applicazioni impensabili

vi sono persino… i fuochi

d’artificio, dove alcuni colo-

ri non si potrebbero ottene-

re senza ricorrere alle terre

rare.

Fra tutte queste applicazio-

ni, il settore che si prevede

sarà più interessato a richie-

dere terre rare è quello dei

magneti, per il quale si pre-

vede un ritmo di crescita

del 13% annuo entro il 2020,

seguito da settori quali la ca-

talisi e i fosfori per display e

illuminazione con un 10%

annuo. I metalli rari che si

prevede saranno i più ri-

chiesti saranno il Disprosio,

il Gadolinio, il Neodimio e il

Praseodimio.

Un futuro problematico?

I minerali da cui si possono

ricavare le terre rare sono

dispersi in molteplici loca-

lità del mondo e, anche se

tracce di questi elementi

sono presenti in alcuni tipi

di rocce, tuttavia i giaci-

menti che oggi offrono la

maggiore concentrazione

di questi metalli si trovano

però solo in alcune zone del

mondo, fra le quali Stati Uni-

ti, Canada, Brasile, Sudafri-

ca, India, Vietnam, Russia,

Australia e Cina.

Fra le varie nazioni che

estraggono minerali delle

terre rare, la Cina è il mag-

gior produttore al mondo,

con una quota che supera

oggi il 95% (Fig. 7). E pro-

prio qui sta il problema.

La Cina, infatti, proprio per

sostenere il proprio tumul-

tuoso sviluppo industriale,

si sta non solo accaparran-

do molte delle risorse mi-

nerarie nel mondo (l’Africa

equatoriale ne è un chiaro

esempio), ma da alcuni anni

ha posto serie restrizioni

sull’esportazione di metalli-

chiave per l’industria, fra i

quali proprio le terre rare

(Fig. 8), oltre a tungsteno

e molibdeno. In seguito a

questa politica, i produttori

occidentali di prodotti tec-

nologici pagano per i me-

talli rari un prezzo triplo di

quello dei produttori cinesi,

a evidente violazione della

libera concorrenza.

Tale comportamento è sta-

to duramente condannato

dal WTO, nonostante di fat-

to che la Cina dichiara che

l’80% delle terre rare estrat-

te sul proprio territorio sia

utilizzato dai produttori lo-

cali. Questa situazione – uni-

ta alla tumultuosa richiesta

industriale di tali materiali

– ha altresì fatto impennare

i prezzi delle terre rare già a

partire dal 2010, fino a far sì

ad esempio che il Disprosio

sia passato dai 110 $/kg del

2008 ai 2600 dollari dello

scorso anno, e l’Europio dai

475 $/kg del 2008 ai 3800

dollari al chilogrammo.

Per poter uscire da questa

impasse, alcuni Paesi han-

no deciso di intensificare le

ricerche nel campo minera-

rio per poter reperire zone

di interesse per l’estrazione

delle terre rare, come ad

esempio sta succedendo

in Canada e Australia. Ne-

Fig. 6 – Nell’automobilistica, soprattutto nei modelli più recenti, si utilizzano in più punti i metalli delle terre rare

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