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TECH-FOCUS

5G

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- ELETTRONICA OGGI 463 - GIUGNO/LUGLIO 2017

Lucio Pellizzari

Fondamentali per sviluppare le reti telefoniche 5G

sono i transceiver con banda di frequenza oltre il centinaio di GHz

e i primi modem a onde millimetriche sono già pronti

TELECOMUNICAZIONI

MOBILI 5G

l report

IHS “5G Economy”

promette in

media 200 miliardi di $ all’anno, gene-

rati nei prossimi vent’anni dalla catena di

fornitura attorno alle telecomunicazioni 5G

e ben 22 milioni di posti di lavoro prodotti

entro il 2035. Le prestazioni dichiarate dall’

I-

TU

nel documento

“IMT-2020”

(dove IMT sta

per International Mobile Telecommunication)

sono di 20 Gbps in download e 10 Gbps in

upload, con efficienza spettrale

di picco per canale di 30 bit/s/

Hz in downlink e 15 bit/s/Hz in

uplink. Consentiranno a partire

dal 2020 di implementare stazio-

ni cellulari capaci di gestire fino

a un milione di dispositivi con-

nessi per chilometro quadrato,

con latenza media sotto i 10

millisecondi anche per terminali

in movimento con velocità fino

a 500 Km/h. In pratica, almeno

due ordini di grandezza meglio

degli attuali migliori smartphone 4G, ma per

arrivarci occorre superare alcune problemati-

che a livello delle stazioni cellulari e nei centri

ricerca fermentano nuove idee, che al momen-

to sono in via di sperimentazione.

Il guaio delle comunicazioni 5G è che, passan-

do dalle attuali lunghezze d’onda della radio-

frequenza attorno ai decimetri a quelle milli-

metriche, aumenta enormemente l’efficienza

di riflessione sulle pareti degli edifici, al punto

da renderne improbo l’attraversamento. Ciò

significa che in qualche modo le cellule 5G

dovranno entrare negli edifici e perciò mol-

tiplicarsi all’inverosimile, con buona pace di

chi non ha ancora digerito l’invasività delle

attuali stazioni cellulari. C’è anche il problema

di connetterle e gestirle con le infrastrutture

principali, perché la maggior banda comporta

la necessità di collegare le tante mini stazioni

cellulari 5G con connessioni metropolitane ad

altissima velocità, che potrebbero essere su

cavo, su fibra o persino su mini ponti radio,

ma questo è tutto da decidere. Certamente,

la prospettiva di appoggiare le

comunicazioni mobili su dorsali

di centinaia di GHz offre oppor-

tunità di mercato attrattive per i

fornitori di servizi che, fra l’altro,

potranno finalmente disporre di

soluzioni tecniche adatte per

unificare i troppi protocolli di

rete attualmente sparsi nel pia-

neta. Intanto, i protagonisti della

microelettronica stanno presen-

tando i mattoni fondamentali per

le reti 5G, ossia i transceiver

necessari per implementare i collegamenti fra

i terminali mobili di prossima generazione e i

moduli delle stazioni cellulari.

Verso il THz, sotto il mm

Doveroso è fare attenzione all’abuso del ter-

mine ‘microonde’, perché per motivi storici

viene adoperato per lunghezze d’onda che

vanno dai metri ai mm ma non per i µm, dove

semmai si chiamano onde micrometriche. Per

onde millimetriche, o mmWave, si intendono

quelle con lunghezza d’onda sotto i 3 mm, che

corrispondono a 100 GHz fino ad arrivare a

0,3 mm, che corrisponde a 1 THz (c= ·f). Il

I

Fig. 1 – Il transceiver realizzato da

NTT e Fujitsu con banda di 300 GHz e

velocità di 40 Gbps