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SWITCH MEMS
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- ELETTRONICA OGGI 452 - MARZO 2016
Switch MEMS
per la radiofrequenza
G
li switch sono commutatori
dotati di un livello d’intelli-
genza sufficiente per leg-
gere in ogni segnale che arriva a
una qualsiasi delle loro porte d’in-
gresso l’indirizzo del nodo di rete
o la denominazione del dispositivo
al quale è destinato e, di conse-
guenza, provvedere a inoltrarlo
alla porta d’uscita che raggiun-
ge la sua destinazione. A radio-
frequenza, tuttavia, l’energia dei
segnali è particolarmente elevata e
dato che gli switch devono essere
in grado di garantire milioni di cicli
di commutazione soprattutto nelle
centraline telecom si sono affermati i commutatori elettromec-
canici dove la continuità del segnale è garantita elettricamente
mentre la connessione e la disconnessione avvengono mec-
canicamente. Quest’approccio è stato negli ultimi tempi favori-
to dallo sviluppo degli switch MEMS nei quali la commutazione
è provocata con un azionamento elettrostatico che riesce in
pochi micron di silicio a instradare agevolmente l’energia dei
segnali a radiofrequenza e garantire nel contempo un’elevata
velocità insieme a un bassissimo consumo. Gli switch MEMS
sono assemblabili negli stessi impianti di fabbricazione dei
circuiti integrati senza modifiche che comportino particolari
investimenti e, inoltre, con le attrezzature di ultima generazio-
ne si possono fabbricare in tal modo e a basso costo anche
circuiti MEMS adatti per le microonde e le onde millimetriche.
Oltre a essere più economici, i MEMS sono più robusti rispetto
alle vibrazioni meccaniche, alle interferenze elettromagnetiche
e agli effetti parassiti che invece affliggono gli switch fatti con
transistor FET o diodi PIN. Gli switch FET hanno una velocità
di commutazione superiore e sono
più versatili nell’implementazione
circuitale ma nonostante i passi
avanti ottenuti perfezionando la
tecnologia
Silicon-On-Insulator
(SOI) che offre maggior robustezza
rispetto alle eterogiunzioni HFET
in arseniuro di gallio (GaAs) per-
mangono tuttavia meno affidabili
rispetto ai MEMS e inoltre costano
di più. Gli switch che sfruttano la
grande differenza di resistenza
dei diodi PIN che può variare da
1 Ohm in conduzione fino ad alcu-
ne decine di kOhm in interdizione
necessitano di circuiti di supporto
con caratteristiche che dipendono fortemente dalla frequenza
e perciò sono laboriosi da implementare se si vuole evitare
di incorrere in capacità e induttanze parassite difficili da ge-
stire. Per questi switch la messa a punto è più critica rispetto
agli switch MEMS e perciò anche in questo caso l’affidabilità
diminuisce e i costi aumentano. L’unica caratteristica di robu-
stezza che gli switch FET e PIN offrono in più rispetto ai MEMS
è la maggior immunità alle scariche elettriche di forte intensità
(ESD, Electrostatic Discharge) dovuta al fatto che negli ultimi
le commutazioni avvengono proprio a comando elettrostatico
e in pochi micron può bastare qualche centinaio di Volt per
compromettere il dispositivo mentre i transistor e i diodi resi-
stono oggi tranquillamente a parecchie migliaia di Volt.
Gli switch MEMS più diffusi per la radiofrequenza sono oggi
quelli ohmici e quelli capacitivi e nel primo caso hanno un mor-
setto collegato a una barretta metallica movibile e l’altro che fa
tutt’uno con un’armatura metallica che circonda la barretta. La
commutazione avviene come nei relè applicando un impulso
Lucio Pellizzari
I nuovi sistemi di comunicazione 4G/5G
necessitano di commutatori abbastanza
affidabili per gestire agevolmente l’elevata
energia dei segnali RF e consentire
l’instradamento selettivo e la trasmissione
e la ricezione su più portanti
Fig. 1 – Gli switch MEMS sono più affidabili rispetto agli switch
a semiconduttore nel gestire l’elevata energia dei segnali a
radiofrequenza e hanno meno problemi d’implementazione
circuitale