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EON

EWS

n

.

614

- DICEMBRE 2017

l’Instagrammer, un esperto

di Instagram, l’app dedica-

ta alle foto che sta andando

per la maggiore, ed è nata

la figura dell’influencer.

Un influencer è un utente

con migliaia (se non mi-

lioni) di seguaci sparsi sui

vari social network: youtu-

ber, instagramer, un blog-

ger o avere semplicemen-

te una pagina su Facebook

o Twitter dove condivide

foto, video e contenuti vari.

Si distingue rispetto a al-

tri molto seguiti, perché

in grado di influenzare

i suoi follower. Affinchè

sia possibile, deve avere

moltissimi follower, creare

contenuti di interesse e in

grado di generare moltissi-

me interazioni, ma soprat-

tutto deve essere affidabile

e credibile.

Smart working

Lo smart working in Italia

è già una realtà e prevede

flessibilità sul luogo e sugli

orari di lavoro per i dipen-

denti. Il Ministero del Lavo-

ro e delle Politiche Sociali

dallo scorso 15 novembre

ha reso possibile anche re-

gistrare gli accordi di smart

working tra lavoratore e da-

tore di lavoro direttamente

online sull’apposita piatta-

forma.

Secondo l’indagine svol-

ta dall’Osservatorio Smart

Working del Politecnico di

Milano, gli smart worker nel

2017 risultano in crescita

del 14% rispetto all’anno

precedente, e ben del 60%

rispetto al 2013.

Gli smart worker sono or-

mai 305.000 - l’8% del to-

tale dei lavoratori del cam-

pione e si distinguono per

maggiore

soddisfazione

per il proprio lavoro e mag-

giore padronanza di com-

petenze digitali rispetto agli

altri lavoratori.

Cresce l’adozione dello

smart working tra le gran-

di imprese: il 36% ha già

lanciato progetti struttura-

ti (il 30% nel 2016),e una

su due ha avviato o sta

per avviare un progetto,

ma le iniziative che hanno

portato veramente a un ri-

pensamento complessivo

dell’organizzazione del la-

voro sono ancora limitate e

riguardano circa il 9% delle

grandi aziende. Anche tra

le PMI cresce l’interesse,

sebbene a prevalere siano

approcci informali: il 22%

ha progetti di Smart Wor-

king, ma di queste solo il

7% lo ha fatto con inizia-

tive strutturate; un altro

7% di PMI non conosce il

fenomeno e ben il 40% si

dichiara “non interessato”

in particolare per la limita-

ta applicabilità nella propria

realtà aziendale.

Secondo il Politecnico di

Milano, se il 70% dei po-

tenziali smart worker ita-

liani passasse al lavoro

agile, la produttività pro

capite potrebbe aumenta-

re del 15%. E questo non

sarebbe un bene solo per

i singoli lavoratori e per le

singole imprese, ma anche

per il ‘Sistema Paese’, in

quanto quella produttività

in più equivarrebbe a 13,5

miliardi di euro di benefici

indotti per il Paese. E lo

smart worker, inoltre, di-

minuisce gli spostamenti,

inquinando di meno. Sono

del resto sempre di più le

imprese italiane che apro-

no verso lo smart working:

Generali Italia, Zurich,

Enel, Bmw, Benetton,

Mars Italia, Ferrero, Axa,

la lista si allunga di giorno

in giorno.

Axa, con oltre 1500 dipen-

denti, ha avviato nel 2016

un progetto pilota di lavoro

agile per 110 persone. Visti

i risultati positivi, quest’e-

state gli smart worker di

Axa sono diventati 800.

Il Ministero del Lavoro ha

predisposto una piattafor-

ma online per inviare il mo-

dello di accordo tra datore

di lavoro e smart worker.

più ansiogeni di altri. Ca-

reerCast ha valutato 200

professioni analizzandole

dal punto di vista di 11 in-

dicatori, tra gli altri il tragit-

to per arrivare in ufficio, il

potenziale di crescita del

settore e gli sforzi fisici ri-

chiesti. Il report non è un

rilevamento: CareerCast

si serve principalmente di

dati del Bureau of Labor

Statistics americano per

dare un punteggio a ogni

ruolo in ogni ambito, e poi

crea un indice complessi-

vo di stress. Il meno stres-

sante è il sonographer,

il tecnico dedicato all’ac-

quisizione delle immagini

ecocardiografiche, seguito

da compliance officer, ov-

vero la figura professiona-

le che si assicura che in

azienda tutto sia conforme

alle leggi e alle regole. La

classifica prosegue con

hair stylist, audiologo, do-

cente universitario di ruolo,

archivista medico, gioiel-

liere, operations research

analyst, commesso di far-

macia, tecnico di laborato-

rio medico.

Gli Influencer

Con il successo dei social

network, sono nate nuove

professioni che solo po-

chi anni fa non esistevano

proprio. Parliamo del social

media manager, cioè la fi-

gura che gestisce i social

media per conto di un’a-

zienda, un brand o un per-

sonaggio pubblico, e che

ne definisce i piani editoriali

e di marketing. Anche il so-

cial media editor è in asce-

sa, con un ruolo più esecu-

tivo. E in un’era sempre più

dominata dagli smartphone

e dalle app, già da anni

sono al lavoro gli svilup-

patori mobile, informatici

in grado di programmare i

dispositivi mobili e le rela-

tive applicazioni. Sempre

nel settore del web negli

ultimi anni sono emerse le

professioni di specialista di

web analytics, cioè il pro-

fessionista in grado di leg-

gere ed interpretare tutti i

dati di traffico dei siti web,

e lo specialista SEO, cioè

l’esperto in grado di miglio-

rare il reperimento delle pa-

gine web attraverso i motori

di ricerca. Il web ha creato

nuove professioni come

segue da pag. 11

R

EPORT