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EDA/SW/T&M

RADAR

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- ELETTRONICA OGGI 466 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2017

RADAR

EDA/SW/T&M

Fondamenti

dei radar a impulsi

Giovanni D’Amore

Marketing brand manager

RF&MW Products

Keysight Technologies

N

ell’articolo precedente, intitolato “Nuovo lifting per il

radar, ma la fisica è sempre la stessa”, abbiamo ri-

passato l’equazione fondamentale del radar, che de-

scrive il legame tra la massima distanza rilevabile dal radar

e le variabili più importanti. Tale equazione rappresenta la

base per comprendere le misure che si eseguono per assi-

curare prestazioni ottimali. Poiché il segnale è inversamente

proporzionale alla quarta potenza della distanza dal bersa-

glio, è desiderabile operare con alta potenza. Il radar a im-

pulsi offre molti vantaggi rispetto al radar ad onda continua,

soprattutto nel funzionamento ad alta potenza.

Caratteristiche del segnale impulsato

Le caratteristiche del segnale di un radar a impulsi determi-

nano sostanzialmente le prestazioni e le potenzialità del ra-

dar. Per ogni applicazione è necessario trovare il giusto com-

promesso tra la potenza, il tasso di ripetizione, la durata e la

modulazione dell’impulso. La potenza influenza direttamente

la massima distanza raggiungibile di un bersaglio rilevabile

dal radar. La frequenza di ripetizione degli impulsi (PRF) de-

termina la massima distanza dal bersaglio priva di ambiguità.

La durata dell’impulso determina la risoluzione spaziale del

radar. La durata e la forma dell’impulso determinano anche

lo spettro del segnale radar. Riducendo la durata, aumenta

la banda del segnale. Una banda più larga corrisponde a un

rumore maggiore nel ricevitore, fissata la potenza di trasmis-

sione, che riduce la sensibilità. Poiché la forma dell’impulso

può determinare la larghezza di banda e influenzare la rive-

lazione e l’identificazione dei bersagli, viene adattata a ogni

applicazione. Impulsi brevi a basso tasso di ripetizione mas-

simizzano la risoluzione e la massima distanza di non ambi-

guità, mentre un’elevata potenza di trasmissione massimizza

la distanza raggiungibile. Tuttavia, vi sono dei limiti pratici nel

generare degli impulsi brevi e ad alta potenza. Ad esempio,

un’elevata potenza di picco accorcia la vita delle valvole im-

piegate negli amplificatori ad alta potenza. Per fortuna, forme

d’onda avanzate e tecniche di compressione dell’impulso

possono essere impiegate per mitigare significativamente le

limitazioni di potenza sulla durata dell’impulso.

Tecniche di compressione dell’impulso

Le tecniche di compressione consentono di impiegare impulsi

relativamente lunghi senza sacrificare la risoluzione spaziale.

L’aspetto chiave nella compressione è l’energia. Un impulso

più lungo riduce la potenza di picco trasmessa, mantenendo

la stessa energia dell’impulso spalmata su una durata mag-

giore. Una volta ricevuto, l’impulso viene compresso con un

filtro a correlazione in un impulso più corto, che aumenta la

potenza di picco e riduce la durata. La compressione degli

impulsi radar combina così i benefici di risoluzione ed ener-

gia elevate, offerti rispettivamente da impulsi corti e lunghi.

La capacità di comprimere l’impulso con un filtro adattato si

ottiene modulando l’impulso a radiofrequenza o microonde in

modo da facilitare il processo di compressione. La funzione

di tale filtro può essere realizzata digitalmente, impiegando

una funzione di cross correlazione che confronta gli impulsi

ricevuti con quelli trasmessi. Il segnale ricevuto campionato

viene ripetutamente traslato nel tempo, sottoposto alla trasfor-

mata di Fourier e moltiplicato per il complesso coniugato del-

la trasformata di Fourier del segnale trasmesso campionato.

L’uscita della funzione di cross correlazione è proporzionale

alla somiglianza tra i due segnali traslati temporalmente. Un

Parte 2 –

Caratteristiche, tecniche di compressione e misure

su segnali radar a impulsi