15
- ELETTRONICA OGGI 449 - OTTOBRE 2015
L’impennata di fusioni e acquisizioni nel settore dei semiconduttori continua senza
sosta. Durante i primi mesi dell’anno il valore delle attività di M&A ha raggiunto
quota 72,6 miliardi di dollari, ben 6 volte superiore rispetto a quella fatta registrare
nel quinquennio 2010-2014. Con la recente acquisizione di
Atmelda parte di
Dialog Semiconductor, il valore delle attività di M&A si avvicina ai 77 miliardi di dollari.
Questa frenetica corsa all’acquisto è un chiaro segnale che i fornitori di circuiti
integrati stanno sperimentando un rallentamento delle vendite nei loro segmenti di
mercato di riferimento e sono in un certo senso costretti ad ampliare il loro business
per soddisfare le aspettative degli investitori. Il costo sempre crescente legato allo
sviluppo dei prodotti e di nuove tecnologie impone un ampliamento delle dimensioni
societarie, abbinato a un aumento sostanziale delle vendite nel secondo trimestre
dell’anno in corso.
L’emergere di un enorme (potenziale) mercato, che è quello dell’Internet of Things,
ha di fatto contribuito a modificare le strategie di alcuni tra i maggior player del
settore che si sono impegnati a integrare, mediante appunto acquisizioni, nel loro
portafoglio i componenti mancanti per supportare questo settore. Molte delle
operazioni di M&A
– Intel / Alterae Atmel/Dialog, solo per citare le maggiori – hanno
come obbiettivo il rafforzamento delle aziende acquirenti nel segmento dell’IoT.
In una nota recente (giugno 2015)
Reutersnotava che le aziende che potevano
finire nel mirino di possibili acquirenti erano i produttori di microcontrollori,
citando i nomi di
Renesase, appunto, Atmel. Altri possibili bersagli, secondo
l’agenzia, potrebbero essere le aziende produttrici di chip analogici e a segnali misti,
indicando tra i nomi possibili,
Maxim Integrated,
Linear Technology , Intersil,
Silicon Labs,
Analog Devicese
M/A COM Technology.
IoT, dunque, sembra essere il nuovo mantra. Ma non tutti sono d’accordo. Secondo
alcuni analisti di
Gartner ,non è affatto scontato. Si prendano ad esempio i dispositivi
indossabili. Anche prevedendo una crescita del 225% su base annua, nel 2019
rappresenteranno solo l’1% del mercato dei semiconduttori, in quanto, utilizzano un
numero ridotto di chip molto economici.
Parlando al recente Microelectronics Packaging and Test Coucil, Jim Walker, analista
per il settore dei semiconduttori di Gartner – ha affermato che nessuna tra le attuali
tecnologie ha le caratteristiche per essere un nuovo driver per l’industria dei chip
(tipo PC e smartphone, per intendersi) ma, ha anche aggiunto “nessuno 10 anni fa si
aspettava che il tablet sarebbe divenuto un driver”. In altre parole, la prossima “big
thing” deve essere ancora inventata.
Filippo Fossati
Continuano le acquisizioni,
in attesa della “next big thing”
EDITORIAL
❱