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EDA/SW/T&M

ADAS

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- ELETTRONICA OGGI 462 - MAGGIO 2017

Cambio di paradigma nei sistemi ADAS

L’innovazione fondamentale introdotta con la piattafor-

ma DRS360 è certamente quella a livello architettura-

le, e promette di sovvertire un tradizionale paradigma,

finora accettato e applicato nella progettazione dei

sistemi ADAS, ossia quello dell’architettura di elabo-

razione distribuita, in cui i dati vengono analizzati e

‘metabolizzati’ alla periferia, in ogni nodo della rete del

veicolo. In questo modello di architettura, i sistemi ra-

dar, LIDAR (light detection and ranging), le telecamere

e altri sensori distribuiti nell’auto agiscono ciascuno

in modo indipendente, filtrando ed elaborando i flussi

di dati, che vengono poi trasmessi a differenti applica-

zioni o moduli di fusione.

L’approccio dell’architettura di elaborazione distribu-

ita è stato favorito, nel tempo, dallo sviluppo dell’elet-

tronica, che ha permesso di integrare nell’auto nuove

funzionalità, aumentando il livello di automazione e il

numero dei requisiti richiesti per migliorare il funzio-

namento dei veicolo e la sicurezza del guidatore e dei

passeggeri. L’implementazione di queste funzionalità

ha però condotto a una progressiva integrazione di si-

stemi elettronici e alla proliferazione di molteplici sen-

sori ed ECU (electronic control unit), connessi a dif-

ferenti reti locali (CAN, LIN, Ethernet, FlexRay, MOST)

presenti all’interno del veicolo stesso.

Un’elaborazione distribuita di questo tipo, spiega

Kashi, porta all’insorgere di problemi di costi, com-

plessità e latenza del sistema, che aumentano con

l’aumentare del livello di automazione (1-5). Infatti, più

cresce la complessità, più crescono costi e consumi

di energia, mentre la latenza nella trasmissione di dati

critici per la safety può arrivare a livelli inaccettabi-

li. Senza poi contare la perdita

di dati potenzialmente utili, che

può verificarsi nei nodi periferi-

ci della rete interna del veicolo.

Fusione dati centralizzata

La piattaforma DRS360 punta

a risolvere i suddetti problemi

di scalabilità delle architetture

distribuite convenzionali, pro-

blemi che tendono a emergere

quando il livello di automazio-

ne cresce verso il Livello 5. Da

un lato, DRS360 parte da subito

come sistema ottimizzato per

la guida autonoma di Livello 5,

pur mantenendo la capacità di

scalare verso il basso, e adat-

tarsi a livelli inferiori di automazione (Livello 4, 3 o 2).

Dall’altro lato, DRS360 applica un approccio definito di

‘centralized raw data fusion’, che fonde direttamente

a livello centrale i dati grezzi provenienti dai differenti

sensori. Ciò permette di eliminare colli di bottiglia e

latenze causati dalle attività di pre-elaborazione di dati

parziali nei microcontrollori dei nodi periferici della

rete del veicolo. In aggiunta, questa architettura, ritie-

ne Mentor, ha la capacità di fornire maggior supporto

a futuri avanzamenti nell’elaborazione e negli algorit-

mi di intelligenza artificiale.

Il processo di fusione avviene in tempo reale in un

modulo di elaborazione centralizzato, che raccoglie

i dati attraverso un’architettura di trasporto studiata

per minimizzare i bus fisici e le interfacce hardware,

e ridurre ulteriormente la latenza. Il vantaggio è an-

che che, grazie a questa architettura, tutti i dati grezzi

dei sensori sono sempre resi disponibili al sistema, e

ciò permette agli algoritmi di guida autonoma di utiliz-

zare un modello con la massima risoluzione possibile

dell’ambiente circostante in cui si trova il veicolo, dun-

que un modello adatto a prendere decisioni più rapi-

de, e con maggior efficienza di elaborazione, rispetto

alle soluzioni ADAS convenzionali. Inoltre, i dati grezzi

direttamente connessi alla piattaforma vengono elabo-

rati solo quando è necessario e per l’area di veicolo

interessata, riducendo in tal modo il carico della CPU

e supportando la guida autonoma di Livello 5 con con-

sumi di energia contenuti sotto i 100 watt.

Hardware eterogeneo ed ‘FPGA-centrico’

Progettata e collaudata per l’implementazione in si-

stemi ‘automotive grade’ conformi alle specifiche ISO

Fig. 2 – La modalità di elaborazione dati classica in sistemi ACC e LDWS

(Fonte: Mentor Automotive)