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EMBEDDED
54 • NOVEMBRE • 2014
algrado l’impressio-
nante perfezionarsi
delle tecnologie di
fabbricazione indu-
striale, ancora oggi
nessun ciclo produttivo può dirsi esente da imper-
fezioni ma, fortunatamente, al pari delle tecniche di
lavorazione e assemblaggio si sono evolute anche le
metodologie per l’individuazione rapida dei difetti,
accompagnate dall’indispensabile immediata corre-
zione che consente poi di garantire la massima quali-
tà dei prodotti pretesa nei requisiti. In pratica, sono i
sensori industriali che rilevano i difetti di lavorazione
nei prodotti mentre il sistema di controllo automatico
provvede a classificarli e a indirizzarli verso il loro
adeguato percorso di recupero.
Molti di questi sensori sono ottici, perché consento-
no le ispezioni a distanza e sono oggi disponibili in
un’ampia varietà di modelli e configurazioni, in grado
di utilizzare tecniche di riconoscimento adattative che
migliorano continuamente la loro qualità operativa,
aggiornando automaticamente la base di conoscenze
man mano che vengono rilevati i difetti nei prodotti.
In pratica, i sensori ottici acquisiscono le immagini
che un software di elaborazione grafica visualizza
su display e processa numericamente effettuando il
confronto con immagini note per stabilire la presenza
dei difetti visibili, ma quest’impostazione generica
assume ovviamente una varietà di configurazioni pra-
tiche che si adattano alle applicazioni e assecondano
le tecnologie sviluppate dai costruttori. L’affidabilità
e la precisione dei sensori ottici sono fattori decisivi
sulla qualità e sui costi dell’intero moderno sistema
produttivo e perciò devono soddisfare requisiti di
robustezza severi a sufficienza per poter operare
negli ambienti industriali, piuttosto che a bordo dei
treni o negli impianti delle centrali elettriche.
Il loro vantaggio è la rilevazione degli oggetti senza
contatto in qualsiasi condizione di inquinamento
ambientale e oggi se ne possono trovare nella forma
di sensori fotoelettrici meglio noti come fotocellule
a sbarramento, a riflessione, a tasteggio, a forcella o
a telaio oppure come fotosensori in fibra ottica per il
rilevamento degli oggetti molto piccoli in spazi ridotti
oppure ancora come sensori di contrasto e lettori di
colore ottimi per le catene automatizzate d’imballag-
gio e stampa, ma ce ne sono anche configurati come
misuratori di distanze che effettuano calcolando il
tempo di volo (TOF, Time-Of-Flight) di opportuni
impulsi ottici dalla sorgente agli oggetti e ritorno.
Più sofisticati sono i sensori di immagine che consen-
tono di rilevare i dettagli più piccoli delle superfici,
identificare codici e caratteri nonché riconoscere la
composizione chimica dei materiali.
Sensori
industriali
ottici
Lucio Pellizzari
S P E C I A L E
Fra i sensori più diffusi nell’automazione industriale
i dispositivi ottici consentono le ispezioni a distanza
anche negli ambienti inquinati e poiché sono semplici
da installare e configurare, sono perciò preferiti a
molti altri tipi di sensori
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SENSOR