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57 • settembre • 2015
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OS HARDWARE
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progetto e deve essere consentita la modifica e
la distribuzione di tali file.
Per quanto concerne i file sorgente, non sono
altro che la fonte che descrive come è stato rea-
lizzato un progetto: in alcuni casi può trattarsi
di file relativi alla scheda e allo schema circui-
tale, oppure di disegni realizzati tramite CAD
o ancora file STL. In altre parole, se qualcun
altro è in grado di ricreare l’hardware a partire
dai file forniti, allora si può dire che c’è una
condivisione della sorgente.
Dal punto di vista legale I file sorgente rien-
trano nell’ambito del copyright, per cui sarà
necessario un
copyleft (in altre parole l’antitesi del copyright) o una licenza GPL .Anche CC0,
CC-BY e CC-BY-SA sono licenze open source.
La situazione attuale
Una domanda che ricorre con una certa fre-
quenza è la reale entità dell’”apertura”
dell’hardware open source.
Nella maggioranza dei casi non si può dire sia
molto aperto. I responsabili di
Hackidemia(azienda che ha creato laboratori itineranti per
indegnare ai bambini l’arte del fare) ad esem-
pio, si sono trovati spesso a ordinare apparec-
chiature o schede “aperte” – come una stam-
pante 3D o un dispositivo per il taglio laser
– solo per scoprire che non solo era difficile re-
perire i progetti, ma anche la docu-
mentazione a corredo e i wiki (ovve-
ro i siti Web che permette ai propri
utenti di aggiungere, modificare o
cancellare contenuti attraverso un
browser) erano poco chiari e/o in-
coerenti. L’hardware open source è
quindi divenuto una sorta di mar-
chio, un’etichetta che fa tendenza a
seguito della continua crescita del
cosiddetto “Maker Movement” ma
sono solamente in pochi che rispet-
tano le linee guida relativamente a
condivisione e accessibilità.La situazione attuale in realtà sta
deludendo molti appassionati dell’
OSHW.
Molti sono preoccupati circa even-
tuali abusi, come testimoniano le
centinaia di commenti su
github
re-
lativamente allo scandalo legato al “marchio”
Arduino o alle reazioni su
OSH forum .L’ap-
propriazione indebita del termine “open” sugli
oggetti fisici non è limitato alle sole schede. A
causa della proliferazione del movimento dei
“maker” numerosi altri settori come ad esem-
pio quello automobilistico e del mobile sono
coinvolti nelle problematiche legate all’uso im-
proprio del termine.
Lo “scorciatoie” e gli utilizzi non corretti sono
in aumento a causa soprattutto dell’inadegua-
tezza del quadro giuridico e del fatto che il
mondo industriale e gli attuali modelli econo-
mici non sono in grado rispettare e accettare il
concetto di OSHW. A prima vista le problema-
tiche legali che interessano l’open hardware
e gli open data hanno molti punti in comuni
con le analoghe problematiche che interessa-
no l’open software. In ogni caso le modalità di
licenza del software open source sono regolate
da un quadro normativo oramai sperimentato
mentre per quanto concerne le licenze dell’O-
SHW siamo ancora alle fasi iniziali e c’è quindi
un ampio spazio per ulteriori sviluppi.
Migliorare la qualità della vita
Nonostante le problematiche appena esposte,
l’OSHW mantiene molte delle promesse ini-
ziali: non solo un concetto “accattivante”, ma
Fig. 2 – Arduino è una piattaforma per la prototipazione elet-
tronica di tipo open source basata su component hardware
e software flessibili e di semplice uso (Fonte: Mouser Elec-
tronics)