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EMBEDDED
53 • SETTEMBRE • 2014
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HARDWARE
MEMORIE
a protezione dei dati è un problema tipico dei sistemi
embedded dedicati alle transazioni finanziarie, ma
non è circoscritto alla mera salvaguardia monetaria
perché contraddistingue anche tutte quelle applica-
zioni nelle quali è indispensabile avere certezza di
riscontro sull’attendibilità dei dati immagazzinati, sia in termini di
affidabilità delle informazioni critiche in corso di utilizzo, sia sulla
garanzia dell’effettiva cancellazione dei dati inutili i cui contenuti
potrebbero rivelarsi pericolosi. Senza dubbio, oggi la protezione
dei dati memorizzati e la cancellazione sicura sono parametri critici
per determinare la qualità delle prestazioni di tutte le memorie, sul
silicio e sui supporti magnetici o ottici. Oggi le memorie allo stato
solido tipicamente flash o non volatili, più popolari nella forma di
chiavette USB, sono disponibili in una varietà di piccoli formati e
anche con le stesse interfacce dei dischi rigidi ai quali possono
sostituirsi plug&play. Le memorie solide stanno conquistando sem-
pre maggiori quote di mercato rispetto ai dischi rigidi, ma questi
ultimi conservano la leadership in diversi settori e questo spiega
perché recentemente sono apparsi molti annunci di dispositivi con
entrambe le tecnologie. In realtà, le memorie elettroniche offrono
una velocità decine di volte superiore nelle fasi di scrittura, lettura e
cancellazione dati e questo è un indubbio vantaggio nelle applicazio-
ni dove i tempi sono critici come nei sistemi militari o aerospaziali,
che fruiscono anche della maggior robustezza delle memorie solide
agli urti, alle vibrazioni o agli sbalzi termici rispetto ai dischi rigidi.
D’altra parte la capacità di memoria degli hard disk è senza dubbio
infinitamente maggiore e li rende più competitivi nelle applicazioni
dov’è importante anche il costo per bit.
Cancelliamo?
Un problema che affligge tutte le tecnologie di memorizzazione è la
effettiva cancellazione dei dati affinché, innanzi tutto, non siano recu-
perabili in alcun modo da chi non è autorizzato e, in secondo luogo,
non abbiano la possibilità di scatenare virus latenti capaci di attivarsi
e propagarsi proprio dopo la cancellazione. Entrambi i problemi
sono piuttosto critici soprattutto nelle applicazioni con informazioni
sensibili, di qualsiasi natura esse siano, perché la procedura di can-
cellazione standard basata sulla semplice rimozione delle intestazio-
ni di tutti i record che contengono gli indirizzi dei dati lascia di fatto
tutti i bit integri in memoria e questi possono quindi essere recupe-
rati o peggio rimanere senza controllo e quindi avere l’opportunità
di attivare qualche algoritmo dormiente opportunamente nascosto.
Affinché questi dati scompaiano definitivamente occorre riscrivere
sopra tutte le celle che li contengono un’adeguata serie di zeri in
modo da appiattire gli spazi di memoria, ma è compito del sistema
operativo fare differenza fra la cancellazione non distruttiva e la
cancellazione distruttiva, e saper attivare le procedure basate sulla
stessa tecnica adoperata nella fase di scrittura anche per cancellare
e, quindi, cambio d’intensità o fase se si tratta di una memoria elet-
tronica, smagnetizzazione se si tratta di un disco rigido e raggi laser
se si tratta di una memoria ottica. Tuttavia, soprattutto nei primi due
casi va considerato che può esserci un certo “effetto memoria” nelle
celle e quindi per ottenere una cancellazione davvero totale occorre
ripetere più passaggi scrivendo successivamente, ad esempio,
L
Affidabilità e sicurezza
nelle memorie rigide,
solide e ibride
Le memorie di massa possono essere rigide o solide, oppure accomunare entrambe le tecnologie e utilizzare
algoritmi ridondanti per migliorare la sicurezza e la fedeltà dei dati
Lucio Pellizzari
Fig. 1 – Seagate integra nei suoi nuovi SSHD la tecnologia
proprietaria Adaptive Memory che seleziona dal disco rigi-
do i contenuti più frequenti e li trattiene nella Flash
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