EON
EWS
n
.
608
-
MAGGIO
2017
10
Q
uello trascorso è stato
l’anno del cybercrimine, un
atto che punta ad estorce-
re denaro alle vittime o a
sottrarre informazioni per
ricavarne denaro. Il
Rap-
porto CLUSIT 2017
(Clu-
sit, Associazione Italiana
per la Sicurezza Informa-
tica) sulla sicurezza ICT in
Italia riporta questi dati e
aggiunge che nel 2016 “il
cybercrimine è stato cau-
sa del 72% degli attacchi
verificatisi a livello globale,
confermando un trend di
crescita costante dal 2011,
quando tale tipologia di at-
tacchi si attestava al 36%
del totale”.
La sicurezza dei sistemi
informatici è argomento
che genera una grande
preoccupazione in tutti gli
utilizzatori: privati cittadini,
aziende pubbliche e pri-
vate, industrie, utility. Le
minacce informatiche per
molti hanno un volto mi-
sterioso e imprevedibile,
che rende vani i tentativi di
contrastarle e quindi inef-
ficace il dispendio di tante
energie e risorse per af-
frontarle.
Ne risulta che gli investi-
menti nella sicurezza in-
formatica sono insufficienti
quantitativamente e quali-
tativamente per essere in
grado, se non di sventare
gli attacchi, per lo meno di
limitare le perdite conse-
guenti. In Italia, il mercato
delle soluzioni di infor-
mation security nel 2016
ha raggiunto i 972 milioni
di euro, con una cresci-
ta del 5% rispetto 2015 e
una spesa concentrata tra
le grandi imprese (74%
del totale), afferma l’
Os-
servatorio Information
Security & Privacy
della
School of Management
del Politecnico di Mila-
no
. I ricercatori osserva-
no che sebbene cresca la
consapevolezza di fronte
alle nuove sfide poste dal-
lo sviluppo di tecnologie
come Cloud, Big Data, In-
ternet of Things, Mobile e
Social, non è ancora diffu-
so un approccio di lungo
periodo alla gestione della
sicurezza e della privacy,
a cui si accompagni una
chiara struttura di governo:
solo il 39% delle grandi im-
prese ha un piano di inve-
stimento con orizzonte plu-
riennale e solo il 46% ha in
organico in modo formaliz-
zato la figura del Chief In-
formation Security Officer,
ovvero il profilo direziona-
le a capo della sicurezza.
Nelle PMI (800 sono state
osservate
dall’Osserva-
torio), che pure dedicano
una parte del budget alla
sicurezza, l’utilizzo non
è sufficientemente ma-
turo e consapevole. Le
principali motivazioni agli
investimenti infatti sono
l’adeguamento normativo
(48%) e gli attacchi subi-
ti in passato (35%), ma a
volte seguono la necessità
di rispondere a nuove esi-
genze tecnologiche (22%)
o di business (31%). La
maggior parte delle PMI
ha soluzioni di sicurezza
di base (76%), come anti-
virus e antispam, ed il 62%
dichiara di disporre anche
di soluzioni sofisticate,
come ad esempio firewall
o sistemi di intrusion de-
tection. Un’organizzazione
su quattro (25%) però si
fa guidare dal buon senso,
senza un approccio tecno-
logico definito. Il 46% ha
policy aziendali ben defi-
nite, mentre solo il 10% ha
programmi di formazione
orientati ad aumentare la
consapevolezza.
Grandi cyber attacchi
nel 2016*
Il data breach più impor-
tante della storia (oltre un
miliardo di account sareb-
bero stati violati) è avve-
nuto nel 2016 ai danni di
Yahoo
e dei suoi utenti.
Gli attaccanti avrebbe-
ro sottratto nomi, indirizzi
email, numeri di telefono,
date di nascita, password
criptate e in qualche caso
anche domande di sicurez-
za cifrate o in chiaro, con
le relative risposte, che
poi sarebbero stati messi
in vendita in alcuni mar-
ketplace del dark web.
Anche a causa di questo
data breach (e di altri data
breach precedenti, non co-
municati tempestivamente
dall’azienda), alcuni ana-
listi finanziari sostengono
che la quotazione di Ya-
hoo nell’ambito dell’acqui-
sizione in corso da parte di
Verizon
sia stata ribassata
di circa 350 milioni di USD.
Un altro caso. A inizio
2017, tutti i media naziona-
li e mondiali hanno ripreso
la notizia lanciata dal quo-
tidiano inglese Guardian
(con un’enfasi che ad al-
cuni è parsa eccessiva, e
forse strumentale), in me-
rito a un attacco di matri-
ce state-sponsored (forse
originato dalla Russia),
subìto anche dalla Farne-
sina nella primavera 2016,
che avrebbe provocato la
compromissione di alcuni
sistemi non classificati. Il
nostro Ministero ha con-
fermato l’attacco, peraltro
già noto tra gli addetti ai
lavori, e ribadito che i pro-
pri sistemi classificati non
sono stati impattati dall’in-
cidente.
Gli utenti della costa est
degli Stati Uniti si sono
trovati nell’impossibilità di
raggiungere la maggior
parte dei più popolari siti
e piattaforme internet per
un giorno intero.
Twitter,
Spotify, Reddit, PayPal,
eBay
e
Yelp
sono solo al-
cuni dei servizi resi di fatto
inaccessibili da un gigante-
sco attacco DDoS che ha
colpito Dyn, un importante
provider di servizi DNS.
Ancora più inquietante è
stato il meccanismo uti-
lizzato per realizzare l’at-
tacco DdoS a un ospeda-
le statunitense. Messo a
segno tramite centinaia di
migliaia di device IoT (in
particolare telecamere di
sicurezza made in China),
compromessi da remoto e
usati come potentissimo
vettore di attacco,
l’attacco basato su ran-
somware ha costretto l’o-
Cyber security
Il 2016 è stato l’anno peggiore in
termini di evoluzione delle minacce
informatiche, un anno record
quanto a numerosità di incidenti
noti con conseguenze gravi, stimati
in 1050 a livello globale
F
RANCESCA
P
RANDI
Fig. 1 – Lo spam
è sempre più
pericoloso
(Fonte:
IBM X-Force Threat
Intelligence Index 2017)
R
EPORT