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TECH INSIGHT

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- ELETTRONICA OGGI 450 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2015

NANOTECH

FET per i TeraHertz

Uno studio condotto dai

laboratori NEST

dell’Istituto di Na-

noscienze del CNR e della

Scuola Normale Superiore di Pisa

insieme al

CNRS

francese presso la Université de Montpel-

lier dimostra che è possibile realizzare dei nanorivelatori

con transistor a effetto di campo QFET costruiti con “nanofili”

semiconduttivi. Le dimensioni nanometriche, la velocità di

commutazione e la robustezza di questi transistor offrono ai

nanorivelatori la capacità di funzionare nell’ordine dei THz

aprendo la porta perciò a un’ampia gamma di nuove appli-

cazioni nel settore della fotonica fino a oggi rimaste poco

esplorate a causa della mancanza di sorgenti e ricevitori

in questa banda. In pratica, usando dei nanofili di grafene

i ricercatori hanno concepito delle eterostrutture con regio-

ni attive di poche centinaia di nm nelle quali la formazione

spontanea di onde di plasma consente di rivelare i raggi la-

ser con lunghezze d’onda dell’ordine dei µm. Il primo pro-

totipo ha funzionato con un laser a cascata quantica con

emissione a 3 THz ossia 100 µm, ma la duttilità dei nanofili

permette la sperimentazione di nuove geometrie di transi-

stor che potranno migliorare questo risultato. Oltre che per i

Single-Photon Detectors questi transistor potrebbero essere

utili nella rivelazione delle immagini multi-pixel con le came-

re 3D di prossima generazione.

Nanodiamanti

Un team dell’

Helmholtz Zentrum Berlin (HZB)

ha creato delle

strutture cristalline grandi pochi nanometri che manifestano

le proprietà dei diamanti e sono perciò definibili nanodia-

manti anche se rispetto ai diamanti l’inedito rapporto fra le

grandi dimensioni superficiali in rapporto al piccolo volume

occupato ne cambia un po’ le prestazioni meccaniche ed

elettriche. In pratica, quando sono sospesi in soluzioni ac-

quose questi nanodiamanti evidenziano un surplus di lacu-

ne nella banda di valenza che non è facilmente osservabile

quando sono deposti a film sottile perché è dovuto alla ces-

sione di elettroni dallo strato superficiale dei nanodiamanti

all’acqua e al conseguente aumento di lacune superficiali

utilizzabili per la cattura di svariati tipi di particelle dall’am-

biente circostante. Questo fenomeno spiega il motivo per cui

riescono in questa condizione a catturare e trasportare par-

ticelle attive e perciò possono essere molto utili per esempio

nelle applicazioni biomediche dove la selettività nella sen-

sibilità di cattura è preziosa per attirare e bloccare di volta

in volta alcune molecole oppure taluni ioni. I nanodiamanti

possono perciò diventare degli ottimi sensori medicali da

far viaggiare nel sangue per diagnosi mirate e, per esempio,

verificare l’assorbimento dei farmaci nel corpo o valutare lo

stato di avanzamento di una patologia.

La dissipazione perfetta

Quanto più piccolo e veloce è un dispositivo e tanto più è

difficile raffreddarlo adeguatamente, ragion per cui diven-

tano strategici i nanomateriali come il grafene caratterizzati

da un’elevata conduttività termica che consente di smaltire

rapidamente il calore. All’

Ecole Polytechnique Fédérale de

Lausanne

hanno studiato a fondo come sfruttare tale van-

taggio anche sui fogli di grafene composti da un unico strato

atomico e perciò fondamentalmente bidimensionali. I ricer-

catori hanno infatti dimostrato che il calore si propaga con

onde che somigliano molto a quelle sonore nell’aria e nei

Fig. 3 – I nanodiamanti realizzati dall’HZB mostrano una sensibilità

selettiva della loro superficie che ne consente l’uso come sensori medi-

cali con risoluzione molecolare

Fig. 4 – All’EPFL hanno dimostrato che nei fogli bidimensionali di

grafene il calore si propaga quasi senza perdite con onde molto simili a

quelle acustiche in aria