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IoT

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EMBEDDED

57 • SETTEMBRE • 2015

N

el momento in cui Internet of Things

(IoT) ha consolidato la propria posizione di “next

big thing” per l’anno in corso (e presumibilmente

per quelli immediatamente successivi), parecchi

architetti di sistema stanno eseguendo valuta-

zioni approfondite sui concetti che stanno alla

base di questo insieme di tecnologie. Nel corso

della loro analisi, questi esperti si stanno ponen-

do alcuni interrogativi circa la validità di una

visione troppo semplicistica della struttura IoT:

una molteplicità (o nuvole) di sensori e attuatori

connessi a hub wireless semplici e a basso con-

sumo connessi attraverso Internet a CDC (Cloud

Data Center – ovvero data center che forniscono

servizi cloud) di grandi dimensioni. Quasi ogni

aspetto di questa descrizione è in discussione:

tanto per cominciare, alcuni esperti dubitano

che uno “sciame” di semplici sensori sia la mo-

dalità più adatta per misurare lo stato di un si-

stema.

Modalità di rilevamento

La modalità più ovvia per misurare lo stato di

un sistema (ovvero la situazione in cui si trova

il sistema in un determinato istante temporale)

consiste nell’individuare le variabili di stato, de-

terminare i punti in cui è possibile rilevare que-

ste variabili in modo da consentirne la misura

da parte dei sensori e posizionare questi ultimi

in corrispondenza di tali punti. A questo punto

tutti i dati raccolti sono inviati a un hub (ovvero

un concentratore che funge da nodo di smista-

mento dati). La modalità più ovvia non sempre è

la migliore. La presenza di tutti questi sensori e

collegamenti, oltre a comportare notevoli spese

di installazione, rende questo approccio intrin-

secamente inaffidabile.

Un’altra tecnica prevede di scegliere alcune va-

riabili critiche che possono essere rilevate in

modo remoto e utilizzate per avere una stima

dello stato dell’intero sistema.

Un procedimento di questo tipo può essere in-

tuitivamente ovvio oppure richiedere l’impiego

di alcuni concetti matematici e il ricorso a uno

stimatore dello stato come ad esempio un filtro

di Kalman. Un esempio del primo tipo è quello

che coinvolge apparecchiature quali telecamere

di sicurezza e la gestione di aspetti quali traffico,

parcheggio: in altre parole, il concetto di “smart

city”.

Nel caso di una “smart city”, un tipico scenario

potrebbe includere la gestione dell’illuminazione

e dei parcheggi, il controllo del traffico e la sicu-

rezza. Un approccio IoT di tipo tradizionale pre-

vede la presenza di un sensore luminoso su cia-

scun lampione, sensori di prossimità “nascosti”

nelle corsie di circolazione nei pressi di ciascun

incrocio e spazio di parcheggio e di telecamere

di sicurezza ubicate in punti strategici ben al di

sopra del livello stradale.

Ogni sensore sarà dotato di una connessione ca-

blata a un hub locale che a sua volta sarà colle-

gato in modalità wireless a un punto di accesso

a Internet, eccezion fatta per i sensori luminosi

Internet of Things:

una revisione critica

Un’analisi approfondita dei concetti che stanno alla

base di IoT potrebbe portare a radicali cambiamenti

a livello di tecnologie di rilevamento, struttura dei

data center e persino di Internet stessa

Ron Wilson

Technical author

Altera