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L

a molteplicità di prospettive

aperte dalle applicazioni dell’In-

ternet of Things (IoT) ha reso

particolarmente arduo il compi-

to delle società che effettuano

previsioni di mercato. Nel 2010

Ericsson

aveva pronosticato 50

miliardi di dispositivi connessi

entro il 2020, cifra che, nel suo

“Mobility Report 2016”, la multi-

nazionale svedese ha rivisto al

ribasso portando a 28 miliardi

per il 2021, 16 miliardi dei quali

sarebbero nodi IoT. In uno studio

pubblicato poco più di sei mesi

prima,

IHS

pronosticava invece

ben 30,7 miliardi di dispositivi

IoT entro il 2020, mentre

IDC

ha

posto il paletto per quell’anno a

28,1 miliardi di unità (diverse da

computer, tablet e smartphone)

connesse in rete. Nonostante la

massiccia incertezza associata

alle previsioni, analisi di questo

tipo offrono comunque spunti

utili a individuare trend di massi-

ma nell’andamento dei mercati

e nella percezione dell’utilità di

determinate tecnologie. Il suc-

ad appena il 5% dei moduli ma

si prevede una crescita corri-

spondente alla diffusione delle

applicazioni critiche che richie-

dono elevata affidabilità e bassa

latenza (automazione e control-

lo di processo, veicoli a guida

autonoma, controllo del traffico

e sistemi elettromedicali).

Un ruolo di tutto rilievo spetta

invece agli smartphone che, pur

non rientrando nella categoria

dei nodi IoT, svolgono la funzio-

ne di hub e centralina di control-

lo per le reti personali, veicolari

e persino industriali. Il movimen-

to di dati e informazioni spesso

sensibili su questa rete ‘allarga-

ta’ dal fiorire di nodi IoT espone

gli utenti a nuovi e più subdoli

meccanismi di sfruttamento,

furto e lesione della privacy. Il

rischio di frode è incrementato

da un lato dal mero aumento del

numero di nodi passibili di attac-

co, e dall’altro dallo scarso livello

di protezione che viene offerto

dai numerosi piccoli nodi il cui

costo contenuto è spesso sino-

nimo di hardware minimale e

sviluppo affrettato. Stando a uno

studio di

Gartner

, entro il 2020

oltre un quarto degli attacchi ri-

levati nei confronti delle imprese

saranno legati all’Internet delle

Cose, ma la fetta degli investi-

menti di sicurezza dedicata alle

problematiche dell’’IoT sarà solo

del 10%. Smartphone e relative

app rappresentano un punto di

accesso non solo per hacker e

malintenzionati, ma anche per

tutta una serie di attori – gestori

telefonici inclusi – che sfruttano

cavilli legislativi per appropriarsi

delle risorse degli utenti, instal-

lando in maniera non esatta-

mente trasparente applicazioni,

opzioni o variazioni di contratto

a proprio favore. Può così suc-

cedere che intere linee di cen-

traline di allarme che utilizzando

moduli GSM si vedano il credito

prosciugato perché il gestore ha

unilateralmente deciso di attiva-

re l’accesso a una rete 4G che

non è nemmeno supportata

dall’hardware del cliente. Com-

portamenti di questo tipo – che

si sono verificati proprio in Italia

– non possono che minare la

fiducia degli utilizzatori finali ed

ostacolare il progresso dell’IoT

con connessione cellulare.

EON

EWS

n

.

603

-

DICEMBRE

2016

3

T

ERZA

P

AGINA

L’Internet of Things si espande e crescono i

problemi legati alla sicurezza delle connessioni

M

ASSIMO

G

IUSSANI

IoT:

voglia

di sicurezza

citato Mobility Report di Erics-

son, ad esempio, evidenzia una

crescita a doppia cifra dell’IoT (il

Cagr stimato è del 23%) da qui

al 2021, con particolare enfasi

sul contributo del segmento au-

tomobilistico in Europa Occiden-

tale. Il numero di dispositivi IoT

connessi in rete – automobili,

contatori intelligenti, macchinari

e apparecchi dell’elettronica di

consumo – sarebbe destinato

a superare quello dei telefoni

cellulari già nel 2018. All’inter-

no del variopinto universo IoT

il segmento attualmente meno

numeroso risulta essere quello

dei dispositivi connessi via rete

cellulare: stimato in 400 milioni

di unità nel 2015, sarebbe de-

stinato a crescere con un tasso

annuale composto di crescita

del 27% per arrivare a un mi-

lione e mezzo di dispositivi nel

2021. Per il momento oltre il

70% dei moduli IoT cellulari si

basa sulla tecnologia GSM, più

che sufficiente per le esigenze

di sensori remoti, centraline d’al-

larme e sistemi con traffico dati

scarso e sporadico. La diffusio-

ne di LTE è al momento limitata

Dispositivi connessi

(Fonte: Ericsson Mobility Report 2016)

15 billion

28 billion

CAGR 2015-2021

Cellular IoT

0.4

1.5

27%

Non-cellular IoT

4.2

14.2

22%

PC/laptop/tablet

1.7

1.8

1%

Mobile phones

7.1

8.6

3%

Fixed phones

1.3

1.4

0%

2015

2015