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54 • NOVEMBRE • 2014

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HARDWARE

OPC UA

n passato i sistemi comunicavano solitamen-

te tramite interfacce programmate singolar-

mente oppure tramite i device driver. Questo

sistema, per quanto efficace, richiedeva però

la programmazione delle applicazioni per as-

sicurare l’interoperabilità, una strada che nel tempo non si

è dimostrata molto pratica.

Una soluzione interessante per l’industria, soprattutto per

quella dell’automazione, in grado di assicurare lo scambio

di dati tra le applicazioni di diversi produttori, è arrivata nel

1996 con l’OPC (OLE for Process Control). Con questo tipo

di tecnologia i produttori dei terminali utilizzati nell’auto-

mazione industriale sono in grado di impostare un server

OPC per elaborare i dati dai diversi client OPC come quelli

nei controller, sistemi SCADA e dispositivi HMI.

Questo tipo di soluzione è semplice da utilizzare e riduce

sensibilmente gli sforzi necessari per implementare le atti-

vità di comunicazione fra i device: infatti, è stata impiegata

con successo in numerose applicazioni, come per esempio

quelle di tipo office per integrare nei sistemi le periferiche,

come le stampanti provenienti da diversi produttori.

Lo sviluppo di software per i prodotti compatibili con OPC

si appoggia su un’altra tecnologia di Microsoft, quella

COM/DCOM (Distributed Component Object Model) con

i suoi vantaggi e svantaggi. Per esempio, questa tecnologia

ha il vantaggio di una piattaforma caratterizzata da un ele-

vato livello di stabilità grazie alla sua ampia distribuzione.

Per contro, gli sviluppatori si trovano ad affrontare alcune

limitazioni come il dispendio di tempo per la configurazio-

ne, soprattutto per il fatto che si tratta di una tecnologia

strettamente legata al sistema operativo Windows e alle li-

mitazioni nella capacità di controllo dovuta alla natura pro-

prietaria di COM/DCOM.

Un altro esempio è l’Object Linking and Embedding (OLE),

un protocollo di scambio dati sviluppato da tempo da Mi-

crosoft per le applicazioni di ufficio e che risiede diretta-

mente nel sistema operativo. Questo protocollo permette,

per esempio, l’integrazione da fonti esterne di dati in tabel-

le o anche di integrare tabelle e immagini nei documenti.

In generale, vale la pena di sottolineare che le soluzioni

aperte permettono di lavorare servendosi degli strumenti

di volta in volta più idonei, consentendo ai sistemi di comu-

nicare senza particolari problemi. Le soluzioni aperte age-

volano inoltre il riutilizzo del software esistente, permetten-

do di liberare tempo prezioso per poter commercializzare

più rapidamente i propri prodotti.

L’OPC UA

Per quanto riguarda le interfacce software standardizza-

te, l’approccio dell’OPC UA(Unified Architecture) è stato

I

L’acquisizione dei dati

Scambiare e acquisire i dati in modo efficace tra i singoli sottosistemi e i componenti è di cruciale importanza

per la produttività… e il software è il fattore più critico

Francesco Ferrari

Fig. 1 – OPC UA consente di realizzare comunica-

zioni fra diversi hardware e differenti applicazioni

indipendentemente dalla piattaforma e dal sistema

operativo utilizzato