Elettronica_Oggi_438 - page 28

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- ELETTRONICA OGGI 438 - LUGLIO/AGOSTO 2014
TECH INSIGHT
SoI
della tensione applica-
ta, ma anche di ridur-
re le capacità parassite
e quindi di aumentare
la frequenza operati-
va dei circuiti, e con-
seguentemente ridurre
la potenza dissipata a
pari frequenza, ottenen-
do inoltre significative
riduzioni nell’area del
chip.
Proprio poiché le tecni-
che classiche di realiz-
zazione di circuiti isola-
ti ponevano non poche
difficoltà realizzative,
l’industria dei semicon-
duttori ha da alcuni anni
messo a punto nuove
tecniche per realizzare
circuiti di tipo SOI, e le
realizzazioni commer-
ciali si sono susseguite
a partire soprattutto da
una decina di anni fa,
legate essenzialmente a
molti prodotti di punta.
Ne sono un esempio le
realizzazioni in tecnolo-
gia SOI di processori e
GPU da parte di AMD e
IBM (Fig. 2).
Le difficoltà realizzative
comunque permango-
no, e portano a ulteriori
costi di fabbricazione,
che fra l’altro hanno
indotto taluni costrutto-
ri (Intel ne è un esem-
pio) a sperimentare
inizialmente il ricorso
alla tecnologia SOI per
la soglia dei 22 nm per
poi preferire strutture
FinFet-3D tri-gate tran-
sistor per ridurre i costi
produttivi a pari presta-
zioni.
Non solo, ma grazie al
fatto di poter realizzare
i componenti entro un
sottile strato di silicio, vi
è la possibilità di miglio-
rare ulteriormente e in
maniera significativa le
caratteristiche dell’in-
tero circuito sfruttando
la possibilità di isolare
completamente l’uno
dall’altro i singoli tran-
sistor integrati inseren-
do dei “canali” di ossido
isolante che fungono
così da “pareti isolanti”
fra i vari componenti,
con abbattimento delle
correnti parassite inter-
componente, abolizione
del latchup e minimiz-
zazione delle capacità
parassite, a tutto van-
taggio della frequenza
operativa e con la pos-
sibilità di ridurre ulte-
riormente la tensione
di lavoro del circuito
e contenere la potenza
dissipata.
Un chiaro esempio è
rappresentato
dalla
sezione di una tipica
struttura utilizzata da
Toshiba nei driver da
600V e in altre realiz-
zazioni che integrano
dispositivi di potenza
quali gli Igbt, nei quali
l’obiettivo di isolare gli
elementi di pilotaggio
Cmos a bassa tensione
dai finali a varie cen-
tinaia di volt ha porta-
to alla scelta di ricor-
rere ad una tecnologia
s i l i con-on- i nsu l a t or
che utilizzava l’ossido
di silicio anche per l’i-
solamento laterale dei
componenti. La strut-
tura risultante è quella
visibile in figura 3.
Con la tecnica dell’iso-
lamento a giunzione di
tipo classico si sareb-
bero dovute utilizzare
aree decisamente più
ampie per ospitare le
regioni di deplezione
delle giunzioni in pola-
rizzazione inversa, men-
tre grazie all’isolamento
a ossido è stato utilizza-
to solo lo 0.7% dell’area
altrimenti necessaria
per l’isolamento a giun-
zione. Grazie al ricor-
so alla tecnologia SOI
si sono ottenute den-
sità di corrente pari a
ben 100A/cm
2
. È il caso
ad esempio della serie
di inverter trifase da
2A/240 Vac in tecno-
logia SOI che possono
essere pilotati diretta-
mente da microcontrol-
ler, mostrati in figura 4.
La tecnica FD-SOI
Il motivo per cui varie
aziende stanno di fatto
“riscoprendo” i vantag-
gi derivabili dal ricor-
so alla tecnologia SOI
(anche se da un nuovo
punto di vista) dipende
soprattutto dal fatto che,
perseguendo la sola via
della progressiva ridu-
Fig. 4 –Gli inverter da 2A/240 Vac di Toshiba in tecnologia SOI, pilotabili
direttamente da microcontroller
Fig. 5 – Con la progressiva riduzione delle geometrie, la frazione di
potenza dissipata a causa delle correnti parassite supera quella dovuta
alla normale commutazione (Fonte: International Business Strategies)
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