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7

M

ERCATI

EON

EWS

n

.

613

- NOVEMBRE 2017

non è nuovo, ma se ne par-

la ormai da tempo. Il primo

trapianto di cuore artificiale

è stato negli anni 80, ma da

allora pochi miglioramenti

hanno reso questi disposi-

tivi più efficienti.

Aziende innovative come

Carmat

e

Bivacor

mirano

a cambiare il paradigma da

un solo cuore meccanico

verso una soluzione più in-

telligente, con sensori em-

bedded e intelligence.

“Gli organi artificiali fatti

di elettronica, intelligenza

e meccanica sono i primi

passi”, spiega Marjorie Vil-

lien di Yole. “I prossimi pas-

si logici sono quello di co-

struire organi che utilizzano

tessuti biologici, ma il primo

cuore ‘bio-printed’ non sarà

probabilmente impiantato

prima del 2040”.

La prossima fase di svilup-

po riguarderà il diabete che

colpisce ogni Paese, coin-

volgendo oggi più dell’8%

della popolazione mondia-

le. Il mercato del pancre-

as artificiale sperimenterà

quindi un’enorme crescita

CAGR nell’ordine del 49%

nei prossimi cinque anni.

In 5-10 anni sarà il caso

dei polmoni artificiali e dei

reni. I primi dispositivi com-

mercialmente riconosciuti

saranno sistemi portatili

come il sistema Wearable

Artificial Kidney Founda-

tion (WAKFU). Poco dopo

il primo rene portatile, do-

vremmo vedere un salto di

un dispositivo impiantabile

come quello sviluppato dal

progetto rene all’Università

di California, San Franci-

sco e Vanderbilt Universi-

ty. Gli organi artificiali com-

binano molti vantaggi, oltre

alla disponibilità, inclusi

meno problemi di compati-

bilità, eliminando le preoc-

cupazioni etiche nei con-

fronti del traffico di organi e

riducendo i costi.

“Portare un nuovo organo

artificiale sul mercato è

un progetto molto lungo e

costoso”, commenta Asma

Siari di Yole. Il tempo me-

dio di sviluppo per una tale

tecnologia complessa è di

circa 15-25 anni, in aggiun-

ta ai cinque o dieci anni di

test e approvazione dalle

autorità. Questi lunghi ri-

tardi spiegano perché alcu-

ne aziende non hanno mai

investito negli organi artifi-

ciali. Gli investitori devono

essere pazienti e gli svilup-

patori decisi a portare una

tale tecnologia al mercato.

S

econdo una recente in-

dagine realizzata da

Yole

Développement

, il mer-

cato degli organi artificiali

dovrebbe chiudere il 2017

a 1,3 miliardi di dollari, ma

è prevista una crescita

CAGR del 20% nei prossi-

mi cinque anni, che lo ve-

drà toccare i 3,5 miliardi di

dollari nel 2022.

“Questa crescita impres-

sionante è determinata

principalmente dall’ecce-

zionale incremento dell’u-

so di pancreas artificiali,

con una crescita CAGR del

49% tra il 2017 e il 2022”,

commenta Marjorie Villien,

analista di Yole Dévelop-

pement. “Il mercato dei

dispositivi di assistenza

ventricolare è già maturo e

infatti mostra un CAGR del

9% nello stesso periodo.

Per quanto riguarda il cuo-

re artificiale, questo è un

mercato che ancora deve

svilupparsi, per questo do-

vrebbe registrare una cre-

scita CAGR del 15% tra il

2017 e il 2022 “.

Le sfide da affrontare

Tante sono le domande

che ci si pone. Innanzitutto

quali sono le principali sfi-

de tecniche e le problema-

tiche del mercato? E quali

le aspettative degli utenti

finali? Il trapianto di organi

è spesso l’unica terapia ri-

solutiva ed è condizionata

dalla disponibilità di organi

per trapianto che, purtrop-

po, sono ancora largamen-

te insufficienti rispetto alle

necessità, come il fegato,

il rene e l’insufficienza car-

diaca. Tragicamente, la

maggior parte della gente

in lista d’attesa muore pri-

ma di ottenere un organo.

Quindi, il sogno di svilup-

pare organi artificiali di parti

elettroniche e meccaniche

Sembra fantascienza, ma non lo è. Dopo decenni di sviluppo, gli organi

artificiali sono pronti a entrare nel mercato dei dispositivi medici.

Un’innovazione che è la realizzazione di un sogno, ma soprattutto risolverà

nel tempo il problema della carenza di donatori di organi umani

Gli organi artificiali?

Una realtà

A

NTONELLA

P

ELLEGRINI

Fonte: Carmat

Il trapianto di

organi è spesso

l’unica terapia

risolutiva ed è

condizionata

dalla

disponibilità

di organi

per trapianto,

che sono ancora

largamente

insufficienti

rispetto

alle necessità