L
a data ufficiale di nascita del
transistor è solitamente ritenu-
ta essere la vigilia di Natale del
1947, giorno in cui al quarto pia-
no dell’edificio 1 dei Laboratori
Bell di Murray Hill (New Jersey),
John Bardeen e Walter Brattain
mostrarono al management dei
Laboratori Bell in che modo il di-
spositivo a punta di contatto che
avevano messo a punto fosse in
grado di amplificare segnali ad
audiofrequenza. La prova di tale
dimostrazione aveva avuto luogo
tra gli ‘addetti ai lavori’ il giorno
prima, ma è il 16 dicembre 1947
che il ‘triodo allo stato solido’ ha
per la prima volta dimostrato di
funzionare come voluto.
Quella del transistor a punta di
contatto è stata più una scoper-
ta che un’invenzione: la storia di
come si sia arrivati ai transistor
nella loro forma attuale è infatti
tutt’altro che lineare e ha visto i
contributi di una moltitudine di
ricercatori, primo fra tutti William
Shockley.
Ai Bell Telephone Labs (BTL) il
(FET), era stato proposto nel
1925 (e brevettato nel 1927) da
un ricercatore tedesco di origi-
ne polacca, Julius Edgar Lilien-
feld. Se la tecnologia dell’epoca
avesse consentito di tradurre in
pratica la sua geniale intuizione
oggi festeggeremmo i 90 anni
del transistor. La precedenza
stabilita da Lilienfeld avrebbe
inoltre rappresentato un ostaco-
lo alla brevettabilità del disposi-
tivo immaginato da Shockley,
ma la storia ha preso una piega
completamente diversa. L’atte-
so effetto di campo risultava in-
fatti essere molto più debole di
quanto previ-
sto dalla teoria
e un’analisi di
Bardeen iden-
tificò l’origine
del problema
nella scherma-
tura del campo
all’interno del
dispositivo da
parte delle ca-
riche intrappo-
late negli stati
superficiali cre-
ati dalle impu-
rità del materiale. Le modifiche
apportate da Gibney e Brattain
e, successivamente, da Barde-
en per eliminare questo ‘bloc-
caggio’ portarono all’introduzio-
ne di contatti metallici rettificanti
in una struttura a punta di con-
tatto su una base di germanio.
Dal transistor unipolare a effetto
di campo che si stava cercando
di realizzare si giunse così alla
‘scoperta’ del transistor bipolare
a punta di contatto.
Lo sviluppo più interessante era
però ancora di là a venire: Shoc-
kley, che non aveva partecipato
alla ‘scoperta’ ed era così stato
escluso dal relativo brevetto,
passò le settimane successive
ad estendere la teoria della retti-
ficazione dell’ossido di rame svi-
luppata nel 1938 dal ricercatore
sovietico Boris Davydov, adat-
tandola alle giunzioni P-N nel
transistor bipolare. Nel gennaio
del 1948 Shockley aveva getta-
to le solide basi della teoria del
BJT, la cui prima realizzazione
con giunzione per accrescimen-
to sarebbe avvenuta nel 1950
sotto la guida di Morgan Sparks.
I transistor a giunzione (per ac-
crescimento, a lega e, a partire
dal 1954, a diffusione) avrebbe-
ro presto tolto dal mercato i tran-
sistor a punta di contatto. L’era
dell’elettronica moderna si apre
però nel 1959, con la dimostra-
zione da parte di Jean Hoerni in
Fairchild del processo planare
che renderà possibile la produ-
zione di massa di transistor e
circuiti integrati.
EON
EWS
n
.
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GENNAIO
2017
3
T
ERZA
P
AGINA
Quella del transistor è una storia tutt’altro che lineare,
caratterizzata da una molteplicità di padri e date di nascita
M
ASSIMO
G
IUSSANI
Transistor
: quante
candeline sulla torta?
cammino verso i dispositivi allo
stato solido ha avuto inizio nel
1936, quando Mervin Kelly, allo-
ra direttore della Ricerca in BTL,
decise di creare un dipartimento
dedicato reclutando gente del
calibro di Bill Shockley e Russel
Ohl. La seconda guerra mondia-
le ha portato a un’interruzione
delle ricerche a risvolto privato,
ma non prima che Ohl realizzas-
se la prima giunzione P-N e ne
scoprisse le proprietà fotoelettri-
che. Al termine del conflitto, Kelly
ricreò il gruppo di ricerca ai Bell
Lab assegnandone la direzione
a Bill Shockley e Stanley Morgan
e reclutando tra gli altri Bardeen,
Brattain e il chimico-fisico Robert
Gibney. Shockley impartì imme-
diatamente la giusta direzione
alle ricerche, indirizzando gli
studi del gruppo su silicio e ger-
manio e sulla realizzazione di un
dispositivo in grado di modulare
un segnale tramite un campo
elettrico che alterasse la condu-
cibilità del materiale.
È doveroso segnalare che un
dispositivo basato su questo
concetto, che oggi chiamere-
mo transistor a effetto di campo
Una pagina
degli appunti di
Shockley datata
23 gennaio 1948
(Archivio
storico AT&T)