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EMBEDDED

61 • SETTEMBRE • 2016

EXASCALE COMPUTING |

IN TEMPO REALE

G

li specialisti del calcolo ad alte prestazioni

potrebbero non conoscere a fondo la storia di Hen-

ry Ford – il noto inventore dell’automobile – e del

suo approccio completamente diverso al problema

del trasporto.

La storia si può così sintetizzare: Ford considerò

che se avesse chiesto a imprenditori e persone nor-

mali in che modo il trasporto potesse essere miglio-

rato, essi avrebbero risposto “cavalli più veloci”.

Chiaramente, i cavalli facevano bene il proprio la-

voro, ma le possibilità erano limitate e man mano

che le esigenze aumentavano, questi limiti diven-

tavano sempre più evidenti. Il problema era che le

persone non riuscivano a vedere al di là del fatto di

potenziare ciò che c’era già.

Naturalmente, era semplicemente impossibile pro-

durre cavalli sempre più veloci, per cui qualsiasi

progresso nell’ambito dei trasporti si sarebbe arre-

stato. Ford giunse a una soluzione che non era un

semplice ritocco allo status quo, bensì soddisfaceva

i requisiti presenti e futuri con qualcosa di comple-

tamente diverso.

Senza rendersene conto, da diversi anni gli svilup-

patori di sistemi richiedono “cavalli più veloci”. Ma

se Henry Ford lavorasse oggi nel settore dell’infor-

mation technology, egli direbbe loro che la sempli-

Exascale

computing:

il “collo

di bottiglia”

sono le

connessioni

Poiché è necessaria molta

potenza nel momento in cui

a milioni di processori viene

chiesto di comunicare con

milioni di altri processori, per

ottenere un sistema di calcolo

exascale efficace occorre

puntare sulle connessioni

inter-chip

Barry Wood

Integrated Device Technologies

ce ricerca di maggiori prestazioni non risolve i pro-

blemi dell’exascale computing (capacità di eseguire

un miliardo di miliardi di operazioni al secondo).

E allora qual è l’esatto problema? Nel mondo

dell’automobile, persino il sig. Ford non avreb-

be potuto prevedere la quantità di cavalli vapore

che avrebbero potuto sviluppare, o il fatto di po-

ter “mettere il turbo” alla loro potenza. Più di re-

cente, però, c’è stato un’importante inversione di

rotta per quanto riguarda la potenza: Come mai

abbiamo bisogno di macchine con motori così gros-

si? Perché non riusciamo ad ottenere un po’ di più

(o ancora di più) con meno potenza?

Analogamente, nel mondo dell’informatica, la po-

tenza è diventata un problema serio poiché il rag-

giungimento di velocità di elaborazione sempre più

elevate tende a richiedere potenze sempre maggio-

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Il problema delle connessioni…

E allora c’è un modo di ridurre l’aumento di poten-

za richiesto nell’exascale computing? La risposta

semplice è: sì. Gran parte della potenza consumata

da un computer ad alte prestazioni è dovuta alle

connessioni tra i chip. In altre parole, è necessaria

molta potenza nel momento in cui a milioni di pro-

cessori viene chiesto di comunicare con milioni di

altri processori.

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ce, allora, occorre puntare sulle connessioni inter-

chip.

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